La questione delle tariffe sul commercio internazionale e il loro impatto sui prezzi degli smartphone è un argomento di grande attualità. Con l’aumento del 34% delle tariffe sui beni cinesi previsto per il 9 aprile, ci si interroga su come questo possa influenzare il prezzo degli iPhone e di altri dispositivi sul mercato statunitense. La situazione è complessa e le opinioni degli esperti offrono spunti di riflessione in un panorama già difficile.
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L’aumento delle tariffe e le conseguenze per i consumatori
Nel mercato statunitense, molti consumatori acquistano gli smartphone tramite piani di pagamento rateali, offerte di permuta e contratti con i gestori. Questa prassi rende la questione del costo effettivo di un dispositivo piuttosto intricata. L’aumento delle tariffe sulle importazioni significa che le aziende come Apple devono rivedere le proprie strategie di prezzo. Se, infatti, l’azienda decidesse di trasferire il costo aggiuntivo ai consumatori, i prezzi al dettaglio degli iPhone potrebbero aumentare, con potenziali repercussioni sul valore delle azioni dell’azienda. Recentemente, i titoli Apple hanno subito un calo di quasi il 10%, il peggior effetto negativo in cinque anni, suggerendo che il mercato potrebbe già scontare un incremento dei costi.
Il senior analyst Gerrit Schneemann, di Counterpoint Research, però, non si aspetta un aumento dei prezzi nel breve periodo. Secondo lui, Apple ha margini di profitto che storicamente si aggirano attorno al 38%, il che consente all’azienda di assorbire gli aumenti dei costi dovuti alle tariffe senza trasferirli immediatamente ai consumatori. “Non prevedo che a breve termine decidano di aumentare i prezzi inutilmente,” ha dichiarato Schneemann.
Le possibilità di produzione nazionale e le sfide di Apple
Un ulteriore obiettivo delle tariffe sui prodotti cinesi è quello di incentivare Apple a produrre parte degli iPhone negli Stati Uniti. Tuttavia, gli ostacoli che la società dovrebbe superare per realizzare questo piano sono notevoli. Schneemann non vede un reale percorso verso una produzione significativa nel mercato statunitense degli smartphone, poiché Apple riesce a gestire solo produzioni su piccola scala nel Paese. La massiccia infrastruttura di forniture e la rete di fornitori di componenti specializzati rappresentano una sfida difficile da affrontare. Anche se Apple dovesse stabilire filiere produttive americane, i costi sarebbero molto più elevati rispetto alle attuali strategie di produzione estera, rendendo di fatto difficile la conversione.
Le tariffe sono imposte tramite un ordine esecutivo e non attraverso il Congresso, il che implica che future amministrazioni potrebbero decidere di modificarle o eliminarle. Di conseguenza, è probabile che Apple continui a produrre i suoi dispositivi all’estero e a trovare strategie per gestire il costo delle importazioni. Recenti rapporti indicano che l’azienda stia esplorando metodi per far assorbire parte dei costi extra dalla catena di fornitura, una pratica già collaudata da Apple.
La strategia commerciale degli smartphone e le ripercussioni sugli acquisti
Se l’azienda dovesse decidere di aumentare i prezzi in vista dell’arrivo dell’iPhone 17, l’uso di sussidi da parte dei gestori telefonici potrebbe attenuare l’impatto sui consumatori. Gli acquirenti, infatti, sono spesso stimolati ad adottare contratti che prevedono pagamenti mensili, il che potrebbe far sembrare l’aumento dei costi meno gravoso.
Malgrado ciò, le incertezze legate alle tariffe restano numerose. Ogni cambiamento nella politica commerciale statunitense potrebbe influenzare il mercato degli smartphone e generare ulteriori fluttuazioni nei prezzi. Le aspettative degli operatori e dei consumatori sono quindi caratterizzate da un’ansia crescente, alimentata dalla possibilità che le tariffe vengano nuovamente rinviate.
Abbiamo contattato Apple per ottenere un commento ufficiale sulla situazione e aggiorneremo l’articolo non appena riceveremo notizie da parte loro.