Dagli smartphone ai laptop, dai tablet agli smartwatch ormai tutti noi carichiamo più dispositivi ogni giorno e nella maggior parte dei casi utilizziamo un cavo USB. Una domanda che in molti si fanno è se la lunghezza del cavo utilizzato sia un dettaglio importante. Se si usa un cavo di lunghezza maggiore si rischia di allungare i tempi di ricarica? Quanto è meglio sia lungo il cavo e quali sono i pro e i contro nell’avere un cavo lungo? Queste sono domande molto diffuse a cui non si può rispondere in maniera rapida. Per avere una risposta è necessario prendere in considerazione diversi fattori e variabili. In questo articolo ti aiutiamo a fare chiarezza sull'argomento cercando di darti utili informazioni su quali cavi è meglio usare e perchè. (Le indicazioni qui presenti valgono per tutti i cavi USB: USB Type A, USB Type C, Mini USB... ecc.)
La lunghezza del cavo USB è importante?
La lunghezza di un cavo USB può influire sulla quantità di energia fornita da un'estremità all'altra, ma ci sono diverse altre variabili da prendere in considerazione. La lunghezza del cavo è un dettaglio importante da tenere in analisi, ma non è l’unico. Non si può semplicemente dire che se utilizzi un cavo USB lungo avrai una velocità di ricarica inferiore o che una ricarica più veloce viene sempre fornita con un cavo più corto.
Bisogna premettere che quando la corrente elettrica passa attraverso un filo, questo non è un flusso libero. La corrente, infatti, incontra resistenza e questo provoca una perdita di energia che fa diminuire la tensione. Più lungo è un filo, maggiore sarà la resistenza che la corrente elettrica dovrà affrontare e maggiore, quindi, sarà il calo di tensione. Per fornire un esempio concreto possiamo dire che un cavo di un metro, in linea di massima, incontrerà meno resistenza rispetto ad un cavo di due metri. Tuttavia, la resistenza che la corrente incontra quando scorre tra due punti dipende da diversi fattori. In questi casi, infatti, è importante non solo la lunghezza del filo ma anche la sua area nella sezione trasversale, la temperatura e il materiale utilizzato nel filo.
La resistenza, infatti, accresce con l'aumento della temperatura. Quindi, se stai caricando un dispositivo quando la temperatura è alta anche la resistenza sarà maggiore rispetto a quando la temperatura è più bassa. Oltre a queste variabili bisogna sempre ricordare che la resistenza incontrata è inversamente proporzionale all'area della sezione trasversale. Ciò significa che se un filo è più spesso la corrente otterrà meno resistenza, mentre se il filo è più sottile la resistenza sarà maggiore. Solitamente lo spessore del filo viene comunemente misurato in calibri ed è importante ricordare che un numero di calibro più basso indica un filo più spesso, mentre uno più alto significa che il filo è più sottile. Quindi i fili di calibro inferiore producono una resistenza inferiore mentre i fili di calibro superiore producono una resistenza (e quindi anche un calo di tensione) maggiore.
Infine, tieni conto che la resistenza elettrica dipende anche dal materiale di cui è fatto il filo. L'argento è un materiale che produce una bassa resistenza, seguito da rame, oro e alluminio. I cavi USB in genere vengono realizzati in rame poiché è più economico dell'argento. Tutto sommato, quindi, si può dire che la lunghezza del cavo USB incide sulla velocità di ricarica ma la sua influenza è agli occhi dell’utente davvero minima e trascurabile. Diverso, invece, è il fattore del calo di tensione (dovuto alla resistenza) che spesso può essere abbastanza significativo da essere evidente all'utente finale. In questo caso, però, un ruolo importante lo giocano i produttori di cavi che nella scelta del materiale e del calibro devono tenere conto di questo fenomeno.
Il ruolo dei produttori di cavi USB
Ormai è diventato chiaro che potrebbe esserci un calo di tensione maggiore se si utilizza un cavo USB più lungo e più sottile. Ma, come accennato, molteplici variabili possono influenzare il livello di tensione e il più importante tra questi è sicuramente il calibro del filo. La temperatura e il materiale del filo non contano tanto perché la maggior parte dei cavi USB sono prodotti in genere con fili di rame e la temperatura nella maggior parte dei casi non varia così tanto da influire in maniera percettibile.
Poiché il calo di tensione è una sfortunata realtà, i produttori di cavi USB normalmente dovrebbero tenerne conto e utilizzare cavi di calibro inferiore nei cavi lunghi per ridurre la resistenza elettrica complessiva. Purtroppo, però, non sempre è così. Se un produttore non tiene conto della resistenza (e del conseguente calo di tensione) potresti notare una significativa diminuzione di tensione nei cavi lunghi e fini con conseguente rallentamento della ricarica. I marchi inaffidabili a volte cercano di risparmiare denaro utilizzando cavi di calibro maggiore, quindi più fini, in cavi più lunghi e questo causa inevitabilmente tempi di ricarica maggiori. Oltre ai produttori di cavi anche coloro che progettano standard di ricarica rapida, come Qualcomm Quick Charge, dovrebbero tenere conto della caduta di tensione nei cavi lunghi e sottili.
Ma cosa possono fare gli utenti? Come consumatore puoi tutelarti cercando cavi che sono certificati USB-IF. USB-IF o USB Implementers Forum è un'organizzazione senza scopo di lucro che facilita lo sviluppo di periferiche (dispositivi) USB compatibili di alta qualità e promuove i vantaggi dell'USB e la qualità dei prodotti che hanno superato rigorosi test di conformità. Secondo la specifica USB-IF non dovrebbero esserci più di 500 mV (0,5 V) di calo della tensione da un'estremità all'altra di in un cavo. Quindi, se prevedi di acquistare un nuovo cavo USB lungo cerca un cavo certificato USB-IF dato che questo ti garantirà un prodotto di qualità superiore.