Per lungo tempo ci siamo abituati ad utilizzare schermi dalle forme rettangolari ed in formato 16:9, ma negli ultimi anni c’è stata una vera esplosione dei monitor ultrawide che arrivano sulle nostre scrivanie con formati 21:9, o superiori, e con layout particolarmente allungati, e spesso anche curvi. Nell’approfondimento di oggi scopriamo pregi e difetti dei monitor ultrawide, ne valutiamo il funzionamento per utilizzo lavorativo, gaming e streaming e cerchiamo di capire se vale la pena acquistarne uno o meno.
Nel corso degli ultimi anni ho utilizzato molti schermi differenti, ma tutti accomunati dal formato 16:9 e dalle classiche forme rettangolari, più o meno allungate in una o nell’altra direzione. Per molto tempo ho poi adottato delle soluzioni multi schermo per avere più spazio a disposizione e migliorare quindi la mia produttività. Preferivo però usare un unico display per avere una soluzione più elegante ed evitare lo stacco fra uno schermo e l’altro creato dalle cornici.
Nel corso degli ultimi due mesi però ho attentamente valutato il passaggio ad un monitor ultrawide che mi permettesse di abbandonare il doppio schermo e di avere una scrivania più in ordine e con meno cavi in giro. Naturalmente il passaggio da un formato classico ad un ultrawide è una scelta drastica che va a stravolgere totalmente il modo di lavorare e di utilizzare lo schermo stesso. Grazie agli amici di Philips ho potuto riporre in garage il mio vecchio monitor e passare al nuovo monitor ultrawide da 34 pollici Philips 346P1CRH, di cui ho parlato molto bene nella recensione completa di qualche giorno fa.
Ho usato il monitor ultrawide da 34 pollici in formato 21,5:9 per più di un mese collegato al mio PC fisso con Windows 11 per il gaming e al mio MacBook Pro con Soc M1 Pro per lavoro e video editing. Nelle righe che seguono vi spiego se vale la pena acquistare un monitor ultrawide, cerco di spiegarvi pregi e difetti di questa tipologia di monitor e vi racconto la mia esperienza lavorativa, in gaming e nello streaming con questa tipologia di schermo.
Indice dei contenuti
Video di approfondimento
Prima di comprare un monitor ultrawide
Non entro nei dettagli tecnici e nella selezione dei migliori prodotti, per quelli vi rimando alla nostra guida all’acquisto dei migliori monitor ultrawide. Ci sono però alcuni importanti aspetti da valutare in fase di acquisto.
Oltre alle classiche specifiche tecniche (risoluzione, contrasto, refresh rate, tempi di risposta) è il caso di pensare se si vuole uno schermo curvo o piatto. Uno schermo curvo tende a creare maggiori riflessi e non è la soluzione ideale se si deve posizionare in una stanza molto illuminata o vicino ad una finestra, in questi casi meglio optare per uno schermo piatto.
E’ poi necessario assicurarsi di avere spazio a sufficienza sulla scrivania, non solo in termini di larghezza, ma anche di profondità. Uno schermo di queste dimensioni occupa molto spazio orizzontale, serve quindi una scrivania dalla dimensioni adeguate, ma richiede anche una seduta non troppo vicina per evitare di trovarsi troppo vicini al monitor e per non dover effettuare eccessive rotazioni della testa.
Ultimo punto banale, serve accertarsi che la propria scheda video sia in grado di reggere queste tipologie di risoluzioni e formati. Se avete una scheda recente o un PC moderno non avrete sicuramente problemi.
Poi c’è da valutare il modo di utilizzo, ma se siete arrivati fin qui probabilmente ci avrete già pensato. Ne parlo nella parte della mia esperienza a fine articolo.
Pregi e difetti di un monitor ultrawide
Passare ad uno schermo di dimensioni maggiori potrebbe sembrare, ad un primo sguardo, una operazione con soli punti a favore. Ci sono però anche dei punti negativi da valutare nel passaggio ad uno schermo ultrawide, per questo motivo ho scelto di elencare 3 pro e 3 contro.
Pro di un ultrawide
Il pannello di grandi dimensioni
Uno schermo da 29 o 34 pollici, o ancora più grande, mette a disposizione un display estremamente ampio che allarga il campo visivo e permette di avere quindi molti elementi, finestre, programmi ed app a schermo.
Tante porte a disposizione
Questi schermi sono prodotti di fascia medio/alta e mettono a disposizione un ampio numero di porte che ci permette di collegare diversi dispositivi, di sfruttare eventuali porte USB come HUB e di connetterci impianti audio. Quasi tutti questi dispositivi sfruttano la presenza di più porte per mostrare contemporaneamente due o più sorgenti video sullo schermo.
I modelli più recenti dispongono anche di porte USB-C che permettono di sfruttare un singolo cavo per la ricarica e la trasmissione video. Ho particolarmente apprezzato questa modalità sul monitor di Philips, grazie ad un solo cavo USB-C, infatti, sono riuscito a collegare il mio MacBook senza dover usare anche l’alimentatore.
