Trump critica la richiesta del Regno Unito a Apple su iCloud: “È qualcosa che accade in Cina”

Il dibattito sulla privacy dei dati si intensifica dopo la richiesta del governo britannico ad Apple, con Trump che critica le somiglianze con le pratiche di sorveglianza cinesi.

Un tema scottante è emerso nel dibattito globale sulla privacy dei dati, in particolare riguardo alla recente richiesta del governo del Regno Unito a Apple. La questione si è intensificata quando il Presidente Trump ha condiviso le sue opinioni in merito, tracciando un parallelismo tra le azioni britanniche e le pratiche della Cina nel campo della sorveglianza.

L’incontro a Washington tra Trump e Starmer

Ieri, il Presidente Trump ha incontrato il Primo Ministro britannico Keir Starmer alla Casa Bianca. Questa rappresenta la prima visita ufficiale di Starmer a Washington D.C. da quando Trump ha assunto il suo incarico, avvenuto il mese scorso. Durante il colloquio, i due leader hanno discusso di vari temi riguardanti la politica internazionale, le tariffe commerciali e la libertà di parola. All’interno di un contesto così articolato, la questione della sicurezza dei dati si è rivelata fondamentale.

Trump ha colto l’occasione per esprimere il suo disappunto nei confronti della legislazione anti-crittografia del Regno Unito. Secondo il Presidente, le richieste fatte al colosso tecnologico di Cupertino di creare una “porta d’accesso globale” per i dati di iCloud rappresentano un passo inopportuno. Le sue parole sono state chiare: “Abbiamo detto che non si può fare.” Ha descritto la richiesta come “incredibile” e ha evidenziato come sia simile a ciò che si vede in contesti autoritari come quello cinese, un’accostamento che mette in luce le preoccupazioni per la privacy dei cittadini.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di notizie personalizzato

Seguici ora

Le posizioni di Tulsi Gabbard e la sicurezza nazionale

La posizione di Trump è stata supportata anche dalla sua Direttrice della Sicurezza Nazionale, Tulsi Gabbard. In un’intervista, Gabbard ha espresso serie preoccupazioni sull’effetto che questa situazione può avere sulle relazioni USA-Regno Unito, sottolineando che la richiesta britannica potrebbe violare un accordo bilaterale esistente. La possibilità di obbligare Apple o qualsiasi azienda a implementare una “porta d’accesso” per accedere ai dati criptati degli utenti è, secondo Gabbard, una questione di grande rilevanza.

Questa affermazione ha sollevato interrogativi su come le politiche di sicurezza nazionale possano influire sulla privacy individuale. La difesa dell’encryption è diventata un tema di dibattito cruciale, sollevando timori sull’uso improprio di poteri statali in nome della sicurezza pubblica.

La risposta di Apple e il futuro della protezione dei dati

In seguito alle recenti richieste del governo britannico, Apple ha deciso di ritirare il servizio di Protezione Avanzata dei Dati dal mercato del Regno Unito. La società ha rilasciato una dichiarazione chiara ed esplicativa, sostenendo di non aver mai realizzato una “porta d’accesso” o una chiave master per i propri prodotti e servizi e che non ha intenzione di farlo in futuro. Nonostante ciò, altre categorie di dati su iCloud, come password e informazioni relative alla salute, continuano a rimanere crittografati nel Regno Unito.

La decisione di Apple, nonostante la pressione, dimostra una chiara volontà di mantenere la privacy e la sicurezza dei dati dei propri utenti. Un fatto interessante è che il servizio di Protezione Avanzata è disponibile in Cina, lasciando i consumatori britannici in una situazione svantaggiata rispetto ai loro omologhi cinesi.

La questione è diventata un punto focale non solo per le relazioni commerciali e politiche tra Stati Uniti e Regno Unito, ma sta anche alimentando un ampio dibattito sulla capacità dei governi di influenzare le dinamiche della privacy digitale in un mondo sempre più connesso.

Seguici su Telegram

Seguici su Telegram per ricevere le Migliori Offerte Tech

Unisciti ora