Taiko Audio lancia il server musicale Extreme: caratteristiche e controversie nel mondo hi-fi

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Il lancio del Taiko Audio Extreme Server ha suscitato un notevole interesse tra gli appassionati di audio di alta qualità. Con un prezzo di circa 28.000 euro, questo dispositivo è concepito per soddisfare le esigenze degli audiofili più esigenti. Impiega tecnologie avanzate per gestire lo storage e lo streaming di file audio in formato lossless, una scelta che rileva l'importanza di garantire un'esperienza d'ascolto senza compromessi.

Caratteristiche tecniche del Taiko Audio Extreme Server

Il nuovo Taiko Audio Extreme Server è progettato con specifiche che si pongono al vertice della tecnologia audio attuale. A partire dall'architettura a doppio processore, il server è dotato di due processori Intel Xeon Scalable, ognuno con 10 core. Questo design permette una gestione separata delle funzioni: una CPU si occupa dell'interfaccia utente basata su Windows 10 Enterprise, mentre l’altra è dedicata all’applicazione di gestione musicale Roon. Questa distinzione è fondamentale, poiché, secondo la casa produttrice, consente un'elaborazione "virtualmente inaudibile" per un audio di qualità superiore.

Uno dei punti salienti è il sistema di raffreddamento completamente passivo, progettato per eliminare ogni rumore di ventole durante l'ascolto, un vantaggio importante per chi cerca un'esperienza di ascolto totalmente immersiva. La configurazione di base include 2TB di storage, ma può essere espansa fino a 64TB, offrendo così una vastissima capacità di archiviazione.

Oltre ai processori e alla capacità di storage, il server vanta un SSD da 280GB dedicato al sistema operativo, 48GB di RAM suddivisi in 12 moduli da 4GB ciascuno e un alimentatore specializzato. Le numerose porte di connessione audio e di rete ampliano la versatilità di utilizzo del dispositivo, permettendo di integrarlo facilmente in diverse configurazioni audio.

Un confronto con i server musicali della concorrenza

Con un costo di partenza che supera i 29.600 dollari, il Taiko Audio Extreme Server si posiziona in una fascia di mercato decisamente ristretta, destinata ad audiofili di alta gamma. Per contestualizzare il prezzo, è utile confrontarlo con altre soluzioni disponibili: il Nucleus Titan, per esempio, offre un'esperienza audio di alta qualità a un prezzo di 3.699 dollari, mentre il Cirrus7-SE di Undentia è disponibile a 1.795 dollari.

Queste differenze di prezzo sollevano interrogativi sulla reale necessità di un investimento così elevato in un server musicale. Gli audiofili più critici si interrogano sull'effettivo miglioramento della qualità del suono ottenuto con l'Extreme Server rispetto a modelli più economici. La questione non è solo economica, ma poiché implica la percezione di un reale vantaggio sonoro, rappresenta un tema di dibattito tra esperti del settore.

Le controversie nel mercato dell'audio hi-fi

Il mercato dell'audio hi-end è storicamente caratterizzato da prodotti dal prezzo elevato, e la tendenza non sembra mostrare segnali di rallentamento. Già negli anni '80 e '90, amplificatori e diffusori di alta gamma costavano decine di migliaia di dollari. Negli ultimi anni, l'introduzione di dispositivi digitali sofisticati ha ulteriormente accentuato questa tendenza, generando un overflow di opzioni costose.

Tra gli aspetti più dibattuti ci sono le scelte progettuali di molti server musicali di fascia alta, compreso il Taiko Audio Extreme. Molti di questi dispositivi utilizzano componenti che possono sembrare eccessivi rispetto alle reali necessità di elaborazione audio, come potenti processori Xeon e grandi quantità di RAM. I produttori giustificano queste scelte attraverso l'idea di "overengineering", sostenendo che questo possa migliorare la qualità del suono e ridurre le interferenze in modo significativo.

In questo contesto di alta competitività, accesi dibattiti si scatenano tra appassionati e professionisti: alcuni affermano di non percepire differenze significative tra i vari dispositivi, mentre altri sostengono di avvertire miglioramenti sostanziali. Un'affermazione di Bob Katz, noto ingegnere del suono, riecheggia frequentemente: "La qualità dell'audio non è solo una questione di hardware, ma di percezione e esperienza".

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