Produttività al massimo
Chi è abituato a lavorare con più applicazioni aperte ed ha la necessità di passare spesso da un’app all’altra troverà il pannello enorme perfetto per affiancare due o più finestre. Avere più app a schermo, senza dover continuamente saltare fra di esse, migliora notevolmente la produttività e ci evita inutili perdite di tempo.
Contro di un ultrawide
Serve tanto posto
Il problema principale dei monitor ultrawide è relativo allo spazio occupato. Il 34 pollici che sto usando è largo più di 80 centimetri, per posizionarlo serve quindi una scrivania, o una superficie, di grandi dimensioni e solida, capace di reggere pesi importanti e superiori ai 10 kg.
Nel mio caso, per poterlo inserire nella mia postazione, si ho dovuto rimuovere due piccole mensole porta oggetti per riuscire a posizionare il tutto.
Risoluzioni non standard
L’aumento della risoluzione dei monitor ultrawide non è quella a cui siamo solitamente abituati, qui non si parla più di 2K o 4k, ma di QHD (2560×1440) o WQHD (3440×1440). Queste risoluzioni si sviluppano in orizzontale, ma tendono ad avere una verticale piuttosto ridotta.
Queste tipologie di risoluzioni sono perfette per il gaming e determinati tipi di lavoro, ma potrebbero non essere ideali per chi lavora nel settore della grafica. Per chi fa editing rimane sempre da preferire la scelta di acquistare uno schermo 4K o 5K standard al fine di evitare lo stretch delle immagini.
Prezzi non economici
L’ultimo punto a sfavore di questi schermi è il prezzo. Gli ultrawide hanno prezzi abbastanza elevati e tendono a costare di più rispetto alle controparti con formato classico.
In alcuni casi con il prezzo di un buon ultrawide si potrebbero comprare due monitor classici ed affiancarli, il tutto guadagnando superficie di lavoro.
Esperienza d’uso
Come spiegavo ad inizio articolo, ho collegato l’ultrawide da 34” al mio PC fisso, usando la DisplayPort, e al mio MacBook da 14 pollici, sfruttando la USB-C. In queste settimane l’ho usato davvero tanto sia per lavorare che per il tempo libero, ho quindi alternato scrittura, video e photo editing, streaming e gaming. Analizziamo i vari profili di utilizzo e cerchiamo di capire quali sono i più adatti ad un monitor di questo tipo.
Indipendentemente dal vostro monitor precedente, vi servirà qualche ora di utilizzo prima di abituarvi alla ridotta altezza verticale e ai maggiori movimenti della testa che dovrete compiere rispetto ad uno schermo tradizionale.
Utilizzo lavorativo
Tendo sempre a sfruttare al massimo lo spazio a mia disposizione mentre lavoro e sono abituato a lavorare con due o tre finestre affiancate, in questa tipologia di utilizzo i monitor ultrawide riescono a dare il loro meglio e sono delle macchine perfette per migliorare la propria produttività.
Grazie al tanto spazio sullo schermo si possono quindi affiancare due fogli di excel, visualizzare più pagine di un documento word, lavorare su Photoshop mentre si controllano statistiche e grafici o si guarda un film. Tutto lo spazio, come ci siamo detti, è però sviluppato in orizzontale e potrebbe non essere l’ideale per chi scrive, programma o fa un uso professionale dei programmi di editing.
Generalmente questo tipo di monitor è perfetto per l’utilizzo lavorativo di chi è abituato ad operare su più programmi allo stesso tempo ed è solito dividere lo schermo in 2, 3 o più parti.
Personalmente ho trovato la possibilità di usare più schermate di Chrome e Office in primo piano allo stesso tempo di grandissima utilità.
Per farla breve: i monitor ultrawide sono perfetti per il multitasking.
Editing foto e video
Lo possibilità di avere molto spazio a disposizione potrebbe portare a pensare di avere dei vantaggi nell’editing, questo è vero per i video ma di dimostra meno utile per il photo editing.
Nel caso dei video, ad esempio con Final Cut Pro, si riesce ad avere una timeline molto grande e molto spazio per i vari elementi. Lo spazio extra ci consente di avere un workflow fluido con anteprime di buone dimensioni, timeline molto estese, che ci permettono di effettuare tagli e modifiche molto precisi e comodi, meno scroll orizzontali, ed in generale molto spazio a disposizione per tutti i componenti e per poter lavorare meglio.
C’è però anche da considerare il fatto che la gran parte dei contenuti video è realizzata in 16:9, non in 21:9; ed in questo caso le anteprime non saranno perfette come su uno schermo 4K 16:9.
