Nel corso degli ultimi anni, la Cina ha intensificato il suo impegno nell’esplorazione spaziale, consolidando questo sforzo con la creazione del “Deep Space Exploration Laboratory”, un’entità inaugurata tre anni fa. Situato nell’est del Paese, non lontano da Shanghai, questo laboratorio è frutto di una collaborazione tra l’agenzia spaziale nazionale cinese e l’Università della Scienza e della Tecnologia della Cina. Sebbene il laboratorio rimanga in gran parte sconosciuto al di fuori dei confini cinesi, le sue recenti rivelazioni hanno acceso un rinnovato interesse sulle future missioni spaziali cinesi.
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Missioni programmate verso Marte e Giove
Recentemente, funzionari cinesi hanno presentato una serie di progetti avveniristici destinati a portare la Cina a esplorare il Sistema Solare con un focus particolare sui pianeti esterni. Nel corso di una presentazione, sono state condivise delle date pubbliche che delineano il calendario delle missioni previste. Stando agli aggiornamenti del giornalista spaziale Andrew Jones, nel 2028 è in programma la missione Tianwen-3, la quale avrà l’obiettivo di raccogliere campioni di suolo e rocce marziane per riportarli sulla Terra. L’anno successivo, nel 2029, è previsto il lancio di Tianwen-4, una missione dedicata all’esplorazione di Giove e della sua luna Callisto.
Ma le ambizioni non si fermano qui. Nel 2030, i piani includono lo sviluppo di un habitat terrestre di grande dimensioni per simulare voli spaziali umani di lunga durata. Questo aspetto della progettazione è strategico per preparare l’umanità ad affrontare le sfide delle missioni interplanetarie. Proseguendo nel cronoprogramma, nel 2033 è in cantiere una missione verso Venere, il cui intento sarà quello di riportare campioni atmosferici sulla Terra. Più in là, nel 2038, si prevede l’istituzione di una stazione di ricerca autonoma su Marte, focalizzata sull’analisi dell’utilizzo delle risorse in situ. Infine, nel 2039, è prevista un’ambiziosa missione verso Tritone, la luna più grande di Nettuno, con un esploratore sottomarino progettato per indagare l’oceano sottosuperficiale.
La serietà delle intenzioni cinesi
A prima vista, potrebbe sembrare facile sminuire questi progetti, soprattutto considerando che finora solo le prime due missioni sono state approvate formalmente dal governo centrale cinese. Alcuni concetti sembrano affascinanti, mentre altri possono apparire irrealistici. La questione della spessore della calotta di ghiaccio di Tritone, ad esempio, rappresenta una sfida ingegneristica notevole, dato che progettare un sondaggio in grado di perforare quel ghiaccio per raggiungere l’oceano sottostante è estremamente complicato.
Tuttavia, il piano di missioni presentato evidenzia le intenzioni di la Cina di estendere i propri orizzonti nell’esplorazione interplanetaria, un’area storicamente dominata dalla NASA. Gli sforzi di la Cina non devono essere sottovalutati: a partire dal suo metodoico programma di esplorazione lunare avviato nel 2007, il Paese ha registrato una serie di successi, che ha incluso il ritorno di campioni dalla faccia nascosta della Luna durante l’estate scorsa.
Successi recenti nel programma spaziale cinese
In aggiunta agli exploit lunari, la missione Tianwen-1, avviata nel 2020, ha rappresentato un passo significativo per il programma spaziale cinese. Infatti, solo gli Stati Uniti hanno mai effettuato un atterraggio morbido su Marte e mantenuto un veicolo operativo per più di pochi minuti. La Cina, al suo debutto su Marte, ha inviato non solo un orbiter, ma anche un lander e un rover, quest’ultimo capace di operare per circa un anno.
Questi sviluppi mettono in luce la competenza tecnologica e il crescente ambito di operazioni di la Cina, che si sta facendo un nome nel panorama internazionale dell’esplorazione spaziale. La determinazione nel perseguire questi obiettivi ambiziosi indica che il futuro dell’esplorazione extraterrestre potrebbe essere molto più affollato, con nuove potenze emergenti pronte a sfidare l’egemonia storica degli Stati Uniti in questo affascinante settore.