Meta e le sfide della regolamentazione: l'allerta di Nick Clegg dopo le decisioni europee

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L’intervento di Nick Clegg, presidente degli affari globali di Meta, sottolinea le difficoltà che il colosso americano sta affrontando in Europa in relazione alla regolamentazione della tecnologia. Queste preoccupazioni emergono a seguito delle nuove direttive del Comitato europeo per la protezione dei dati , che possono avere un impatto rilevante sulle piattaforme di intelligenza artificiale in circolazione nel continente. Clegg ha richiamato l’attenzione sulla complessità del contesto normativo europeo, evidenziando il numero elevato di leggi e enti regolatori attivi nel settore tecnologico.

Il contesto normativo europeo e le sfide di Meta

Secondo Clegg, l'Unione europea si trova attualmente in una situazione di sovraccarico normativo, con circa cento leggi specifiche sulla tecnologia e più di duecentosettanta enti regolatori operativi nei vari Stati membri. Questa complessità rende difficile per aziende come Meta navigare in un sistema giuridico che sembra essersi impantanato in adempimenti e regolamenti intricati. Clegg ha evidenziato periodicamente l'importanza del parere di Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea, in merito alle esigenze di competitività dell’Europa.

Meta si è trovata in una posizione di attesa da quando, nella scorsa estate, aveva deciso di interrompere il lancio della sua intelligenza artificiale generativa, denominata Meta AI, in risposta alla richiesta dell'Autorità di protezione dei dati irlandese . Questo passaggio, sebbene tecnico, rappresenta una pietra miliare nelle discussioni su come gestire i dati personali durante le fasi di sviluppo di nuovi strumenti basati sull'intelligenza artificiale.

L'impatto delle decisioni irlandesi e le attese di Meta

La decisione di Meta di fermare lo sviluppo della sua AI in Europa è stata influenzata dalla necessità di utilizzare dati provenienti dai social media per addestrare il suo modello. L’azienda ha inizialmente impiegato tali informazioni senza ottenere il consenso esplicito degli utenti, presentando piuttosto una opzione di opposizione che è stata giudicata insufficiente. Questa mancanza di trasparenza ha spinto Meta a sospendere i suoi piani, seppur in attesa di ulteriori chiarimenti da parte dell’EDPB e della DPC.

Clegg ha comunicato la propria frustrazione circa la mancanza di un quadro normativo chiaro da parte dell’EDPB. La responsabilità ora ricade sulla DPC, la quale ha a disposizione un insieme di informazioni aggiornate, indispensabili per prendere decisioni in merito a Meta e altre aziende come OpenAI. Recentemente, il Garante italiano per la privacy ha avviato un'inchiesta su OpenAI, a causa del rischio di violazioni dei diritti relativi al trattamento dei dati.

La questione della velocità nello sviluppo tecnologico

Clegg ha espresso preoccupazione riguardo all'inerzia nell’adottare decisioni che possano influenzare il panorama tecnologico in Europa. Sottolinea come altre nazioni stiano progredendo rapidamente nell'adozione e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, mentre l'Europa si muove più lentamente. “La velocità non deve essere confusa con imprudenza”, ha affermato Clegg, insinuando che un dibattito eccessivamente lungo potrebbe compromettere la competitività del mercato europeo.

Già nel contesto del G7 e del G20, sono svolti degli approfondimenti sulle politiche da adottare in relazione all'AI, ma Clegg ha insistito sulla necessità di un’accelerazione. Per esempio, in paesi come l’India, gli agricoltori hanno già accesso a modelli di AI più avanzati rispetto a quelli disponibili per imprenditori in città europee come Milano.

Studi comparativi: l'esempio britannico

Portando l’attenzione sull'esempio britannico, Clegg ha menzionato come il Regno Unito, pur seguendo lo stesso regolamento europeo sulla privacy, sia riuscito a consentire l’addestramento dell’intelligenza artificiale in modi più flessibili. Questa differenza di approccio mette in luce il problema della complessità normativa all'interno dell'Unione europea, dove ogni stato membro può adottare interpretazioni diverse delle stesse leggi.

I membri dell’EDPB stanno attualmente discutendo su punti chiave riguardanti il legittimo interesse, chiedendosi se sia sufficiente a giustificare il web scraping per l'addestramento di modelli di intelligenza artificiale. Le risposte a tali domande rimangono cruciali, poiché tratterebbero di come le aziende, come Meta, possano operare sulle proprie piattaforme, utilizzando i dati degli utenti in maniera più diretta rispetto a modalità di estrazione indiscriminata dalla rete.

Futuro e aspettative per Meta

Clegg ha commentato anche l’impatto dell'amministrazione americana, sottolineando la sua posizione a favore dell’innovazione e della riduzione di regolamentazioni eccessive. Ritiene che il nuovo governo potrà contribuire a un clima più favorevole per le aziende tecnologie, sebbene rimanga incerto quale sarà il loro approccio rispetto a normative esistenti.

Guardando al futuro, Clegg ha concluso affermando che il 2025 sarà un anno significativo in cui ogni individuo avrà la possibilità di avere accesso a un assistente personale basato sull'intelligenza artificiale, evidenziando così le potenzialità immense di tecnologia e innovazione in tutto il mondo.

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