Stati Uniti valutano il divieto di vendita dei router TP-Link per ragioni di sicurezza nazionale

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Le recenti notizie sull’industria tecnologica rivelano che gli Stati Uniti stanno esaminando la possibilità di vietare la vendita dei router TP-Link, dispositivi noti per la loro ampia diffusione e disponibilità, anche su piattaforme come Amazon Italia. Questo potenziale divieto, che potrebbe entrare in vigore già nel 2025, affonda le radici in preoccupazioni relative alla sicurezza nazionale, emerse in seguito a sospetti riguardanti l’azienda cinese. Diverse agenzie federali, tra cui il Dipartimento del Commercio, della Difesa e della Giustizia, hanno avviato indagini sul comportamento dell'azienda.

Le indagini delle agenzie federali

Le indagini condotte dalle agenzie americane si concentrano su un aspetto cruciale: l’utilizzo di router TP-Link all’interno di enti governativi e agenzie statali. Questi dispositivi sono stati identificati come potenzialmente vulnerabili, sollevando interrogativi sulla loro affidabilità in contesti sensibili alla sicurezza, come la NASA e il Dipartimento della Difesa.

In particolare, le preoccupazioni risiedono nel fatto che i router potrebbero essere sfruttati da attori maligni per attacchi informatici mirati a obiettivi statunitensi. Tali misure preventive da parte del governo mirano a garantire la sicurezza delle informazioni e a tutelare le infrastrutture critiche da intrusioni esterne.

Hacker cinesi e le reti compromesse

Un elemento chiave che ha alimentato il dibattito sul potenziale divieto è un'analisi condotta da Microsoft, pubblicata lo scorso ottobre. Questo studio ha messo in evidenza l'esistenza di un ampio network di dispositivi compromessi, in gran parte costituito da router TP-Link, utilizzati da un gruppo di hacker cinesi per lanciare attacchi informatici contro vari target occidentali. Questi hanno incluso think tank, enti governativi e organizzazioni non governative, nonché fornitori del Dipartimento della Difesa.

La scoperta ha scosso un settore già vulnerabile agli attacchi informatici, portando le agenzie di sicurezza nazionali a riconsiderare la fiducia riposta nei prodotti tecnologici provenienti da aziende straniere, specialmente quelle con legami con regimi governativi potenzialmente ostili.

Le accuse di violazioni delle leggi antitrust

In aggiunta ai timori per la sicurezza, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sta anche indagando su possibili violazioni delle leggi antitrust da parte di TP-Link. Le autorità sospettano che l'azienda possa vendere i suoi router a prezzi inferiori ai costi di produzione, un comportamento che potrebbe avere ripercussioni notevoli sul mercato e sulla concorrenza.

TP-Link ha categoricamente negato queste accuse, ribadendo il proprio impegno nel rispettare tutte le normative vigenti negli Stati Uniti, comprese quelle sulle pratiche commerciali corrette e sulle leggi antimonopolio.

Implicazioni per il mercato dei router

Se il divieto di vendita dei router TP-Link dovesse essere attuato, ciò rappresenterebbe un significativo colpo per l'azienda, che attualmente fornisce i suoi dispositivi a più di 300 provider di servizi Internet negli Stati Uniti. TP-Link occupa una posizione prominente anche nella classifica delle vendite su Amazon.com, dove frequentemente figura tra le “scelte Top” per i router.

La decisione finale degli Stati Uniti potrebbe, dunque, non solo influenzare l'azienda e i suoi affari, ma anche avere ripercussioni sul mercato dei dispositivi di rete, creando un precedente che potrebbe influenzare future politiche commerciali nei confronti di aziende tecnologiche straniere. La situazione merita di essere seguita attentamente, poiché potrebbe rivelarsi cruciale per il settore della tecnologia e per la sicurezza nazionale americana.

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