Apple ha ufficialmente confermato il rinvio del tanto atteso aggiornamento di Siri, la sua assistente virtuale, spiazzando gli appassionati e gli addetti ai lavori. Dopo diverse indiscrezioni circolate il mese scorso, la notizia giunta dalla compagnia di Cupertino segna un momento delicato per il colosso tecnologico, il quale sembra dover fare i conti con le aspettative create durante l’ultimo WWDC.
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Problemi di affidabilità e prestazioni instabili
Secondo un’analisi dettagliata di un incontro interno di Apple, riportata da Bloomberg, emergono le ragioni fondamentali del rinvio. Il senior director Robby Walker ha descritto la situazione come “brutta”, sottolineando che Siri 2.0 opererebbe come previsto solo tra il 66 e l’80% delle volte. Un margine di errore così elevato non è accettabile per un prodotto destinato al grande pubblico. Walker ha messo in discussione l’introduzione di tali funzionalità suggerendo che, sebbene l’intelligenza artificiale commetta errori, un tasso di fallimento di circa uno su tre rende difficile una presentazione convincente.
Il rinvio, quindi, si rende necessario per poter migliorare l’affidabilità del sistema. Walker ha affermato che l’obiettivo è innalzare queste percentuali per fornire agli utenti un’assistente su cui possano davvero contare. Anche se i concorrenti potrebbero lanciare prodotti con standard di qualità inferiori, Apple vuole garantire che la sua offerta sia all’altezza.
Funzionalità già promettenti, ma ancora da perfezionare
Le problematiche di Siri 2.0 non nascondono però un potenziale notevole. Dalla relazione emerge che l’assistente è in grado di eseguire comandi con abilità che metterebbero in difficoltà anche la versione attuale. Ad esempio, Siri sarebbe riuscita a rilevare un numero di patente su comando e a localizzare foto specifiche. Inoltre, si è parlato di come Siri possa manipolare le applicazioni tramite comandi vocali, integrando contenuti in e-mail e aggiungendo destinatari.
La luce promettente di queste funzionalità potrebbe sembrare in contrasto con i problemi di prestazione, ma mette in evidenza gli sforzi di Apple nel rendere Siri un assistente molto più utile e versatile. L’azienda sa di avere del lavoro da fare per portare queste innovazioni agli utenti finali in modo affidabile.
Ipotesi di lancio e impegni futuri
La scadenza iniziale per il rilascio di Siri 2.0 coincideva con il lancio di iOS 19 e, si presumeva, dell’iPhone 17. Tuttavia, Walker ha fatto sapere che non è affatto certo che questa tempistica possa essere rispettata. Altri progetti interni potrebbero avere priorità, rendendo il percorso di rilascio incerto.
Nonostante l’ottimismo manifestato da Walker riguardo alle potenzialità di Siri, i paralleli tracciati con AirPower, il caricabatterie wireless abbandonato dopo essere stato annunciato nel 2017, non gioveranno alla reputazione di Apple. L’azienda non può permettersi di rimanere indietro in un mercato in cui Google e Amazon stanno continuamente innovando. Con Google Assistant in fase di pensionamento per far spazio a Gemini e Amazon che presenta Alexa Plus, Apple deve assicurarsi che Siri 2.0 non rappresenti un ulteriore passo falso.