Meta, la nota azienda che gestisce diversi social media, ha recentemente fatto parlare di sé per un ampio dibattito legale riguardante l’uso di un dataset di libri piratati per addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale. La questione ha attratto l’attenzione di numerosi autori, tra cui nomi noti come Richard Kadrey, Sarah Silverman e Ta-Nehisi Coates, che accusano Meta di violazione del copyright. Ciò che rende questa vicenda ancora più complessa è la posizione dell’azienda riguardo al presunto “seeding” dei file scaricati.
Meta si difende sulle accuse di seeding
Nella sua documentazione legale recente, Meta afferma di aver preso tutte le precauzioni necessarie per evitare di “seeding” i file scaricati. Per chiarire, per “seeding” si intende la pratica di condividere un file dopo averlo scaricato, il che potrebbe comportare delle conseguenze legali. Meta ha sottolineato che non ci sono prove definitive che dimostrino l’esistenza di questo seeding e, pertanto, sostiene che gli autori non siano in grado di provare che i libri piratati siano stati distribuiti attraverso la loro rete.
Questa affermazione di Meta è fondamentale per il caso in corso, poiché l’eventualità che l’azienda possa aver condiviso i libri piratati dopo averli scaricati potrebbe influenzare notevolmente l’esito del processo. Se dovesse risultare che Meta ha effettivamente partecipato a un atto di seeding, le conseguenze legali potrebbero aggravarsi, rigettando la sua difesa e dando ragione agli autori.
Contesto della disputa legale
La questione legale in corso riguarda una serie di accuse secondo cui Meta avrebbe compiuto atti di pirateria dei dati su vasta scala. Gli autori sostengono che l’azienda abbia condotto una delle più grandi campagne di pirateria dei dati nella storia, per ottenere dati testuali da utilizzare nei propri modelli di linguaggio. In particolare, i libri scaricati da biblioteche online come LibGen e Z-Library avrebbero contribuito a formare un dataset che include milioni di opere coperte da copyright.
Oltre alle accuse di violazione del copyright, i ricorrenti denunciano che il comportamento di Meta costituisce una violazione separata delle leggi californiane sul Computer Data Access and Fraud Act. Secondo gli autori, questo atto legale proibisce la rimozione non autorizzata di dati, inclusi i materiali protetti da copyright. Pertanto, la battaglia legale non si limita ad affrontare la questione del copyright, ma si espande anche in ambiti più ampi riguardanti l’accesso e l’uso dei dati.
La posizione di Meta sulla legalità del torrenting
In risposta alle accuse, Meta cerca di distaccarsi dall’immagine negativa associata al torrenting, sostenendo che questa pratica non è illegale di per sé. L’azienda afferma che si tratta di un “protocollo ampiamente utilizzato” per scaricare file di grandi dimensioni. Secondo gli avvocati di Meta, l’intento dell’azienda nel scaricare il dataset di libri piratati non era quello di violare la legge, ma piuttosto di accedere a dati da un “repository online ben noto” che era pubblicamente disponibile tramite torrent.
Questa difesa si basa sull’idea che il torrenting, se utilizzato in modo responsabile e consentito, può essere un mezzo legittimo per l’acquisizione di dati. Tuttavia, la controversia rimane aperta e, mentre il caso si sviluppa, ci si interroga su quali potrebbero essere le ripercussioni legali per Meta e per l’intero settore dell’intelligenza artificiale.
Con l’evoluzione della tecnologia e l’aumento delle preoccupazioni sulla protezione dei diritti d’autore, il risultato di questa disputa legale potrebbe avere un impatto significativo non solo su Meta, ma sull’intero settore dell’editoria e dell’IA.