Un nuovo titolo per la Nintendo Switch, intitolato "Wukong Sun: Black Legend", ha attirato l'attenzione per le sue evidenti somiglianze con il ben più noto "Black Myth: Wukong", uscito nel 2024. Venduto al prezzo di 7,99€, il gioco è già stato criticato da una parte dei fan per il suo apparente plagio, tanto da suscitare un acceso dibattito online sul rispetto della proprietà intellettuale nel settore videoludico. Nonostante le polemiche, la questione pone in rilievo l'importanza di una supervisione più attenta da parte delle piattaforme digitali per garantire contenuti originali.
Differenze di gameplay e design
A prima vista, "Wukong Sun: Black Legend" può sembrare una mera replica di "Black Myth: Wukong", soprattutto grazie al nome e all'immagine promozionale che evocano lo stesso universo culturale. Tuttavia, una volta avviato il gioco ci si rende conto che si tratta di un platform 2D, che presenta un'esperienza di gioco completa e molto diversa rispetto all'azione in terza persona proposta dal titolo di Game Science. Inoltre, il gioco occupa solamente 338 MB di spazio di archiviazione, un fattore che suggerisce una limitazione sia nelle funzionalità che nella complessità rispetto al suo predecessore.
Nella descrizione sul Nintendo eShop, il titolo promette un "mondo caotico pieno di potenti mostri", "abilità potenziate e pazze tecniche di combattimento" e una "narrazione indimenticabile". Tuttavia, queste affermazioni hanno generato scetticismo tra i videogiocatori, che si sono mostrati diffidenti nei confronti dell'effettiva qualità del prodotto finale. Non è raro, infatti, che giochi di questo tipo, pur avendo visivamente alcune attrattive, non riescano a mantenere le promesse fatte nei loro annunci.
Il contesto del plagio nel settore videoludico
Il dibattito su "Wukong Sun: Black Legend" riporta alla luce una problematiche più ampia nel panorama dei videogiochi, dove casi di plagio non sono nuovi. Già nel passato si sono verificati episodi simili, come quello avvenuto l’anno scorso con un titolo che emulava "The Last of Us", il quale fu rimosso dal Nintendo eShop dopo un’ondata di lamentele da parte dei giocatori. Si tratta di una situazione che mette in discussione non solo l’originalità dei giochi, ma anche il sistema di controllo delle piattaforme digitali che dovrebbero vigilare sulla qualità e sull’autenticità dei contenuti offerti.
In tale contesto, molti sviluppatori indipendenti si trovano a fronteggiare l'aumento di cloni e titoli scopiazzati. Un esempio recente è quello di Wren Brier, direttore creativo di "Unpacking", che ha alzato la voce contro Nintendo, lamentando la pubblicazione di giochi che sarebbero cloni evidenti e considerati da lui delle vere e proprie "truffe".
La qualità del controllo sugli store digitali
Le problematiche legate al plagio pongono interrogativi vitali sulla vigilanza e sul controllo qualità sui negozi digitali. Non solo Nintendo è al centro di queste chiacchiere, ma anche altre piattaforme, come PlayStation, hanno visto apparire titoli controversi, come una parodia di "Grand Theft Auto 6" che ha sollevato polemiche nel mese di dicembre. Gli sviluppatori e i fan si trovano così a dover battagliare per un panorama videoludico più equo, dove l'originalità possa prevalere su imitazioni poco curate.
Il dibattito su giochi come "Wukong Sun: Black Legend" mette in luce quanto sia cruciale il ruolo delle piattaforme nel garantire uno sviluppo corretto e legittimo del mercato videoludico. Con la crescita degli store digitali e l’aumento della concorrenza, è fondamentale che le pratiche di controllo vengano aggiornate e rese più rigorose. Solo in questo modo si potrà tutelare il lavoro degli sviluppatori e assicurare ai giocatori esperienze autentiche e di qualità.