Il World Economic Forum di Davos: Si parla di etica digitale e benessere dei più giovani

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Recentemente si è svolto un evento di grande rilevanza all'interno del World Economic Forum di Davos, incentrato sui rischi associati all'accelerazione della digitalizzazione e sul suo impatto sull'umanità. L'incontro ha visto la partecipazione di autorevoli esperti del settore, uniti con l'obiettivo di discutere le sfide etiche legate all'uso delle tecnologie digitali, con particolare attenzione ai bambini e agli adolescenti. Due organizzazioni filantropiche, Human Change e Project Liberty, hanno promosso questo momento di riflessione.

Una piattaforma per il dibattito sull'etica digitale

L'evento ha attirato un gruppo di relatori di spicco, tra cui Jonathan Haidt, autore del libro "La generazione ansiosa", Tristan Harris, ideatore del documentario "The Social Dilemma", e Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia. Presente anche Michele Uva, direttore dell'UEFA. Tra il pubblico si sono distinti i cosiddetti "educatori del benessere digitale", professionisti sempre più richiesti nel campo, che si dedicano a favore del benessere tecnologico, sia in ambito familiare che aziendale.

Gli interventi sono stati caratterizzati da un forte spirito di attivismo critico. Gli esperti hanno messo in luce come i media digitali e le piattaforme online stiano influenzando negativamente la qualità della vita, le relazioni e il benessere psicologico delle persone. La preoccupazione è particolarmente rivolta ai più vulnerabili della società, i bambini, per i quali gli effetti negativi sono sempre più evidenti. È emerso che l'uso notturno dei dispositivi digitali sia correlato alla perdita di ore di sonno significative. Inoltre, Tristan Harris ha condiviso esperienze preoccupanti legate all'uso incontrollato della tecnologia, in particolare riguardo alle chat vocali basate su intelligenza artificiale.

La questione della regolamentazione e la proposta di Frank McCourt

La discussione ha sollevato interrogativi su come affrontare questi problemi, considerata la potenza economica delle aziende proprietarie delle piattaforme digitali. Frank McCourt ha lanciato una proposta audace per acquistare TikTok, con l'intento di gestire il social media in modo più rispettoso nei confronti degli utenti. Nonostante le incertezze su questo piano, i relatori hanno sottolineato l'urgenza di proteggere i minori dall'accesso indiscriminato a internet.

È emersa l'idea di istituire le "Smartphone-Free Schools," scuole dove è vietato l'uso di dispositivi personali connessi, mantenendo comunque una didattica digitale controllata. Ci si è anche confrontati sull'introduzione di leggi che regolamentino l'uso dei dati personali da parte delle piattaforme e che obblighino a verificare l'età degli utenti. Queste misure mirano a creare un ambiente scolastico più sano e a chiarire il ruolo delle istituzioni in questo contesto.

Fino ad oggi, molte istituzioni hanno adottato una posizione neutrale, oscillando tra il riconoscimento dei danni e il vantaggio delle tecnologie digitali, lasciando alle famiglie la responsabilità di decidere. Tuttavia, l'emergere di richieste di raccomandazioni chiare da parte delle famiglie e di educatori suggerisce un cambiamento di paradigma.

Nascono movimenti dal basso in risposta alle sfide digitali

In assenza di un consenso istituzionale, numerosi gruppi si stanno formando in tutto il mondo, con l'intento di adottare normative sociali condivise riguardo all'uso della tecnologia nei giovani. Questi gruppi si pongono obiettivi come stabilire l'età giusta per ricevere uno smartphone e definire l'età per aprire un profilo sui social media. Tra le iniziative citate a Davos ci sono Wait Until 8th, Mothers Against Media Addiction e Smartphone Free Childhood.

While some skeptics consider these initiatives as temporary, il clima di Davos suggerisce una questione più complessa: come affrontare l'innovazione tecnologica che, sebbene portatrice di opportunità, può anche risultare pericolosa. La domanda centrale è se le comunità vogliano unirsi per stabilire delle regole chiare per gestire l'impatto delle tecnologie.

L'Italia si mobilita per un cambiamento significativo

Anche in Italia si stanno registrando segnali significativi, con iniziative che testimoniano un crescente interesse verso la regolamentazione dell'uso delle tecnologie digitali. Lo scorso luglio, una circolare ministeriale ha vietato l'uso degli smartphone nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Il Comune di Milano ha rilasciato raccomandazioni per un accesso graduale e condiviso alla tecnologia.

Il prossimo incontro annuale dei Patti Digitali si terrà all'università di Milano-Bicocca il 31 gennaio, casa per oltre 130 realtà che collaborano per migliorare l'educazione digitale. Saranno presenti anche i firmatari di proposte di legge in materia, esprimendo un'approccio politico trasversale. Questo evento rappresenta un'opportunità per integrare le esigenze locali con le politiche nazionali.

Grazie alla visibilità del dibattito che emerge da eventi come quello di Davos, è ora possibile stabilire un dialogo più profondo tra le realtà italiane e le iniziative internazionali, affinché la richiesta di un approccio democratico alla tecnologia faccia crescere la sua voce anche sul piano globale.

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