I dispositivi eco-friendly sono quelli che riescono a tenere delle alte prestazioni, pur spendendo poco in termini energetici. Riescono, in altri termini, ad ottimizzare perfettamente quanto assorbono.
Il cambiamento climatico è un fenomeno in atto e con cui dovremo sempre di più imparare a conviverci e c'è da considerare che i gadget tecnologici hanno un impatto in merito che è notevole. Uno dei motivi è senz'altro la loro indiscussa popolarità e diffusione, oltre alle modalità e ai materiali di produzione che li riguarda. Sono da definirsi eco-fiendly tutte le produzioni che presentino un impatto minimo in termini di inquinamento, e anche sul piano del consumo energetico. Se il processo produttivo considerato è volto ad evitare degli sprechi di risorse in generale, ecco che subentra la qualifica di eco-friendly (così detto un dispositivo ecologico o eco-sostenibile). Quali sono i casi pratici da presentare come esempio?
Secondo una ricerca, condotta dal blog NerdWallet, la consolle Nintendo Switch spende meno del 50% dell'energia consumata da una Xbox e meno di due terzi di quanto consumato da una Playstation. La Nintendo Switch si può assumere dunque come esempio di dispositivo eco-friendly. dunque con attività eco-sostenibile per il pianeta, specie laddove si consideri che, per entrambi i termini di raffronto (Xbox e Playstation) vi è un consumo energetico nella norma.
E per "la norma" intendiamo un consumo in linea con le prestazioni eseguite. Come accennato, poi, non si tratta solamente del consumo energetico, anche se esso è un aspetto preponderante della questione.
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Gli altri aspetti da considerare
Fra gli altri aspetti abbiamo la considerazione dei materiali impiegati, e in generale delle risorse produttive impegnate nel processo di fabbricazione. Si è preso l'esempio delle consolle di videogiochi, facendo emergere come la Switch possa essere identificata come una "consolle verde" sul mercato. Ma il discorso è in realtà molto più esteso.
Esso infatti, arriva a comprendere ogni genere di gadget e dispositivo tecnologico. Tornando alla considerazione delle risorse, un prodotto derivante in generale dalla produzione industriale è eco-sostenibile solamente nel momento in cui l'impatto sulle risorse per produrlo si rivela basso. Ciò anche effettuando un paragone con le sue prestazioni (fonte immagine: nintendo.it).
Come spiegato da una corrispondenza via mail all'autorevole sito di tecnologia Lifewire, da parte di Mallory Strom, co-fondatrice dell'organizzazione Sustain-A-Block, in materia di sostenibilità, la qualificazione di un singolo gadget come "ecologico" necessiterebbe diverse valutazioni. Si tratterebbe in particolare di valutare, punto per punto, ogni fase connessa alla produzione, ma anche alla vita e allo smaltimento del prodotto.
Ecco dunque inquadrato un altro fondamentale aspetto per valutare la sostenibilità: come il prodotto può essere smaltito. Lì rientra il discorso sullo stoccaggio e smaltimento dei materiali, e meglio ancora se i medesimi si rivelano riciclabili per altri scopi, altre produzioni.
Come la Strom ha infatti poi ripreso nella propria comunicazione, andando più nello specifico, bisognerebbe interrogarsi sulle risorse estratte dalla terra, così come valutare il quantitativo energetico e idrico per la produzione del prodotto. Ma considerare altresì, altro punto sottolineato, le risorse da impegnare nella progettazione del prodotto. Inoltre, anche le pratiche aziendali sull'energia rinnovabile, l'estrazione mineraria e il riciclo dei materiali.
Quella sull'impiego di materiali riciclati è una vera tematica green dei giorni nostri.
L'impatto di carbonio
Anche la traccia del carbonio rilasciato è da valutare per la connotazione di eco-friendly. Una considerazione di tale segno è arrivata, sempre a Lifewire, da parte di Alex Beale, fondatore del sito a tema di ecologia e sostenibilità FootprintHero. Lo stesso Beale ha considerato come la definizione solita di eco-friendly per un gadget o un altro ritrovato tecnologico sia del tutto insufficiente.
Per una definizione completa in questo senso, il dispositivo dovrebbe comportare anche un basso impatto di carbonio rispetto alle proprie alternative sul mercato. O che comunque aiuti a ridurre l'impatto di carbonio del quale l'utente è fautore. Alex Beale considera anche che ci sono troppi modi per inquinare il pianeta. Se ne trarrebbe che un'analisi in tal senso difficilmente possa essere abbastanza approfondita.
Il riciclo dei materiali
Julia Gldstein, autrice di Material Value, intervenuta sempre a Lifewire in un intervista via mail, si è posta la domanda sui programmi di ritiro per i materiali, cioè in quale misura questi ultimi incoraggino un elevato tasso di riciclaggio dei rifiuti elettronici.
Considera altresì, da non sottovalutare, la riparabilità del prodotto, affinché possa continuare ad essere utilizzato dopo un guasto. Un prodotto quindi, fra le altre cose, non dovrebbe avere la necessità d'essere smaltito prima del necessario, per essere eco-friendly.
L'impatto degli smartphone
L'impatto ecologico degli smartphone è anch'esso non di poco conto, e non incide di meno rispetto a quello di altri dispositivi elettronici. Ad ogni modo, la considerazione derivante dall'utilizzo degli smartphone è la seguente: molti utenti, avendo a disposizione uno smartphone, non acquistano un lettore mp3 dedicato, ma nemmeno un dispositivo contapassi, un'unità GPS per la navigazione satellitare o la localizzazione. E altro ancora.
Parliamo di quella consistente fetta di utenza che si accontenta di quanto offerto dal proprio dispositivo telefonico tascabile. Lo stesso dicasi per le fotocamere. Solo per operare un raffronto, il mercato delle fotocamere si è ridotto del 40% proprio per via dell'introduzione degli smartphone (considerando l'arco di tempo a partire dall'introduzione di questi ultimi).
Ma come afferma James Black nel proprio contributo nel blog di cui sopra (Black è il fondatore del sito Wilderness Redefined), è uno spreco il modo in cui i cellulari vengono oggi utilizzati. Il riferimento è alla loro vita utile. Un utente cambia in media il proprio cellulare ogni due anni, quanto la vita utile del dispositivo sarebbe per sua natura molto più lunga.
Da qui di deduce come l'acquisto etico e "green" abbia i propri limiti anche nel comportamento del consumatore. Meglio tenersi i propri dispositivi più a lungo, e nel momento in cui li si vogliano sostituire, meglio regalarli ad un amico o un parente che ne farebbe uso, oppure piazzarli sul mercato dell'usato. Così da prolungarne il ciclo vitale e, di conseguenza, ridurne l'impatto ambientale.