La ricerca sullo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali ha fatto un notevole passo avanti, grazie ai recenti studi condotti dal Guangzhou Institute of Geochemistry in Cina. L'istituto ha messo a punto una nuova tecnica per estrarre le terre rare, minerali fondamentali per il funzionamento di dispositivi elettronici come smartphone e computer, senza utilizzare sostanze chimiche nocive. Questo sviluppo rappresenta un'importante novità nel panorama della sostenibilità ambientale, soprattutto considerando le problematiche legate all'estrazione convenzionale di queste risorse.
Territori e risorse: l’importanza delle terre rare
Le terre rare comprendono un gruppo di 17 elementi chimici dalla notevole importanza tecnologica. Questi minerali, come il neodimio e il samario, sono essenziali non solo nei dispositivi che utilizziamo quotidianamente, ma anche in ambito medico e industriale. Fino a poco tempo fa, l'Europa si trovava in una situazione precaria riguardo all'approvvigionamento di queste sostanze, essendo costretta a dipendere in gran parte da risorse provenienti dalla Cina meridionale e dal Myanmar. La difficoltà di accesso a risorse locali è stata accentuata dalla scoperta nel sud della Norvegia di un immense giacimento di terre rare, contenente 8,8 milioni di tonnellate, ma resta l’urgenza di sviluppare metodi di estrazione che non danneggino l'ambiente.
In Cina, nonostante le abbondanti riserve, le pratiche di estrazione sono spesso caratterizzate da normative ambientali scarsamente applicate e da lavorazioni illegali. L'estrazione tradizionale avviene attraverso processi che coinvolgono sostanze tossiche, con effetti devastanti sull'ecosistema e sulla salute umana, elementi che il nuovo metodo sviluppato dal Guangzhou Institute of Geochemistry potrebbe alleviare.
Un'alternativa green: il metodo elettrocinetico
Il Guangzhou Institute of Geochemistry ha introdotto un approccio innovativo per l'estrazione delle terre rare, basato sull'utilizzo di campi elettrici. Questo metodo elettrocinetico rappresenta una significativa evoluzione rispetto alle tecniche consolidate, che frequentemente comportano un impiego massiccio di sostanze chimiche dannose. Il procedimento prevede l'inserimento di elettrodi in un pozzo scavato nella roccia, dove la carica elettrica applicata induce il movimento dei minerali verso particolari punti di raccolta.
In pratica, il processo inizia con l'inserimento di quasi 200 elettrodi a una profondità di 22 metri. Grazie all’applicazione di un campo elettrico, gli elementi delle terre rare vengono spostati e concentrati in specifici punti. Successivamente, si utilizza un sale inorganico, il solfato di ammonio, per sciogliere e separare questi elementi in forma di ioni caricati. Attivando gli elettrodi, si crea un campo elettrico che determina la separazione degli elementi minerali, concentrandoli insieme e permettendo ulteriori fasi di purificazione.
I dati preliminari indicano un’estrazione di circa il 95% di efficienza con un significativo abbattimento delle sostanze chimiche nocive utilizzate durante il processo. Questo approccio non solo promette di ridurre l’impatto ambientale dell’estrazione, eliminando gran parte delle emissioni nocive, ma offre anche una resa quasi doppia rispetto alle tecniche tradizionali.
Sfide e prospettive future
Nonostante il promettente potenziale della nuova tecnologia, essa affronta sfide significative che devono essere risolte prima di un’implementazione su larga scala. Uno dei principali fattori critici è la gestione dei costi energetici, considerando che il metodo elettrocinetico richiede una certa quantità di energia per attivare i processi di estrazione e purificazione.
Inoltre, il tempo necessario per raggiungere l'efficienza del 95% deve essere valutato attentamente, affinché la tecnologia possa essere utilizzata in contesti industriali senza compromettere la produttività. Il Guangzhou Institute of Geochemistry è impegnato a testare e sviluppare ulteriormente questo metodo, ma la strada verso l'adozione globale è ancora lunga.
La ricerca di pratiche sostenibili nella gestione delle risorse minerarie è una sfida cruciale del nostro tempo. Innovazioni come quella del Guangzhou Institute of Geochemistry possono rappresentare un cambiamento significativo nel modo in cui affrontiamo la questione delle terre rare e, in generale, delle risorse naturali.