L'era dell'intelligenza artificiale: le promesse disattese di gadget intelligenti

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L'intelligenza artificiale avrebbe dovuto portare a un periodo di grande sviluppo per dispositivi innovativi e gadget tecnologici. Recentemente, analisti del settore avevano predetto che l'Apple Intelligence avrebbe avviato un "super ciclo" di aggiornamenti per smartphone, con un'ampia gamma di nuove funzionalità AI in grado di convincere le persone ad acquistare i nuovi modelli. Aziende come Amazon e Google avevano spiegato come i loro ecosistemi di dispositivi avrebbero reso l'informatica più naturale e personale. Nel frattempo, startup innovative stavano invadendo il mercato con gadget alimentati da ChatGPT, promettendo di mantenere tutti connessi. Tuttavia, la realtà dei fatti è ben diversa.

La promessa della rivoluzione IA

L'attesa rivoluzione tecnologica si basava sull'idea che assistenti vocali come Siri, Alexa e ChatGPT avessero raggiunto un livello tale da cambiare radicalmente il nostro modo di interagire con la tecnologia. Secondo questa visione, la digitazione e il tocco sarebbero diventati elementi del passato, sostituiti da assistenti IA in grado di eseguire compiti semplicemente dietro un comando vocale. Compagnie di ogni dimensione puntavano su questa nuova generazione di assistenti virtuali, sperando di fare il grande salto.

Il cuore di questo concetto risiedeva nella creazione di assistenti virtuali in grado di semplificare la vita delle persone, eseguendo compiti complessi con facilità, utilizzando un'integrazione fluida tra varie applicazioni e fonti di informazione. Sfortunatamente, la tecnologia non ha tenuto il passo con le attese e gli assistenti vocali rimangono ben lontani dal diventare strumenti veramente rivoluzionari. Senza di essi, la tanto attesa rivoluzione dei gadget non si è materializzata.

La delusione dei grandi marchi

Nel frattempo, l’industria tecnologica si è lasciata distrarre da modelli linguistici così affascinanti che sembra aver smesso di produrre gadget validi. Diverse aziende non hanno lanciato nuovi prodotti significativi, aspettando che l’IA maturasse. Altre, nella mancanza di idee nuove, hanno ricorso a aggiornamenti minori, etichettandoli semplicemente come "contenenti IA". Questa situazione ha reso stantio il ciclo di prodotti post-ChatGPT, in un momento che potrebbe essere stato entusiasmante. L'IA attuale non è all'altezza e questo influisce negativamente su tutto il resto.

Uno degli esempi più eclatanti è rappresentato da Apple. Dascendendo a questi frutti, Apple ha presentato ogni novità attraverso il filtro dell’Apple Intelligence. Da quando ha lanciato questo servizio durante il WWDC lo scorso giugno, gli spot promozionali tendevano a sottolineare più le potenzialità di Apple Intelligence piuttosto che il valore intrinseco dei nuovi prodotti. Tra queste, l’iPhone 16 è stato presentato come una vetrina per l'IA, anche se la tecnologia non era disponibile al momento del lancio. Persino il nuovo iPad Mini è stato spacciato come rivoluzionario grazie all'Apple Intelligence. Ma, paradossalmente, non esiste un iPad base che supporti questa funzionalità, testimoniando così scarsa coerenza nelle strategie pubblicitarie dell’azienda.

La realtà dell'Apple Intelligence

Attualmente, Apple Intelligence si limita a pochi strumenti di scrittura e a una funzione di sintesi dei messaggi, che non rappresenta il miglioramento atteso dagli utenti. La funzionalità di Siri, così importante nel contesto, è ancora ben lontana dall'essere efficace. E non è da escludere che gli utenti rischino di sentirsi presi in giro, avendo acquistato dispositivi pubblicizzati con funzionalità che in realtà non esistono ancora. Questa frustrazione si amplifica con il rinvio di lanci di prodotti legati a Siri, come il suggerito centro di controllo per la casa intelligente. Inizialmente previsto per questo mese, il lancio è stato posticipato, in parte per i problemi tecnici irrisolti relativi all’Apple Intelligence.

La stagnazione di Amazon e altre aziende

Analogamente, anche Amazon ha dovuto confrontarsi con la realtà delle aspettative dell’IA. Fino a poco fa, l’azienda era considerata una delle più innovative nella creazione di dispositivi hardware, lanciando anche migliaia di nuovi dispositivi Alexa in un solo giorno. Ma non ha rilasciato nuovi prodotti significativi dal settembre 2023. Le promesse di hardware "bello" da parte dell’amministratore delegato Andy Jassy non si sono tradotte in nulla di tangibile, contribuendo alla percezione di stagnazione di un'azienda che era sinonimo di innovazione.

Startup e nuove idee che sbagliano

La frustrazione non riguarda solo i colossi, ma tocca anche le startup che si stanno facendo strada nel mercato. Sono emerse molte iniziative con idee originali, come dispositivi indossabili con microfoni avanzati, promettendo di registrare ogni aspetto della vita dell'utente. Tuttavia, la realtà è che molte di queste invenzioni non hanno ancora convinto il mercato né dimostrato valenza pratica.

Le aziende stanno affrontando un dilemma: credono che l’IA rappresenti una svolta epocale, degna di cambiamenti clamorosi. Ma in questa frenesia, si rischia di perdere l'occasione di sviluppare tecnologie pratiche e utili. Diverse opportunità si presentano già, da aspirapolvere robotizzati più intelligenti a sistemi di controllo domotico capaci di eseguire compiti utili. L’IA, pur essendo uno strumento innovativo, non deve essere l’unico focus; piuttosto, è fondamentale utilizzare la tecnologia per rendere i prodotti più accessibili e utili.

Rimanendo bloccate nell'attesa di una perfezione non ancora raggiunta, diverse aziende perdono di vista il mercato attuale, trascurando la possibilità di realizzare prodotti più sostanziali fin dall'inizio.

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