OneDrive, Dropbox e non solo: quale la scelta migliore per i tuoi file?

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Tra i diversi servizi cloud per l’archiviazione di file i nomi di Dropbox e OneDrive sono di certo tra i più noti. Si tratta di due servizi per certi versi simili ma che, grazie a piccole differenze, possono comunque offrire due esperienze utente completamente diverse.

Dropbox, per esempio, offre diverse opzioni per quanto riguarda i servizi di terze parti, spaziando da Adobe Premiere a WeVideo, spaziando da LumaFusion fino a DaVinci Resolve. Si tratta di uno strumento perfetto per creativi e artisti, che si affidano al cloud per salvare i propri lavori online.

OneDrive va in direzione opposta, funzionando in sinergia con Microsoft 365 e Windows, risultando ideale nel contesto della produttività. Le sinergie con Word, Excel, PowerPoint, Outlook e OneNote.

Tra i punti in comune possiamo citare i piani gratuiti, disponibili per entrambi i servizi. Dunque, pur essendo due piattaforme valide, in questo articolo andremo a spulciare le differenze sostanziali tra Dropbox e OneDrive.

Dropbox e OneDrive: funzioni a confronto

Per confrontare due strumenti così simili, è bene iniziare con alcuni particolari che le due piattaforme hanno in comune, che rappresentano anche dei potenziali punti di confronto con altre soluzioni simili.

Sia Dropbox che OneDrive supportano i protocolli di sicurezza AES a 265 bit, con tanto di autenticazione a due fattori. Una soluzione ideale, visto che su cloud molti utenti caricano documenti o altri file potenzialmente sensibili.

Altro aspetto in comune è il supporto della sincronizzazione a livello di blocco, che sincronizza solo parti di file che sono state aggiornate (una tecnica più efficiente rispetto al ricaricamento di un intero file).

Entrambe le piattaforme offrono la condivisione avanzata dei file, con possibilità di assegnare una password, limitare il tempo di accesso al file con conseguente disattivazione del download.

Ennesimo punto d’incontro è la funzione Vault, con configurazione sicura dei file per una protezione aggiuntiva attraverso PIN o codice inviato tramite SMS. Sotto questo punto di vista vi è però una sostanziale differenza: OneDrive offre il Vault già con il piano gratuito (limitato a 3 file), mentre su Dropbox è chiesta una sottoscrizione avanzata.

Come è facile intuire, entrambe le app offrono un lavoro cross-platform, permettendo di caricare o scaricare file tanto da desktop quanto da dispositivi mobile. Andiamo dunque ad analizzare i pregi delle due soluzioni.

Le funzioni di Dropbox

Risulta simile, a grandi linee, l’esperienza utente. I servizi si basano su cartelle, con interfacce curate in entrambi i contesti, anche se in molti preferiscono Dropbox. L’app in questione viene considerata più elegante e facile da gestire da una buona fetta d’utenza.

Oltre allo storage, Dropbox mostra una certa predilezione per l’integrazione di app di terze parti. Diverse aziende, come Adobe, Hubspot, Autodesk, Canva e AWS.

Nonostante ciò, tieni presente che per integrare Dropbox con alcune piattaforme è necessario sottoscrivere un abbonamento a pagamento presso le stesse. In altri casi, invece, basta solo collegare i due ecosistemi per farli interagire tra loro.

Dropbox supporta anche altre suite di produttività, come Google Workspace. Ha anche il suo strumento integrato per l’elaborazione testi, così come quello per la modifica di PDF e persino un gestore di password.

Infine, merita una citazione l’ottimo Dropbox Replay, che consente di condividere file multimediali come audio, immagini e video.

Le funzioni di OneDrive

OneDrive è un filo indietro per quanto riguarda l’interfaccia, sebbene non sia poi così male. Diversi utenti lamentano l’assenza di una cronologia per quanto riguarda i file aperti di recente o per le ricerche interne.

I piani aziendali sono dotati di una console di amministrazione utile per gestire tutte le app all'interno della suite Microsoft 365. Tuttavia, questa è una funzionalità complessa, adatta maggiormente ai professionisti IT o di sicurezza informatica,piuttosto che per l'utente comune. Nonostante qualche interessante funzione per il rilevamento ransomware, nel complesso è qualcosa che difficilmente potresti avere la necessità di usare.

L'elenco delle funzionalità di OneDrive includono, tra le altre cose, le app di produttività Microsoft, la posta elettronica, la protezione dei dati e l’integrazione di Copilot Pro (con le sottoscrizioni avanzate).

