Il lancio di nuove funzionalità da parte di Google non smette mai di sorprendere. L’ultima novità, che ha debuttato a marzo, riguarda il sistema delle Connected Cameras, pensato per facilitare il livestreaming con più telecamere. Da Pixel 6 fino a Pixel 9, gli utenti possono ora connettere un dispositivo secondario per arricchire le loro trasmissioni in diretta. Scopriamo insieme come questa funzionalità può migliorare l’esperienza del livestreaming, le sue caratteristiche, e alcuni limiti attuali che potrebbero influenzarne l’adozione da parte degli utenti.
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Configurazione delle connected cameras: un processo complesso
Prima di avventurarsi nella configurazione delle Connected Cameras, è fondamentale essere a conoscenza delle restrizioni imposte. La telecamera principale, sulla quale si svolgerà il livestream, deve necessariamente appartenere alla famiglia Pixel 9, che include il Pixel 9, il Pixel 9 Pro, il Pixel 9 Pro XL e il Pixel 9 Pro Fold. Se il tuo dispositivo non rientra in questa lista, purtroppo non potrai utilizzare questo sistema.
D’altro canto, il dispositivo secondario può essere qualsiasi modello moderno della serie Pixel dal 6 in poi, oppure una GoPro dalla versione 10 in su. È importante che tutti i dispositivi siano aggiornati con l’ultima versione software, poiché eventuali problemi di incompatibilità possono compromettere il funzionamento dell’intero sistema.
Un altro passaggio cruciale riguarda l’account Google: tutti i dispositivi devono essere collegati allo stesso profilo. Sebbene sia possibile avere più account attivi su uno o più telefoni, un solo account comune deve essere utilizzato in tutto il sistema. Senza questo passaggio, le Connected Cameras non funzioneranno. Infine, è importante notare che questa funzione è limitata esclusivamente ai livestream; quindi, non è possibile utilizzarla per registrare video classici.
Una volta verificate queste condizioni, la configurazione in sé può risultare piuttosto laboriosa. È necessario seguire specifici passaggi: accertarsi che i servizi cross-device siano attivi, impostare il dispositivo principale come Camera 1 e invitare Camera 2. Dopo aver abilitato le impostazioni necessarie su entrambi i dispositivi, è possibile iniziare a trasmettere con facilità, purché tutte le procedure siano state seguite attentamente.
Utilizzo delle connected cameras: un’esperienza migliorata
Per fortuna, l’utilizzo di Connected Cameras si dimostra molto più intuitivo rispetto alla fase di configurazione. Una volta avviato il livestream in una delle applicazioni supportate, l’icona delle Connected Cameras diventa visibile. Cliccando su di essa, si apre un widget che permette di alternare tra i due dispositivi semplicemente. La telecamera principale sarà sempre identificata come “My Pixel“, mentre la secondaria apparirà con il nome del modello.
Durante il livestream, è possibile monitorare il feed di Camera 2 in tempo reale, facilitando così la transizione da una telecamera all’altra e garantendo che l’inquadratura finale sia quella desiderata. Questo aspetto è particolarmente vantaggioso per i creatori di contenuti perché consente di avere un controllo visivo prima di passare al secondo feed.
Per cambiare da Camera 1 a Camera 2, basta toccare l’icona del secondo dispositivo nel widget. Una volta avviato il timer di tre secondi, la transizione avviene istantaneamente, creando un effetto molto professionale e senza interruzioni. Gli utenti possono passare avanti e indietro come preferiscono durante l’intera trasmissione.
Questa funzionalità è particolarmente utile per chi produce unboxing, tutorial di cucina, dimostrazioni creative, e simili. L’idea di montare la camera secondaria sopra un tavolo per seguire mani e oggetti è perfetta per offrire un contenuto visivo più ricco e coinvolgente.
Connected cameras: esordio promettente, ma necessita di miglioramenti
Le Connected Cameras presentano potenzialità notevoli, ma attualmente ci sono troppi vincoli che potrebbero ostacolarne una vasta diffusione fra i creatori di contenuti. La limitazione all’uso esclusivo con i dispositivi della serie Pixel 9 e l’impossibilità di registrare video tradizionali tolgono parte della loro funzionalità. Una gestione del sistema video più flessibile, che permettesse di registrare oltre ai livestream, sarebbe un miglioramento notevole.
In aggiunta, è da sottolineare che l’audio passa da una telecamera all’altra durante la registrazione, creando potenzialmente confusione nel mix audio. Anche il collegamento di un microfono Bluetooth può creare instabilità nel sistema.
Il concetto alla base delle Connected Cameras è sicuramente interessante. Tuttavia, alla luce dell’implementazione attuale, gli utenti potrebbero trovarsi a dover fare i conti con diversi problemi che vanificano l’ottimo potenziale di questa funzione. È plausibile che Google, dopo aver osservato l’interesse degli utenti, possa apportare migliorie necessarie per rendere questa opzione più accessibile e versatile nel tempo. Sarà interessante seguire gli sviluppi futuri di Connected Cameras e valutare se e come verranno superati i limiti attuali.