La NASA esplora l'uso di sangue e fluidi corporei per costruire abitazioni su Marte

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La campagna di esplorazione su Marte sta facendo un importante passo in avanti grazie ad una ricerca innovativa condotta dall'Università Kharazmi in Iran. Gli scienziati stanno prendendo in considerazione l'impiego di fluidi corporei umani, come sangue e urina, nella costruzione di edifici sul Pianeta Rosso. Questo approccio ambizioso si basa su materiali facilmente reperibili e su tecniche ispirate alle pratiche ingegneristiche degli antichi Romani. L'idea di creare strutture utilizzando risorse biologiche ha suscitato grande interesse nell'ambito della comunità scientifica e potrebbe rivelarsi cruciale per il successo futuro delle missioni umane su Marte.

L'innovazione dei materiali da costruzione

La ricerca pubblicata sulla rivista Acta Astronautica esplora diverse opzioni di materiali da costruzione utilizzando sedimenti marziani simulati. I ricercatori hanno scoperto 11 potenziali opzioni di cemento ideali per le future missioni su Marte, facendo riferimento a dati geologici ottenuti da missioni passate. Tra i materiali testati, spicca il cemento a base di zolfo, che si prevede possa offrire una resa affidabile per le prime costruzioni sul suolo marziano. Questo studio è stato ispirato dalle pratiche degli antichi Romani, che incorporavano il sangue animale nella malta per migliorarne la durabilità.

Un'altra proposta innovativa è l'AstroCrete, un cemento moderno che utilizza ingredienti di origine umana. In particolare, l'AstroCrete impiega l'albumina sierica umana , una proteina fondamentale nel plasma sanguigno, per unire gli aggregati di regolite marziana. Le ricerche indicano che un astronauta è in grado di produrre sufficienti quantità di HSA nel corso di 72 settimane, offrendo così una potenziale quantità adeguata per costruire una semplice abitazione.

Potenzialità e aggiunte per migliorare le proprietà del materiale

Per potenziare ulteriormente le qualità dell'AstroCrete, i ricercatori suggeriscono di integrare urea estratta da fluidi corporei come sudore, lacrime e urina. Questa aggiunta sarebbe vantaggiosa, in quanto potrebbe accrescere la resistenza alla compressione del materiale e aumentarne la plasticità, riducendo la fragilità tipica dei cementi convenzionali. La possibilità di utilizzare i fluidi corporei potrebbe, quindi, ottimizzare le prestazioni del materiale, rendendolo più adatto alle condizioni di Marte.

Un aspetto fondamentale da considerare è che l'AstroCrete non necessita di acqua per la sua preparazione, un requisito essenziale visto il clima arido e le limitate risorse idriche presenti sul Pianeta Rosso. Questa caratteristica illuminerebbe ulteriormente la via verso insediamenti sostenibili su Marte, facendo di questa soluzione una delle più promettenti per le costruzioni future.

Verso insediamenti umani permanenti

Gli autori dello studio evidenziano che il successo delle future missioni umane su Marte dipenderà dalla capacità di sviluppare soluzioni pratiche e sostenibili. La costruzione in loco utilizzando risorse disponibili sul posto, inclusi i fluidi corporei degli astronauti, potrebbe rappresentare una risposta efficace alle problematiche legate all'esplorazione spaziale. L’uso di materiali biologici nella costruzione, dunque, non è solo una mera innovazione, ma potrebbe significare un avanzamento decisivo verso la creazione di insediamenti umani stabili su Marte.

Mentre questa visione si delinea, la comunità scientifica continua a esplorare approcci innovativi per risolvere le sfide delle missioni extraterrestri. Sebbene la prospettiva di impiegare risorse biologiche possa sembrare inquietante, rappresenta un passo importante nel lungo viaggio verso la colonizzazione di Marte. La possibilità di attingere a materiali così inusuali potrebbe tramutare la fantascienza in realtà concreta, proiettando l'umanità verso nuove ed audaci frontiere.

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