Sforzi discutibili del DOGE per creare un database interagenziale mette a rischio la sicurezza dei dati

Il Comitato denuncia rischi per la privacy e la sicurezza informatica nel tentativo del DOGE di creare un database master interagenziale, sollevando preoccupazioni su pratiche operative e normative.

Il documento emesso dal Comitato rivela preoccupanti dettagli su come il Dipartimento dell’Occupazione e della Governance Elettronica stia cercando di integrare informazioni sensibili originarie di agenzie federali come la Social Security Administration , l’Internal Revenue Service e il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani . Questo tentativo, volto a realizzare un database master interagenziale, desta aspre preoccupazioni riguardo alla sicurezza informatica e alla tutela della privacy, con il rischio di abusi e violazioni normative.

Obiettivo bipartisan verso la condivisione dei dati

Da tempo, il Congresso lavora per migliorare la collaborazione tra le agenzie federali e rendere più efficiente il servizio ai cittadini attraverso la condivisione dei dati. L’idea è quella di costruire un sistema che permetta di dare risposte più rapide e precise, migliorando la qualità dei servizi pubblici. Tuttavia, l’approccio attuale del DOGE sembra andare contro questa visione. Le informazioni rese note dal Comitato suggeriscono che la metodologia con cui il DOGE sta procedendo ignora pericolosamente le delicate considerazioni legate alla cybersecurity e alla protezione dei dati personali.

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Dalla documentazione emersa, si apprende che al fine di sfuggire ai controlli di sicurezza della rete, ingegneri del DOGE hanno ideato dei computer specializzati in grado di garantire accesso indiscriminato a reti e database di agenzie diverse. Questo tipo di soluzione, se realizzata, potrebbe generare rischi operativi senza precedenti, minando il principio della sicurezza a zero fiducia, una misura fondamentale per evitare che una violazione in una singola agenzia possa propagarsi attraverso l’intero governo.

Pratiche preoccupanti e privacy a rischio

Ulteriori dettagli sulle operazioni del DOGE, rivelati dal Comitato, mostrano come alcuni membri stiano assemblando zaini contenenti laptop in grado di accedere ai sistemi di diverse agenzie. Utilizzando tali dispositivi, il personale del DOGE sta cercando di combinare database che attualmente sono gestiti in maniera separata da più enti federali. Questa pratica non solo solleva interrogativi sulla sicurezza delle informazioni, ma mette anche in discussione il rispetto delle normative vigenti riguardanti la privacy e la protezione dei dati sensibili.

Questa situazione evidenzia un potenziale fallimento nella gestione dei progetti tecnologici da parte del DOGE, da sempre impegnato nel miglioramento dei servizi pubblici. Gli sforzi per centralizzare i dati potrebbero risultare quindi controproducenti se realizzati senza adeguate misure di sicurezza. Pertanto, è fondamentale che qualsiasi iniziativa volta a favorire l’interoperabilità tra agenzie federali avvenga nel pieno rispetto della legalità e della tutela dei cittadini.

Il futuro della gestione dei dati federali

Proseguendo su questa strada, il DOGE dovrà ripensare radicalmente il proprio approccio alla gestione dei dati e collaborare con esperti di sicurezza informatica per garantire la protezione delle informazioni sensibili. La creazione di un database interagenziale non può avvenire a discapito della sicurezza dei dati e della privacy, anzi, dovrebbe essere supportata da forti misure di protezione.

L’attenzione del Congresso verso la condivisione dei dati non è mai stata così necessaria. Ciò evidenzia l’importanza di creare un sistema integrato, che funzioni in modo sicuro e trasparente, rispettando le normative sulla privacy e la protezione dei dati. La sfida è quella di unire la necessità di maggiore efficienza nei servizi pubblici con la responsabilità di proteggere informazioni personali e sensibili. La strada da percorrere è difficile, ma fondamentale per garantire la fiducia dei cittadini nel sistema federale.

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