I visori per la realtà virtuale non stanno vendendo come da attese.
...ma, in fondo, pochi erano gli osservatori di mercato in grado di ritenere che i primi mesi di disponibilità dei nuovi device per la realtà aumentata / virtuale potessero realmente fare il botto, visto e considerato che i prezzi di vendita sono ancora troppo alti, e i contenuti di qualità sono ancora troppo pochi.
Unica eccezione è (forse) rappresentata da Sony, che almeno in parte è riuscita ad arginare l'emorragia di interesse nei confronti di quella che avrebbe dovuto rappresentare (e forse rappresenterà) una interessante frontiera per il prossimo futuro dell'entertainment.
Tanti investimenti, pochi incassi
Da Facebook a Sony, da Samsung a Google, sono numerose le big corporate pronte a investire sul settore dei visori per la realtà virtuale, poi tradottisi in speciali caschetti da indossare per poter entrare in mondi virtuali, navigare su Internet, giocare ai videogames, guardare un film o un documentario, e così via.
Investimenti milionari, dicevamo. Che, tuttavia, si son dovuti scontrare fin dalle premesse con un velato scetticismo degli analisti, che non hanno mancato di sottolineare in maniera molto critica quanto lenta sia stata la progressione delle vendite, in un mercato evidentemente ancora acerbo di soddisfazione per gli operatori che vi sono entrati con grandi ambizioni.
Naturalmente, che i risultati più interessanti non potessero arrivare subito lo avevano capito anche i responsabili delle principali aziende protagoniste che, invero, non demordono. Mark Zuckerberg, chief executive officer di Facebook, si dice essere convinto che i visori per la realtà virtuale replicheranno il successo degli smartphone (chi si ricorda dello stentato sviluppo dei videofonini, poi sostanzialmente assorbiti dai cellulari di nuova generazione?), e per questo motivo non molla la presa sulla sua Oculus, la società specializzata nella realizzazione di visori, acquistata nel 2014 dalla propria compagnia.
Sony, unica eccezione nel mercato
Come anticipavamo all'inizio di questo nostro breve approfondimento, unica eccezione del comparto sembra essere rappresentata da Sony, che per sua stessa ammissione ha annunciato di aver venduto più visori per la realtà virtuale di quanto potesse prevedere. Il merito è intuibilmente della disponibilità di videogiochi e contenuti multimediali abbinati alla PlayStation, e in grado di conferire un immediato valore aggiunto distintivo ai possessori del proprio VR (presumibilmente, chi ha giocato - come noi! - a Resident Evil 7 con il visore per la realtà virtuale, sa bene a cosa ci riferiamo). Inoltre, VR funziona semplicemente collegando il dispositivo alla PlayStation, senza richiedere la disponibilità di computer costosi e potenti, come invece potrebbero fare altri visori.
Peraltro, non solamente le vendite della PlayStation VR sono state molto soddisfacenti in Giappone, patria particolarmente attratta dalle novità tecnologiche, bensì anche nei nostri confini e più in generale nei Paesi occidentali, laddove il VR è già disponibile. La domanda - sostengono dalle parti di Sony - è stata talmente elevata da richiedere un incremento della produzione, e la società confida di incrementare ulteriormente il proprio ritmo di output, in concomitanza con la disponibilità del visore nei mercati sudamericani.
L'esempio di Sony è la soluzione che tutti cercavano?
A questo punto verrebbe da domandarsi se la soluzione di Sony non possa essere giudicata l'ideale scelta strategica per gli altri operatori. Il visore di Sony non è certamente il più potete sul mercato, ne quello che può garantire il miglior effetto "wow". Tuttavia, è anche un ottimo compromesso, che fornisce ai videogiocatori la giusta esaltazione, e costa "solo" 399 euro: non certo un'inezia, ma comunque un livello di prezzo inferiore a quello dei concorrenti. Insomma, una via di mezzo accorta e attenta, che ha permesso a tutti coloro che desiderano sperimentare la realtà virtuale di poterlo fare con buoni contenuti, senza spendere troppi soldi.
Naturalmente, quanto sopra non è certamente un invito ad appiattire le offerte verso il basso. Anzi, riteniamo che alcuni concorrenti, come Oculus con il suo Rift (forse il miglior visore attualmente disponibile) possano far bene a sviluppare ulteriormente la qualità del prodotto per poter creare un vantaggio competitivo degno di nota. Non ci rimane dunque che attendere le novità del settore (occhi aperti sul Vive di HTC)... delle quali vi terremo naturalmente informati!