Lo spazio orizzontale torna decisamente meno utile per il photo editing. Avremo un maggior numero di elementi a schermo, ma l’immagine su cui stiamo lavorando non riuscirà mai a sfruttare il tanto spazio a disposizione e ci ritroveremo con ampie parti dello schermo vuote o inutilizzate. Qui va valutata anche la curvatura del display che potrebbe creare leggere distorsioni non accettabili da parte di un professionista del settore.
Per farla breve: video sì, foto no.
Gaming
I monitor ultrawide sono il paradiso del gaming. La quasi totalità dei titoli moderni riesce a sfruttare al meglio queste risoluzioni ed offrono quindi una maggiore immersività ed una visione periferica decisamente più ampia. Naturalmente serve anche una scheda grafica in grado di reggere l’elevato numero di pixel da gestire.
L’esperienza in gaming è assolutamente soddisfacente. La maggior larghezza offre una maggiore immersività che ci proietta ancora di più dentro ai nostri titoli preferiti e ci permette di avere un campo visivo più ampio. Le fasce laterali del display, infatti, riescono a gestire al meglio la visione laterale e allargano lo spazio di gioco aggiungendo una porzione di schermo che non saremo stati in grado di vedere su un monitor normale. Proprio grazie al formato ultrawide possiamo quindi ottenere una migliore visione periferica ed un vantaggio nei giochi online. Su Warzone, per esempio, potreste essere in grado di vedere un nemico che su un display standard sarebbe stato fuori dalla visuale.
Per contro però alcuni titoli per PC non supportano il formato 21:9 e quindi vi ritroverete con delle bande laterali nere e con la sola porzione di schermo utilizzata. Lo stesso discorso vale anche per le console, queste non supportano questa tipologia di formato e vi ritroverete a fare i conti con importanti bande nere.
Per la mia esperienza ritengo un monitor ultrawide assolutamente da preferire ad uno classico per il gaming: la maggiore immersività, l’aumento della visione periferica e, più in generale, il più ampio spazio visivo sono plus a cui è impossibile rinunciare dopo averli provati.
Per farla breve: in gaming stravince l'ultrawide!
Streaming
Chi utilizza il monitor del PC per godersi film e serie TV in streaming troverà in uno schermo ultrawide un buon compromesso, ma non una soluzione ottimale. La gran parte dei film, delle serie TV e dei video sono registrate in 16:9 e sono poche le piattaforme a fare correttamente l'upscaling a 21:9. Il risultato è quello di contenuti riprodotti in maniera eccellente, ma con importanti bande nere sui lati o, nei casi più estremi, attorno al contenuto, come accade su Netflix.
Le produzioni moderne stanno effettuando un passaggio al 21:9, ma potrebbe volerci ancora molto tempo prima che questo formato prenda effettivamente piede sulle piattaforme di streaming.
Differente, invece, se avete un file video e lo riproducete nativamente con programmi come VLC che riescono a sfruttare appieno il display. Va anche precisato che su youtube iniziano ad arrivare video in 21:9, ma non sono poi molti.
In caso di problemi è però possibile usare delle estensioni, come UltraWide Video, che vanno ad aggiustare l’aspect ratio del display permettendo di fare modifiche e crop e sfruttare tutto lo schermo a disposizione.
Per farla breve: streaming ok, ma non come uso principale.
Allora ne vale la pena? Conclusioni
Non si torna indietro!
La mia esperienza con un monitor ultrawide da 34 pollici è stata più che positiva. Durante questo mese di utilizzo ho impiegato qualche giorno per prendere confidenza, dopo i primi giorni ho adattato al meglio il mio workflow e le mie abitudini di utilizzo. L’esperienza durante l’utilizzo lavorativo è stata molto buona e mi ha permesso di usare sempre più app a schermo con ampio spazio di lavoro, in editing foto e video (anche se quest’ultimo è un utilizzo secondario per me) ho apprezzato la grandi dimensioni orizzontali e le timeline lunghe, durante il gaming e lo streaming ho amato la migliore immersività e l’effetto cinematografico. Dopo più di un mese con un ultrawide posso solo dire che non si torna indietro!
Ci tengo a sottolineare che l’acquisto di un monitor ultrawide va fatto solo dopo un’attenta analisi di quello che sarà il vostro utilizzo:
- Se avete bisogno di molto spazio per lavorare ne vale sicuramente la pena. In questo caso i grandi spazi migliorano produttività, permettono di usare più app a schermo ed ampliano timeline e grafici.
- Se lo usate per giocare e nel tempo libero ne vale sicuramente la pena. La maggiore immersività e l’ampio campo visivo regalano un’esperienza più coinvolgente rispetto a quella di uno schermo standard.
- L’unico utilizzo per cui non vi consiglio questa tipologia di monitor è legato all’editing professionale, soprattutto per chi lavora nel settore fotografico e non vuole dover fare i conti con le particolari risoluzioni ultrawide.
Se vi ho convinto ad acquistare questa tipologia di schermo, vi invito a leggere la nostra selezione dei migliori monitor ultrawide.