Smantellata un'importante centrale IPTV: 6000 utenti a rischio sanzioni

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Una recente operazione della Guardia di Finanza di Napoli ha portato alla luce un'illustre centrale IPTV, che trasmetteva illegalmente una vasta gamma di contenuti, tra cui film, serie TV e palinsesti di intrattenimento. Questa operazione, condotta in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, ha dato origine a misure cautelari nei confronti di tre individui. L'indagine, che ha rivelato dettagli sconcertanti, ha anche identificato circa 6000 utenti che ora rischiano pesanti sanzioni.

L'operazione della Guardia di Finanza

Nel corso dell’indagine, gli agenti hanno scoperto un sistema complesso gestito da un promotore che si nascondeva dietro un’identità fittizia. Quest'ultimo, con l'aiuto di due complici, pubblicizzava un servizio IPTV illegale: un'attività che ha attratto migliaia di utenti desiderosi di accedere a contenuti protetti da copyright senza alcun pagamento legale. Una strategia di marketing aggressiva è stata utilizzata attraverso i social media e il web, mirando a raggiungere un pubblico vasto.

Le principali accuse rivolte a questi individui includono associazione per delinquere e violazione dei diritti d’autore, oltre a re-investimento di guadagni illeciti. Tuttavia, ulteriori aspetti emergenti dall'indagine hanno riguardato l'individuazione di pratiche ben più gravi, queste legate alla commercializzazione di contenuti illegali tra cui video e foto pedopornografici.

La Guardia di Finanza ha quindi intensificato le sue indagini, portando all'arresto del promotore, ritenuto una figura chiave nella gestione di questa rete criminale.

La rete di clienti e i metodi di pagamento

Le indagini hanno fatto emergere che il servizio IPTV illegale era utilizzato da circa 6000 utenti, i quali avevano accesso a contenuti attraverso 46 diversi siti web, di cui diversi sono stati successivamente inibiti o sequestrati. Tra questi, uno dei più significativi era il così detto “sito madre”, progettato per re-indirizzare gli utenti verso nuovi link ogni volta che la pagina originale veniva bloccata. Questo sistema di re-indirizzamento era chiaramente concepito per eludere le misure di sicurezza e le restrizioni, dimostrando un'organizzazione ben strutturata.

La modalità di pagamento prevedeva cifre variabili: abbonamenti mensili a partire da 10 euro, fino a 80 euro per quelli annuali. Inizialmente gli utenti potevano pagare in contante o tramite bonifico, una scelta che, presumibilmente, ha reso più facile la loro identificazione. Successivamente, circa 2000 utenti hanno optato per pagamenti in criptovaluta, utilizzando 64 portafogli digitali che sono stati anch'essi soggetti a congelamento. Il volume d’affari generato da questa attività illegale ha superato gli 850.000 euro, una cifra che dimostra la portata del fenomeno.

Le scoperte sorprendentemente gravi

Durante le operazioni di perquisizione, la Guardia di Finanza ha fatto delle scoperte inquietanti all’interno della struttura in cui operava la centrale IPTV. Gli agenti hanno ritrovato una sala server abusiva, con attrezzature moderne utilizzate per generare criptovalute. A questo si aggiunge l'individuazione di una serra indoor ben attrezzata dove il principale indagato produceva sostanze stupefacenti provenienti dalla cannabis, rendendo evidente una gestione criminale ben oltre la sola pirateria informatica.

In aggiunta, la situazione è diventata ancora più critica con il ritrovamento di circa 1600 file contenenti materiale pedopornografico, venduti tramite diversi gruppi WhatsApp con un listino prezzi specifico. Questo aspetto della vicenda ha innalzato notevolmente il livello di gravità delle accuse e ora coinvolge anche i compratori di tali contenuti illeciti.

Le conseguenze legali per gli indagati e i clienti

Le misure cautelari stabilite nei confronti degli indagati sono severe, con il promotore in stato di custodia cautelare in carcere, mentre i due complici dovranno presentarsi quotidianamente alla polizia giudiziaria. Una caratterizzazione del caso che evidenzia l'impegno delle forze dell'ordine nel contrastare attività illecite di questo tipo.

Per quanto riguarda gli utenti del servizio IPTV, sono in arrivo sanzioni amministrative significative. Le multe per coloro che hanno usufruito di questi contenuti non autorizzati possono variare da 150 a 5000 euro, garantendo così un impatto economico sulle spalle di chi ha contribuito a sostenere questa rete illegale. Questa situazione mette in luce la necessità di una maggiore consapevolezza riguardo alle conseguenze legali delle proprie scelte online.

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