La Commissione Europea raddoppia gli sforzi contro Big Tech: nuove azioni contro Apple e Google

La Commissione Europea intensifica la regolamentazione su Apple e Google, imponendo misure per garantire l’interoperabilità e sanzioni per violazioni del Digital Markets Act nel mercato digitale.

La Commissione Europea ha annunciato azioni decisive contro alcuni dei più grandi nomi del settore tecnologico. In particolare, Apple e Google si trovano nel mirino dell’organo esecutivo dell’Unione Europea, il quale ha intensificato la sua attuazione delle norme europee per regolamentare il mercato digitale. Queste decisioni non solo mirano a garantire una maggiore equità nel settore digitale, ma evidenziano anche la posizione dell’Europa nei confronti delle aziende statunitensi.

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L’intervento della Commissione Europea

Nel corso di una serie di comunicati stampa, la Commissione ha reso noto che Apple sarà costretta a garantire il supporto per accessori di terze parti utilizzabili con iPhone. Tuttavia, le cose potrebbero essere più complicate per Google. Secondo quanto riportato dalla Commissione, il colosso della ricerca ha violato il Digital Markets Act , una legge che ha come obiettivo principale quello di combattere le pratiche commerciali sleali nel settore tech. Questa violazione potrebbe comportare sanzioni pecuniarie significative.

La posizione di Donald Trump e la risposta europea

Donald Trump, tornando alla scena politica, ha espresso un feroce disappunto riguardo alle normative europee che colpiscono le aziende tecnologiche statunitensi. Nonostante le crescenti tensioni e le dichiarazioni forti, la Commissione Europea sembra seguire il proprio corso adottando leggi più rigorose come il Digital Markets Act, entrato in vigore lo scorso anno. Questa normativa ha identificato alcune grandi aziende tecnologiche, tra cui Apple e Google, come “gatekeepers”, ovvero soggetti a una sorveglianza più attenta.

Regole più severe per Big Tech in Europa

L’approccio dell’Europa nel regolamentare Big Tech sta cambiando il modo in cui gli utenti possono interagire con dispositivi e applicazioni. Per esempio, gli utenti di iPhone in Europa hanno la possibilità di installare applicazioni da mercati di terze parti, un’opzione che non è disponibile in molti altri territori, dove gli utenti sono limitati all’App Store di Apple. In merito a Google, la Commissione Europea ha concentrato la propria attenzione su aspetti come il motore di ricerca, il sistema operativo Android e il browser Chrome, tutti dominatori nei rispettivi mercati.

Le nuove misure per Apple: cosa cambia

Sebbene la piattaforma mobile di Apple giochi un ruolo secondario rispetto a Android in Europa, è sufficientemente grande da essere soggetta al DMA. La Commissione ha stabilito che Apple non sta facendo abbastanza per garantire l’interoperabilità sulla propria piattaforma. Pertanto, dovrà apportare modifiche significative. Apple è tenuta a fornire a aziende e sviluppatori accesso semplificato a iOS per dispositivi come smartwatch, cuffie e televisioni, il che potrebbe includere integrazioni con notifiche, trasferimenti di dati più rapidi e configurazioni portate a termine in modo più semplice.

Documentazione tecnica e comunicazioni obbligatorie

In aggiunta, la Commissione Europea impone ad Apple di divulgare una serie di documenti tecnici e di comunicazione riguardanti nuove funzionalità destinate a software di terze parti. Questa iniziativa è pensata per incoraggiare le aziende alla creazione di prodotti che possano integrarsi con smartphone Apple, ampliando così le opzioni disponibili al pubblico, oltre a quelle offerte direttamente da Apple.

L’iter di approvazione e il futuro

Regolatori affermano che le nuove misure sono state elaborate a seguito di un periodo di consultazione pubblica iniziato a fine 2024. È stato richiesto un commento ad Apple riguardo ai recenti sviluppi, ma non si è ricevuta alcuna risposta al momento della pubblicazione. È importante notare che Apple è obbligata a conformarsi ai cambiamenti richiesti e la mancata attuazione potrebbe portare a sanzioni. Per Google, la situazione si presenta già critica, e potrebbero affrontare le conseguenze delle violazioni in tempi brevissimi.

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