Spid a pagamento: il futuro dell’identità digitale in Italia si fa incerto

L’ipotesi di un servizio Spid a pagamento in Italia si fa concreta, mentre la Carta d’Identità Elettronica emerge come alternativa gratuita, influenzando l’accesso ai servizi digitali per i cittadini.

Uno scenario in continua evoluzione per l’identità digitale in Italia si delinea con l’ipotesi di un servizio Spid a pagamento, minacciato dalla prepotente ascesa della Carta d’Identità Elettronica. Dal mese di maggio prossimo, nuovi sviluppi potrebbero modificare radicalmente le modalità di accesso ai servizi digitali per i cittadini italiani.

Il contesto attuale dello Spid

Negli ultimi anni, il sistema Spid, l’identità digitale italiana, ha rappresentato una soluzione praticabile per accedere a numerosi servizi online offerti dalla pubblica amministrazione e da privati. Tuttavia, il suo futuro appare ora in bilico a causa dell’assenza di finanziamenti governativi previsti nel 2023. Il governo aveva annunciato uno stanziamento di 40 milioni di euro per garantire la sostenibilità del sistema, ma questi fondi non sono stati assegnati. La mancanza di supporto finanziario ha costretto i gestori come Aruba a riconsiderare il modello di business, portandoli a esplorare opzioni che prevedano costi di gestione a carico degli utenti.

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Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, ha ribadito più volte il proprio orientamento verso la Cie, ritenendola una soluzione più adeguata per la digitalizzazione a livello europeo. Tale posizione sembra sostenere l’idea che il governo italiano possa avere l’intenzione di favorire la diffusione della Carta d’Identità Elettronica, spingendo così gli utenti a propendere per una soluzione distinta rispetto allo Spid. Questo può essere interpretato come un segnale di una potenziale transizione, sebbene la decisione di Aruba di richiedere un nuovo modello di pagamento non sembri direttamente legata alla mancanza di finanziamenti.

Le implicazioni di un possibile Spid a pagamento

La prospettiva di un sistema Spid a pagamento comporta domande significative sulle conseguenze per gli utenti. Se il governo non dovesse intervenire per ripristinare i finanziamenti, è possibile che tutti i fornitori di Spid seguano l’esempio di Aruba, applicando costi per l’accesso. Questo cambiamento potrebbe avere un impatto profondo sul numero di cittadini disposti a continuare a utilizzare il sistema, orientandoli verso l’iscrizione alla Cie, che rimane l’alternativa gratuita, sebbene con procedure specifiche da seguire.

Attualmente, non è chiaro se altri fornitori di Spid adotteranno un modello a pagamento, ma la mossa di Aruba potrebbe costituire un precedente da considerare. È fondamentale chiarire quale sia la sostanziale differenza tra Spid e Cie: il primo è sotto l’egida dell’Agid , gestito da una pluralità di Identity Provider, mentre la Cie è regolata dal ministero dell’Interno e gestita centralmente dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato .

La procedura per ottenere Spid e Cie

Entrambi i sistemi hanno modalità di richiesta differenti, il che influisce sulle esperienze degli utenti. La Carta d’Identità Elettronica può essere richiesta solo in presenza presso il Comune, considerando la necessità di acquisire le impronte digitali del richiedente. Dall’altra parte, il sistema Spid è più accessibile: può essere richiesto sia agli sportelli fisici degli Identity Provider, come quelli di Poste Italiane, che attraverso piattaforme online, con vari metodi di riconoscimento che includono il riconoscimento in videochiamata o l’uso della Cie stessa.

Per quanto riguarda i costi, il sistema Spid offre diverse opzioni. Alcuni fornitori potrebbero applicare tariffe, mentre altre procedure, come quelle online con firma digitale o Cie, possono risultare gratuite. Da notare che il costo della Cie è fissato a 16.79 euro oltre eventuali spese di segreteria stabilite dai singoli Comuni.

La transizione verso un’identità digitale europea

Emerge un ulteriore elemento di interesse: entrambi i sistemi, Spid e Cie, sono pronti per integrarsi nel wallet digitale europeo, un progetto di identità digitale che è oggetto di accesi dibattiti proprio riguardo alla tecnologia da adottare, alla gestione degli appalti e alla definizione di regole chiare. È pertanto importante seguire da vicino le decisioni che il governo italiano prenderà nel prossimo futuro. Sarà decisivo capire se ci sarà una nuova iniezione di fondi per sostenere il sistema Spid o se l’adozione di un modello a pagamento diventerà la norma, costringendo gli utenti a una scelta obbligata tra le due soluzioni di identità digitale.

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