Realtà virtuale sulla pelle: nuove ricerche promettono livelli di immersione mai visti!

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Grazie all'approdo di visori sempre più sofisticati, l'esperienza di immersione nella realtà virtuale sta divenendo sempre più affinata ed efficiente. Tuttavia, presenta un grande difetto principale (in verità, ben più di uno!): il mancato coinvolgimento adeguato degli altri sensi, tranne la vista.

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Qualche operatore ha cercato di creare delle primordiali interazioni con il tatto, cercando di inserire degli oggetti reali all'interno dell'esperienza visiva virtuale, ma per il momento le sperimentazioni sembrano essere troppo timide per poter permettere di esprimere un primo parere ponderato su quel che è, e su quel che sarà.

Nuove sperimentazioni in vista

Sulla base delle premesse sopra esposte, non stupisce - dunque - assistere all'approdo di alcune interessanti sperimentazioni che cercano di muovere con decisione verso sistemi complementari che possano creare mondi virtuali più immersivi di quanto finora siamo stati in grado di apprezzare.

Uno dei più interessanti, almeno per quanto concerne le potenzialità - riguarda quello dell'Hasso Plattner Institut in Germania, secondo cui sarebbe presto possibile far sentire sulla pelle di qualsiasi utente il mondo virtuale. Ma in che modo?

Il sistema Hasso

Stando a quanto è stato reso noto ai media, il sistema dell'Hasso Plattner Institut è composto da una serie di elettrodi che possono essere applicati su braccia e gambe, e che sono in grado di lavorare congiuntamente e in maniera integrata al visore.

Quanto sopra sta a significare che nel momento in cui ci avviciniamo virtualmente a un muro, gli elettrodi possono attivare determinati muscoli utili per poter sentire "realmente" cosa stiamo toccando. La stessa cosa accadrebbe nel momento in cui si compiono altre azioni di interazione con il mondo virtuale, come ad esempio la manipolazione di un oggetto, il lancio degli stessi, e così via.

È presto per gioire!

Anche se la novità è davvero molto ghiotta, è certamente presto per poter esultare e parlare di una rivoluzione nel mondo della realtà virtuale e della realtà aumentata. Per il momento si tratta infatti di un mero concept che andrà approfondito con ulteriori prototipi, visto e considerato che quanto finora realizzato dai ricercatori sembra essere più che altro una base per poter arrivare a ulteriori studi.

Ad ogni modo, la strada sembra essere ben tracciata. Il modello che i ricercatori hanno creato può infatti essere declinato in numerose varianti, riuscendo così ad essere applicabile non solamente nel campo dei giochi, che probabilmente saranno i primi fruitori di una simile evoluzione, quanto anche nel mondo dello sport, in quello militare e della riabilitazione motoria.

Insomma, una nuova breccia nell'evoluzione dei lavori sulla realtà virtuale sembra essere adeguatamente aperta. Il sentiero dell'ulteriore aggiornamento delle esperienze in termini di immersività della propria relazione virtuale consente di ben sperare che numerosi operatori (e non solamente quelli già attualmente impegnati nel settore) possano giocare la loro parte in maniera proattiva, andando a realizzare interessanti sperimentazioni, non solamente legate al mondo dell'entertainment.

Che si tratti di una "via" non maestra, ma ben battuta, è d'altronde noto. Qualche giorno fa vi informammo sui nuovi progetti di Disney, che ha avuto modo di sperimentare un nuovo progetto con il quale intende integrare gli oggetti reali nella realtà virtuale. Si tratta dunque, per certi versi, di un progetto potenzialmente più semplice di quello dell'istituto Hasso (visto e considerato che gli oggetti saranno percepiti non attraverso il sistema virtuale, bensì mediante il contatto con la realtà), ma che ribadisce quanto possa essere alto il livello dell'ambizione di quegli operatori che desidera condurci in un mondo molto più coinvolgente ed emozionante...

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