La battaglia legale tra l'industria delle telecomunicazioni e il governo del New York continua a suscitare grande interesse. Recentemente, la Corte Suprema ha ribadito il proprio rifiuto nei confronti del ricorso presentato dalle aziende del settore rispetto alla legge che prevede tariffe accessibili per la banda larga. Questo provvedimento, entrato in vigore a gennaio, segna un passo importante per garantire l'accesso internet a prezzi contenuti per tutti i cittadini.
La legge sulla banda larga di New York
Entrata in vigore all'inizio del 2025, la legge del New York stabilisce che i fornitori di servizi internet con oltre 20.000 clienti devono offrire piani broadband a soli 15 dollari al mese, con velocità di download di almeno 25 Mbps. Alternativamente, esiste un'opzione per 20 dollari mensili, con una velocità di 200 Mbps. Questo provvedimento si rivolge in particolare alle famiglie a basso reddito, che spesso faticano ad accedere a servizi essenziali nella moderna società digitale.
Nonostante la legge sia stata accolta come un'importante vittoria per il diritto all'accesso alla rete, le aziende di telecomunicazioni hanno continuato a opporsi, temendo che tali normative possano diffondersi anche in altri stati. La resistenza è culminata con richieste di riesame della situazione da parte dei gruppi di lobby dell'industria. Tuttavia, la Corte Suprema ha deciso di non commentare la questione, confermando così l'applicazione della legge.
La reazione degli operatori di telecomunicazioni
La risposta di AT&T è stata drastica: l'azienda ha deciso di sospendere del tutto la propria offerta di servizi internet 5G nelle zone di New York, piuttosto che doversi conformare alla nuova legge. Questo gesto, secondo i rappresentanti del settore, è un chiaro segnale che alcuni fornitori potrebbero ritirare la loro offerta invece di affrontare le perdite economiche derivanti dalla vendita a prezzi stabiliti dalla legge. La decisione di AT&T ha alimentato ulteriori richieste di revisione da parte dei gruppi di lobby, che hanno presentato un documento supplementare alla Corte il 17 gennaio, evidenziando come l'uscita dell'azienda dal mercato newyorkese potrebbe influire sull'accessibilità del servizio.
Nonostante i tentativi dell'industria di comunicare il proprio punto di vista, la Corte ha mantenuto fermo il proprio atteggiamento, dimostrando che le preoccupazioni sollevate dalle aziende non erano sufficienti per modificare la decisione iniziale. La legge rimane quindi in vigore, garantendo ai cittadini di New York l'accesso a internet a prezzi equi.
Conseguenze per gli altri stati
L'esempio di New York non è passato inosservato. La vittoria legale ha alimentato l'interesse di altri legislatori, con stati come Vermont, Massachusetts e California che stanno considerando l'adozione di normative simili. La paura degli ISP è che questi provvedimenti possano diffondersi, imponendo loro di offrire piani a basso costo a un numero sempre maggiore di cittadini.
Il successo della legge a New York si deve anche al fatto che i gruppi di lobby delle telecomunicazioni sono stati in parte sconfitti grazie alla mancata applicazione delle normative della Federal Communications Commission sul settore. La postura dei giudici ha chiarito che, in assenza di una regolamentazione federale, i singoli stati hanno il potere di stabilire requisiti specifici per i fornitori di servizi internet.
In un panorama in continua evoluzione, le conseguenze di questa battaglia legale potrebbero ridefinire le regole del gioco per il settore delle telecomunicazioni, aprendo la strada a una maggiore accessibilità dei servizi internet in tutto il paese.