Scandalo Seagate: dischi rigidi usati venduti come nuovi in tutto il mondo

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Nei primi mesi del 2025, alcune segnalazioni allarmanti hanno iniziato a circolare riguardo a dischi rigidi Seagate venduti come nuovi, ma che in realtà risultano essere già stati utilizzati. Questa situazione, emersa inizialmente in Germania e successivamente in altri paesi come Australia, Giappone e Thailandia, ha suscitato preoccupazione tra gli utenti e i rivenditori. Secondo un'indagine condotta dalla rivista tedesca Heise, molti di questi dischi provenirebbero da mining farm cinesi, luoghi dove il loro utilizzo intensivo per l’estrazione di criptovalute avrebbe accumulato ore di funzionamento ben superiori a quelle dichiarate al momento della vendita.

La scoperta inquietante degli utenti

A partire da gennaio 2025, diversi acquirenti hanno notato che alcuni hard disk Seagate, promossi come nuovi, mostravano un numero di ore di attività sorprendentemente alto. I dati indicano che a molti di questi dischi erano state già registrate oltre 10.000 ore di utilizzo e, in alcuni casi estremi, addirittura tra le 15.000 e le 50.000 ore. Questi ritrovamenti hanno sollevato interrogativi sulla provenienza effettiva di questi dischi rigidi e sulla loro condizione reale.

La comunicazione di Seagate al sito Tom’s Hardware è chiara: “Seagate non vende o distribuisce drive fraudolenti ai rivenditori.” L’azienda ha esortato i venditori a rifornirsi esclusivamente da partner certificati per evitare inconvenienti di questo tipo, mettendo in discussione la gestione della supply chain dei rivenditori.

Il ruolo della tecnologia S.M.A.R.T. nel rilevamento dei dischi usati

Per gli utenti colpiti da questa problematica, l'utilizzo della tecnologia di monitoraggio S.M.A.R.T. è diventato fondamentale. Questa tecnologia permette di monitorare lo stato di salute dei dischi rigidi e di fornire informazioni circa il loro funzionamento. Tuttavia, per ottenere un'analisi più approfondita, è necessario interrogare i valori FARM , che offrono una visione dettagliata delle reali ore di utilizzo.

La disponibilità di strumenti ad hoc per la diagnostica ha permesso agli utenti di comprendere meglio lo stato dei dischi acquistati e, nel caso in cui i dischi indicassero un utilizzo anomalo, i proprietari possono contattare i rivenditori per discutere eventuali rimborsi o cambi.

I rivenditori e la loro reazione al problema

Di fronte a questa situazione, molti rivenditori hanno risposto in maniera varia quando sono stati accusati di vendere dischi usati come nuovi. Alcuni hanno consigliato ai clienti di contattarli immediatamente nel caso riscontrassero anomalie, mentre altri hanno fatto riferimento alle politiche di garanzia. Tuttavia, la mancanza di chiarezza e di informazioni dettagliate ha alimentato il malcontento tra gli acquirenti, alcuni dei quali hanno lamentato l'impossibilità di ottenere risposte esaustive.

Da parte sua, Seagate ha preso le distanze da questa vicenda, ribadendo che distribuisce solo dischi nuovi e ha avviato un'indagine per capire come sia stato possibile che dischi usati siano finiti sui mercati.

La provenienza problematica dei dischi e le precauzioni da adottare

È plausibile che questi dischi rigidi siano stati prelevati da mining farm dismesse, locali dove venivano utilizzati intensivamente per il mining di criptovalute. Queste strutture, non essendo più economicamente sostenibili, potrebbero aver visto i propri dispositivi venduti sul mercato con l'inganno. La preoccupazione resta alta, poiché i dischi usati presentano un rischio maggiore di malfunzionamento e affidabilità ridotta.

Per evitare problemi simili in futuro, gli acquirenti sono invitati a prestare particolare attenzione nell'acquisto di componenti tecnologici. Rivolgersi a rivenditori fidati, verificare le garanzie e le politiche di reso potrebbe essere la chiave per evitare delusioni e situazioni poco chiare. Con l'attenzione verso la qualità e l'affidabilità dei prodotti sempre più cruciale, è fondamentale fare scelte informate in un mercato in rapida evoluzione.

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