Un nuovo rapporto di Reuters svela che il fornitore di Apple, Luxshare, sta considerando l’ipotesi di trasferire alcune delle sue operazioni produttive al di fuori della Cina, con un occhio particolare agli Stati Uniti. Questa decisione potrebbe essere una risposta alle tariffe commerciali imposte dall’ex presidente Donald Trump, che continuano a influenzare il mercato globale.
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La posizione di Luxshare sulle tariffe statunitensi
Durante una conferenza con analisti tenutasi mercoledì, Wang Laichun, co-fondatrice di Luxshare, ha discusso gli effetti delle tariffe imposte da Trump sulla propria azienda. Secondo quanto riportato, Laichun ha dichiarato che queste tariffe avranno un impatto limitato sugli utili e sui ricavi di Luxshare, poiché l’azienda esporta solo una piccola frazione dei suoi prodotti finiti verso il mercato statunitense. Questo chiarisce la resilienza della compagnia di fronte a tali provvedimenti e il suo approccio strategico nella gestione dei costi.
Oggi, Luxshare è un attore globale con stabilimenti e centri di ricerca ubicati in Cina, Malaysia, Thailandia, Vietnam e Stati Uniti, dove gestisce l’assemblaggio di alcune varianti di iPhone, nonché la produzione di AirPods e Apple Watch. Laichun ha ribadito l’importanza di garantire una base commerciale solida, affermando che, se le condizioni lo permetteranno, l’azienda non esclude la possibilità di soddisfare le esigenze del mercato americano attraverso una localizzazione della produzione.
Investimenti e sviluppo a lungo termine
Wang ha anche accennato a una potenziale espansione degli investimenti in Nord America, ma ha precisato che qualsiasi evoluzione richiederebbe una serie di considerazioni legate allo sviluppo a lungo termine e alla sicurezza. In particolare, l’azienda vorrebbe concentrare gli sforzi su prodotti che possano essere altamente automatizzati, suggerendo che questo approccio potrebbe ridurre i costi di produzione e migliorare la competitività nel mercato statunitense.
L’implementazione di nuove linee di produzione richiede tempi significativi, compresi uno o un anno e mezzo per avviare le operazioni in un sito dove Luxshare ha già una fabbrica. Wang ha risposto a domande riguardo alla suddivisione delle spese per le tariffe, affermando che, fino ad ora, i produttori di hardware non hanno mai sopportato i costi legati alle tariffe o alla logistica. Tuttavia, ha espresso preoccupazioni sul potenziale cambiamento nei comportamenti dei consumatori, che potrebbero cercare prezzi più bassi a causa delle tariffe.
La strategia di Luxshare e il panorama competitivo
Le dichiarazioni di Luxshare non forniscono un quadro chiaro riguardo alle effettive strategie che l’azienda intende adottare in risposta alle tariffe di Trump. Questo non sorprende, considerando le politiche commerciali imprevedibili che caratterizzano l’amministrazione Trump. Ciò che sembra emergere è un tentativo di mantenere aperti i canali di comunicazione con l’ex presidente, ricercando una possibile clemenza attraverso promesse vaghe riguardo al trasferimento di produzione.
Va notato che Luxshare sembra interessata principalmente a spostare solo quella produzione che fa uso di un grado significativo di automazione, il che potrebbe limitare i posti di lavoro creati in relazione a ciò che Trump aveva auspicato con le sue politiche tariffarie. Questo sviluppa una narrativa complessa che coinvolge industrializzazione, impatto sui lavoratori e le conseguenze sulle scelte di consumo in un mercato in continua evoluzione.
La situazione di Luxshare rimane sullo sfondo di un dibattito più ampio riguardo alla produzione globale, alle tariffe e alle dinamiche commerciali fra Cina e Stati Uniti, richiedendo sia un’attenta analisi delle mosse aziendali sia una comprensione delle forze economiche in gioco.