Negli ultimi anni, le tensioni tra Stati Uniti e Cina hanno investito, in modo significativo, il settore tecnologico, in particolare quello dei semiconduttori. Nel 2020, una modifica alle normative sull’esportazione negli Stati Uniti ha complicato ulteriormente le operazioni di aziende come Huawei, che si trovano costrette a navigare tra restrizioni rigorose e opportunità di mercato.
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Le restrizioni alle esportazioni verso Huawei
L’adozione delle nuove regole da parte del governo statunitense ha impedito a tutte le fonderie che utilizzano tecnologie americane di spedire chip avanzati a Huawei. Questo cambiamento ha avuto ripercussioni significative su una delle aziende leader nella produzione di dispositivi mobili al mondo. Tuttavia, giovedì scorso, diverse fonti hanno rivelato che Huawei è riuscita ad assicurarsi centinaia di migliaia di chip prodotti dalla TSMC, suscitando preoccupazioni tra i funzionari americani e gettando un’ombra sul rispetto delle normative.
Jeffrey Kessler, scelto dall’ex presidente Donald Trump per ricoprire il ruolo di sottosegretario al Commercio per l’industria e la sicurezza, ha espresso preoccupazioni durante la sua audizione al Senato riguardo a queste spedizioni illegali. Ha sottolineato l’importanza di avere un controllo rigoroso sulle esportazioni, evidenziando come la situazione stia diventando critica e necessiti un approccio rigoroso per l’applicazione delle leggi esistenti.
Il panorama della tecnologia dei semiconduttori
Mentre gli Stati Uniti vantano una leadership globale nella progettazione di chip per intelligenza artificiale, non è chiaro quanto la Cina si trovi indietro. Il campo dell’intelligenza artificiale rappresenta l’attuale battleground tecnologico, dove le nazioni competono per sviluppare strumenti potentissimi, di cui i chip siliconici avanzati sono la base fondamentale. Con il crescente interessamento militare verso queste tecnologie, entrambi i paesi stanno investendo massicciamente nella ricerca e nello sviluppo.
Un elemento che ha attirato l’attenzione è stato il chip Ascend 910B, sviluppato da Huawei e noto per le sue capacità nel velocizzare l’esecuzione di compiti di intelligenza artificiale come machine learning e deep learning. Questo componente, il più avanzato prodotto in serie da un’azienda cinese, ha sollevato domande sulla legalità della sua origine, essendo stato in realtà assemblato con chip TSMC.
Le implicazioni degli scandali sui chip
Una delle situazioni più allarmanti si è presentata lo scorso ottobre, quando il team di TechInsights ha rivelato che l’Ascend 910B conteneva un chip TSMC, una chiara violazione delle normative sull’esportazione. John Moolenaar, un deputato repubblicano, ha descritto questo episodio come un fallimento catastrofico della politica di controllo delle esportazioni. La notizia ha spinto il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti a intervenire, ordinando a TSMC di interrompere la fornitura di chip alle aziende cinesi.
Nonostante TSMC si sia dichiarata un’azienda rispettosa della legge, affermando di non aver più spedito chip a Huawei dal 2020, la questione della fornitura diretta o indiretta continuerà a tenere banco. Va notato che le relazioni tra TSMC e Huawei erano floride, con quest’ultima rappresentante in passato il secondo cliente più importante della fonderia, subito dopo Apple.
La sfida per il futuro dei semiconduttori
Oggi, Huawei sostiene che il suo chip Ascend 910B migliora le performance di training rispetto al noto chip GPU A100 di NVIDIA fino al 20%. Questo dato non solo enfatizza l’abilità di Huawei di competere nel settore, ma anche la necessità per il governo americano di rimanere vigile sulle esportazioni. È chiaro che la disputa sui chip non è solo una questione commerciale, ma coinvolge anche questioni strategiche e di sicurezza nazionale.
Con questo scenario in continua evoluzione, il tema del controllo delle esportazioni si dimostra cruciale nel determinare come si muoverà l’industria tecnologica globale nei prossimi anni. Ogni passo, ogni modifica legislativa avrà impatti duraturi e la battaglia tra Stati Uniti e Cina si preannuncia destinata a protrarsi, con effetti che potrebbero estendersi oltre il settore tecnologico e influenzare l’equilibrio economico mondiale.