Il mondo dei videogiochi è spesso afflitto da progetti ambiziosi che non raggiungono mai la luce del gamer. Michel Ancel, ex sviluppatore di Ubisoft, ha recentemente offerto un quadro dettagliato dei problemi che hanno compromesso lo sviluppo di due giochi eccezionali – Beyond Good and Evil 2 e WiLD. Attraverso un’intervista, Ancel ha messo a nudo le ragioni dei ritardi e le battaglie interne che ha affrontato fino al suo ritiro dall’industria videoludica avvenuto quattro anni fa.
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I conflitti interni nello sviluppo di Beyond Good and Evil 2
Un aspetto cruciale emerso dalle dichiarazioni di Ancel è la presenza di conflitti significativi tra i vari manager del progetto Beyond Good and Evil 2. Secondo l’ex sviluppatore, l’assenza di una visione unitaria è stata una delle principali cause del caos creativo. “C’erano troppi contrasti fra i vari manager,” ha dichiarato Ancel, spiegando che l’artistic director del progetto desiderava apportare modifiche continue, mentre il game director puntava all’implementazione di dungeon generati in maniera procedurale. Dall’altro lato, Ancel stesso aveva una visione ben precisa: creare una straordinaria avventura spaziale.
Questa mancanza di coerenza ha portato il team di sviluppo in una spirale di confusione. I membri del team si sono ritrovati privi di una direzione chiara, con conseguenze disastrose sui tempi di consegna e sulla qualità del lavoro finale. Anche l’intervento di Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, non è riuscito a risolvere i problemi, che hanno continuato a ripresentarsi e ad ostacolare il progresso del progetto.
Ancel ha voluto sottolineare che non era lui il responsabile dei continui cambiamenti e delle variazioni di progetto attribuitegli dai media. “Quando ho letto sulla stampa che sarei stato io quello che doveva dirigere il gioco e che chiedeva continue modifiche, stavo per strozzarmi,” ha affermato, evidenziando la frustrazione per la cattiva comunicazione che caratterizzava l’ambiente lavorativo.
WiLD: un progetto promesso ma inafferrabile
Il secondo progetto menzionato da Ancel è WiLD, un titolo che si era presentato con forti aspettative e che appariva all’orizzonte come un gioco estremamente promettente. Ancel ha rivelato che nel 2018 era già disponibile una versione giocabile del gioco che riscontrava un certo entusiasmo nei tester. Purtroppo, il passaggio a una nuova generazione di console, in particolare a PS5, ha rallentato considerevolmente lo sviluppo.
Inoltre, le dinamiche aziendali e i cambiamenti nella gestione di Sony hanno contribuito a interrompere temporaneamente i lavori su WiLD. Nonostante ciò, sia Ubisoft che Sony hanno mostrato interesse a rilanciare il progetto. Ancel ha rivelato che Sony era disposta a raddoppiare il budget per rimettere in carreggiata WiLD, ma un insieme di accordi preesistenti con Ubisoft ha impedito a quest’ultima di accettare l’offerta.
Le polemiche e le incertezze che hanno circondato WiLD non sono state solo una questione di gestione del progetto, ma anche di mancanza di una visione strategica chiara su quale fosse il futuro del titolo. La parola di Ancel mette in luce questo aspetto cruciale, suggerendo che il progetto è stato messo in una posizione svantaggiata da tutti questi fattori.
L’eredità di Ancel e le sfide future per Ubisoft
Michel Ancel ha espresso rammarico per come le cose sono evolute dopo la sua uscita dall’industria, evidenziando la difficoltà di mantenere un equilibrio quando le dinamiche aziendali diventano complesse. “Fu in quel periodo che ebbi il mio esaurimento e, purtroppo, WiLD finì nelle mani di Ubisoft Parigi, anch’esso un team in pieno caos,” ha raccontato. Secondo Ancel, senza la sua presenza a tutelare il progetto, WiLD ha sofferto richieste incessanti di modifica da parte di un team che, a suo avviso, non aveva mai realmente compreso la visione iniziale del gioco.
Le esternazioni di Ancel offrono spunti di riflessione sulle complesse dinamiche interne di Ubisoft, mostrando come una visione condivisa e una gestione efficace siano vitali per il successo di titoli di grande portata. Questo caso rappresenta non solo il tentativo di un ex sviluppatore di svelare le sfide del proprio passato, ma anche un monito per l’intero settore videoludico. La gestione di progetti così ambiziosi richiede attenzione, una chiara comunicazione e, soprattutto, un forte spirito di collaborazione tra tutte le parti coinvolte, al fine di evitare che idee promettenti possano finire nel dimenticatoio.