Il clima nell’industria tecnologica è in fermento, in particolare per il destino di TikTok negli Stati Uniti e le recenti decisioni di Google riguardo le sue politiche interne. Durante il recente NBA All-Star Technology Summit a San Francisco, le cruncialità di queste questioni sono emerse in modo prepotente. Scopriamo quindi gli sviluppi salienti in merito a TikTok e Google, con lo sguardo rivolto a un settore in rapida evoluzione.
TikTok ritorna negli store: il chiarimento di Shou Chew
Mercoledì, i dipendenti di ByteDance hanno assistito a un'importante riunione aziendale con il CEO di TikTok, Shou Chew. Tra le varie questioni toccate, il destino dell'app in territorio statunitense era, senza dubbio, il tema cardine della discussione. Chew ha espresso fiducia nella possibilità di stabilire un miglioramento della situazione. Secondo quanto riportato nella trascrizione dei suoi interventi, Chew ha detto: “Siamo fiduciosi nella possibilità di fare progressi rapidi per stabilizzare la situazione”.
Il giorno successivo, una importante novità: Apple e Google hanno ripristinato TikTok nei loro store americani, a seguito di una garanzia scritta ricevuta dal procuratore generale Pam Bondi. Questo ha revocato in parte le preoccupazioni riguardanti possibili sanzioni pecuniarie. Tuttavia, il contenuto di questa comunicazione non è ancora stato reso pubblico e né TikTok né i colossi tecnologici vogliono commentare.
Chew ha poi accennato agli errori politici che hanno portato a questo momento critico per l’app, affermando che, sebbene il percorso fosse complesso, ci sarebbero stati segnali di crescita e ripresa. Nonostante l'assenza dall’App Store statunitense, TikTok sta superando gli obiettivi di coinvolgimento degli utenti. Tuttavia, è importante sottolineare che, pur non essendo il mercato americano il principale per numeri o entrate, rimane di fondamentale importanza dal punto di vista dell'influenza mediatica.
La fase di crisi ha spinto TikTok a mettere in atto una campagna di pressione, coinvolgendo anche i creatori di contenuti. Alti dirigenti hanno condotto sessioni di domande e risposte per chiarire la legalità della presenza dell'app sugli store. Durante questi incontri, si è parlato anche di problemi tecnici che stavano affliggendo l'applicazione, come difficoltà nella gestione delle funzionalità relative ai regali virtuali. Non è, però, chiaro se tali problemi siano stati risolti ora che TikTok è tornato sugli store.
In un contesto tuttavia ancora incerto, Chew ha lanciato un avvertimento riguardo possibili futuri licenziamenti, affermando che l’azienda deve essere nel giusto assetto. Parole quindi che non promettono solo stabilità dopo il ritorno dell’app ma che sollevano anche interrogativi riguardo il futuro occupazionale di molti dipendenti.
Google e il cambiamento delle politiche su DEI e uso dell'intelligenza artificiale
Anche Google ha affrontato momenti critici durante il suo incontro settimanale “TGIF”. In questo frangente, i dipendenti hanno cercato di ottenere maggiori chiarimenti riguardo all’interruzione dei programmi di Diversità, Equità e Inclusione e sull’uso dell'intelligenza artificiale in ambito militare. Il CEO Sundar Pichai ha ribadito quanta importanza l’azienda dia all’assunzione di talenti e alla creazione di opportunità, ma ha confermato i cambiamenti in atto.
Melonie Parker, ex capo delle politiche di diversità, ha annunciato che i programmi di formazione legati a DEI subiranno modifiche significative e, in alcuni casi, saranno addirittura depennati. Questa decisione pare sia legata anche alla posizione di Google come appaltatore federale, il che implica obblighi legali che l'azienda deve rispettare.
Il legale di Google, Kent Walker, ha risposto a domande sull’uso dell'IA in contesti di difesa, ma le sue dichiarazioni sono risultate poco dettagliate. Ha parlato in modo vago di mere “linee rosse” sull'impiego delle tecnologie, senza però definire esattamente quali siano. Le polemiche non mancano, poiché l'uso dell'IA per gestire alcune domande dei dipendenti durante le riunioni TGIF ha suscitato critiche tra i collaboratori, che percepiscono una mancanza di trasparenza.
Nell'ambiente tech si respira quindi un'aria di grande incertezza, sia per TikTok che per Google. Le aziende sono chiamate a navigare acque tempestose, tra ambizioni, rischi e aspettative di stakeholder sempre più esigenti.