Storia del cloud

Spazio disponibile e prezzi

Al di là delle funzioni, non va dimenticato ciò per cui sono state create queste piattaforme, ovvero lo spazio di archiviazione.

L’abbonamento Basic di Dropbox, ovvero quello gratuito, offre 2 GB di spazio senza costi aggiuntivi. In questo contesto vince la sfida OneDrive che, con la sottoscrizione gratuita si spinge fino a 5 GB.

Se passiamo a considerare gli abbonamenti avanzati, Drobox parte con il piano Plus per uso personale da 11,99 euro al mese con 2 TB di archiviazione per singolo utente. Lo step successivo è il piano Essentials per uso professionale, con i suoi 19,99 euro al mese per 3 TB di archiviazione.

Il piano Business parte da 18 euro al mese per 9 TB di spazio (per un team di 3 o più utenti). Le aziende possono invece adottare piani specifici o contattare Dropbox per soluzioni personalizzate.

Per quanto concerne OneDrive, gli abbonamenti partono dai 20 euro all’anno della sottoscrizione Microsoft 365 Basic. Oltre ai 100 GB di spazio di archiviazione, questo abbonamento offre anche tanti altri vantaggi come:

  • 50 GB di spazio per quanto riguarda la posta elettronica;
  • Versioni Web e mobile di Word, Excel, PowerPoint, OneNote e altre app;
  • Outlook, e-mail e calendario per dispositivi mobile (senza pubblicità con sicurezza avanzata);
  • La già citata protezione ransomware.

I piani più avanzati, ovvero Microsoft 365 Personal e Microsoft 365 Family costano rispettivamente 69 e 99 euro all’anno, offrendo 1 TB e 6 TB di spazio. Con i suddetti piani sono inoltre disponibili altre funzioni aggiuntive, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza informatica.

OneDrive o Dropbox: chi vince la sfida?

Molte persone apprezzano Dropbox per la sua facile integrazione di app di terze parti costituiti da servizi, sia a pagamento che gratuiti.

La sua interfaccia utente facile da padroneggiare è un grande vantaggio per coloro che potrebbero utilizzare la piattaforma con una certa frequenza. Le sue opzioni di archiviazione più ampie e variabili offrono una maggiore capacità di dati per progetti personali e non solo.

D'altra parte, molte persone potrebbero preferire OneDrive perché hanno già un abbonamento a Microsoft 365 e vogliono evitare costi aggiuntivi. Il servizio di Microsoft è anche nel complesso l'opzione più economica. La sua sottoscrizione gratuita offre un’apprezzabile quantità di spazio di archiviazione senza dover investire denaro e si sincronizza perfettamente con qualunque PC Windows.

Sebbene entrambi i servizi siano ottimi e, a seconda del singolo utente, possano essere entrambi più o meno vantaggiosi, OneDrive sembra essere quello più utile per chi vuole semplicemente avere uno spazio in cui salvare immagini, ZIP, documenti e altri file, magari nel contesto di un backup del proprio computer.

I vantaggi dal cloud computing

Il confronto con gli altri servizi

Sebbene OneDrive e Dropbox siano due dei servizi più apprezzati dal settore, non vanno comunque dimenticate altre piatteforme altrettanto valide.

Google Drive, per esempio, offre di base 15 GB gratuiti. Devi comunque tenere conto che, in questo contesto, è anche incluso lo spazio della posta di Gmail e il contenuto di Google Foto. In ogni caso, Google Drive offre la possibilità di ampliare a 100 GB lo spazio disponibile con appena 1,99 euro al mese. Per gli utenti con maggiori necessità esistono diverse sottoscrizioni fino a quella da 30 TB, proposta da Google per 299,99 euro al mese.

Se invece sei un utente Apple, puoi valutare iCloud. Il servizio in questione, oltre a offrire 5 GB di spazio gratuito, propone anche piani dal costo vantaggioso, a partire da 50 GB per appena 0,99 euro mensili.

Non mancano poi servizi meno famosi ma, non per questo, meno interessanti. Con kDrive, per esempio, si parla di 15 GB di spazio disponibile e di account e-mail incluso nella sottoscrizione gratis. Anche in questo caso è possibile ampliare, per esempio, a 2 TB lo spazio pagando una quota mensile tutto sommato abbastanza contenuta (intorno ai 5 euro).

Nonostante DropBox e OneDrive siano due delle piattaforme più famose nel settore, di fatto tutte le scelte elencate risultano ottime. Eventualmente, se non vuoi spendere denaro, puoi combinare più servizi per salvare diversi tipi di file: non è una soluzione particolarmente ordinata ma che può risultare comunque funzionale.

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