L’attenzione verso la sostenibilità ambientale è in costante aumento, e lo dimostra un recente report che evidenzia come i consumatori stiano diventando sempre più interessati agli smartphone ecologici. Le aziende hanno ora di fronte a sé un’importante opportunità di business, che potrebbe evolversi in un cambiamento significativo nel panorama della telefonia mobile globale. Con l’avvicinarsi del Mobile World Congress, queste tematiche emergono con forte rilevanza, segnalando la direzione futura del settore.
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Ricondizionati e circolarità: un duplice vantaggio
Un’indagine condotta da GSMA, che ha coinvolto oltre 10.000 utenti in 26 paesi, ha messo in evidenza risultati sorprendenti: il 70% dei consumatori è disposto a spendere di più per smartphone considerati ecologici. Questo dato rappresenta una chiara opportunità per l’industria della telefonia mobile, incentivata a implementare pratiche più sostenibili. Il report, dal titolo “Rethinking Mobile Phones: the Business Case for Circularity”, raccoglie anche gli input di 31 operatori di telecomunicazioni, tra cui nomi noti come Verizon, T-Mobile, AT&T, Deutsche Telekom e Vodafone, che hanno già avviato modelli di business più circolari.
Dall’analisi è emerso che il 90% degli operatori sta adottando forme di modelli circolari, che spaziano dalla gestione dei rifiuti elettronici alla rivendita di dispositivi ricondizionati. Tuttavia, esiste ancora un potenziale inespresso: circa l’80% di coloro che già propongono programmi di ricondizionamento vede margini di crescita attraverso l’introduzione di piani di leasing o di aggiornamento. Queste strategie non solo possono incrementare i ricavi, ma anche fidelizzare i clienti grazie a prodotti che combinano qualità e sostenibilità.
Steven Moore, Head of Climate Action presso GSMA, ha sottolineato che la crescente richiesta di telefoni ecologici e ricondizionati possa diventare un’importante opportunità di business per il settore mobile. Per cogliere al volo questa possibilità, è essenziale una collaborazione tra tutti i protagonisti della filiera, sostenuta da politiche governative che promuovono l’interazione tra produttori, operatori, ricondizionatori, riparatori e riciclatori. Solo così sarà possibile affrontare le sfide attuali e sbloccare nuovi flussi economici.
Un cambiamento nelle abitudini dei consumatori
Negli ultimi anni, le vendite di nuovi smartphone hanno subito un rallentamento significativo, costringendo gli utenti a mantenere i propri dispositivi più a lungo. Sempre più persone si rivolgono al mercato del ricondizionato per risparmiare, acquistando prodotti di alta gamma a un costo inferiore e contribuendo contestualmente a un minor impatto ambientale. Il report indica che l’85% dei consumatori considera la sostenibilità un aspetto cruciale quando deve comprare un nuovo dispositivo, superando altri criteri come il design e le funzionalità di intelligenza artificiale .
Le ricerche rivelano che questa circolarità non è solo un imperativo ecologico, ma rappresenta anche una strategia commerciale vantaggiosa. Si prevede che il mercato degli smartphone ricondizionati e dei servizi di riparazione possa superare i 150 miliardi di dollari entro il 2027. Tale evoluzione non solo gioverebbe all’ambiente, ma contribuirebbe anche all’incremento dei guadagni e alla fidelizzazione dei clienti. Inoltre, un modello circolare riduce la necessità di estrazioni minerarie e importazioni, aprendo la strada a nuove opportunità lavorative.
Il valore dei dispositivi inutilizzati e l’impatto ambientale
In molti casi, il consumatore medio di smartphone possiede più di un dispositivo obsoleto a casa. Le stime indicano che globalmente ci siano tra i 5 e i 10 miliardi di dispositivi inutilizzati, contenenti risorse preziose come 100.000 tonnellate di rame, 7 milioni di once d’oro e un milione di once di palladio, per un valore di circa 20 miliardi di dollari. Solo nel 2024 sono stati venduti oltre 1,2 miliardi di smartphone, generando emissioni di CO2 superiori a 60 milioni di tonnellate, equivalenti alle emissioni annuali di paesi come Marocco e Romania.
In aggiunta, secondo l’ONU, i rifiuti elettronici generano costi annuali per il mondo di quasi 80 miliardi di dollari, impattando negativamente su società e ambiente. Attraverso la riparazione e il ricondizionamento dei dispositivi mobili, è possibile ridurre i rifiuti elettronici e le emissioni, con una stima di riduzione dell’80-90% rispetto alla produzione di nuovi dispositivi.
Aziende al passo con la sostenibilità
Tra le aziende che stanno facendo progressi verso catene di fornitura più sostenibili ci sono nomi noti come Samsung, Apple e Fairphone, che si stanno impegnando a migliorare l’ecologicità dei loro processi. Il report mette in luce come, a livello globale, i governi stiano adottando politiche per incoraggiare la circolarità: l’Unione Europea ha avviato normative orientate al riutilizzo e alla riparazione, e anche nazioni come Stati Uniti, Canada, Brasile e India stanno promuovendo atteggiamenti più sostenibili tra i propri cittadini.