Il colosso tecnologico Microsoft sta facendo discutere il mercato europeo con una nuova politica di vendita per il suo dispositivo Surface Pro 11. A partire dalle ultime settimane, l’azienda di Redmond ha deciso di commercializzare il tablet senza includere l’alimentatore nella confezione, una scelta che ha suscitato diverse reazioni tra i consumatori. La decisione, comunicata come parte della strategia per la riduzione dei rifiuti elettronici, implica un costo supplementare di 90 euro per chi desidera acquistare l’alimentatore ufficiale separatamente.
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Il cambiamento nella confezione del Surface Pro 11
Questa modifica nella politica di vendita rappresenta un notevole cambiamento rispetto al debutto del Surface Pro 11, avvenuto lo scorso anno. Fino alla recente decisione, ogni confezione includeva un alimentatore, un elemento essenziale per il funzionamento del dispositivo. Con la nuova politica, la confezione del Surface Pro 11 è diventata più snella, contenente solo il tablet e un libretto di istruzioni. Da un lato, questa modifica alleggerisce il carico di rifiuti generato dall’imballaggio, ma dall’altro mette in evidenza le nuove sfide per i consumatori, che ora si trovano a dover affrontare un ulteriore esborso per la ricarica del dispositivo.
Microsoft giustifica la rimozione dell’alimentatore argomentando che un gran numero di utenti già dispone di caricabatterie compatibili, come quelli USB-C o vecchi modelli di Surface Connect. La compagnia sostiene così di contribuire alla riduzione sia dei rifiuti elettronici che delle emissioni di carbonio, promuovendo un utilizzo più efficiente delle risorse.
Il costo dell’alimentatore e le offerte attuali
Nel Microsoft Store europeo, gli utenti possono ora aggiungere alla loro spesa l’alimentatore da 65W, essenziale per la ricarica rapida del Surface Pro 11 e compatibile anche con il Surface Laptop 7. Attualmente, l’alimentatore è offerto a un prezzo promozionale attorno alla metà della cifra standard di 90 euro, ma molti consumatori si chiedono se sia veramente giusto pagare per un accessorio che fino a poco tempo fa era sempre incluso.
È interessante notare come questa modifica non riguardi il Surface Laptop 7, il cui acquisto continua a comprendere l’alimentatore. Questa disparità si spiega con i requisiti della Direttiva sulle apparecchiature radio dell’Unione Europea del 2022, che applica normative specifiche soltanto per smartphone e tablet, escludendo i computer portatili da queste limitazioni.
Una tendenza nel settore tecnologico
Quella adottata da Microsoft non è una scelta isolata. Altre grandi aziende come Apple e Google, nel loro approccio ai mercati europei, hanno implementato politiche simili riducendo gli accessori inclusi nelle confezioni. Queste pratiche, rispondenti a una logica di sostenibilità ambientale, portano però a interrogativi sulla reale efficacia dell’iniziativa. Nel caso specifico del Surface Pro 11, non è stato chiarito se verrà fornito un cavo USB-C all’interno della confezione, lasciando i consumatori in attesa di maggiori dettagli.
Sebbene la direttiva europea incoraggi le aziende a considerare l’opzione di vendere i dispositivi senza alimentatore, non impone l’obbligo di farlo pagare separatamente. La decisione di Microsoft, quindi, sembra più dettata da un equilibrio di fattori economici che da obblighi normativi.
Queste politiche, mirate a migliorare la sostenibilità ambientale, pongono interrogativi sul vero impatto sulla riduzione dei rifiuti, considerando che molti utenti potrebbero comunque acquistare l’alimentatore, generando ulteriori imballaggi. In questo contesto, i consumatori europei si trovano a negoziare una nuova realtà in cui la questione della sostenibilità si combina con l’esigenza di affrontare costi aggiuntivi non preventivati.