I brand di smartphone si preparano a monetizzare i servizi di intelligenza artificiale

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Le novità nel mondo della tecnologia continuano a sorprendere gli utenti, con i brand di smartphone che si apprestano a monetizzare le loro ingenti investimenti in intelligenza artificiale. Negli ultimi anni, abbiamo visto un'ampia offerta di strumenti AI gratuiti, ma i segnali di un cambiamento sono già visibili: le aziende stanno cercando modi per far pagare i loro servizi. Questa evoluzione ci fa riflettere sulle modalità con cui l’industria mobile intende svilupparsi e su come questo influisca sulla nostra esperienza quotidiana con i dispositivi.

L'ascesa delle sottoscrizioni per i servizi AI

Nel panorama attuale, è evidente che le sottoscrizioni ai servizi di intelligenza artificiale non sono un fenomeno nuovo. I recenti modelli di ChatGPT e i migliori strumenti di generazione di immagini sono protetti dietro paywall. L’idea di pagare per un servizio di alta qualità non è sbagliata, ma nel settore mobile, gli utenti sono stati abituati a strumenti gratuiti fino ad oggi, specialmente nel campo dell'editing di immagini e video. In questo scenario, ci si deve preparare a un cambiamento di rotta che inevitabilmente potrebbe gravare sulle nostre finanze.

Nei piani di Google, il servizio Gemini Advanced è già legato all’abbonamento più costoso di Google One. Anche Apple starebbe considerando una strategia simile, con possibilità di tariffe che potrebbero arrivare fino a 20 dollari al mese per utilizzare strumenti avanzati. Samsung, dal canto suo, prevede di monetizzare Galaxy AI entro la fine del 2025, sebbene ci siano discussioni in corso su come implementare tale strategia. Questo fa riflettere su quanto il mercato stia cambiando e su come i consumatori potrebbero dover affrontare questa nuova realtà.

Limitazioni e costi dei servizi AI

Osservando il modello di sottoscrizione, non possiamo ignorare la questione delle limitazioni legate all’uso di strumenti di intelligenza artificiale. A bordo dell'ASUS Zenfone 12 Ultra, ad esempio, è stata introdotta una “quota di servizio cloud AI”. Va notato che ASUS non ha introdotto un paywall per queste funzionalità, e chi supera la quota non ha la possibilità di pagare per un utilizzo maggiore. Questo metodo mira più che altro a prevenire abusi, ma dimostra una crescente tendenza all’imposizione di restrizioni sugli utenti.

Alcuni utenti stanno segnalando già disagi legati a tempi di attesa e server inaffidabili, situazione che potrebbe ulteriormente peggiorare con l’aumento dell’afflusso di clienti. La risorsa di AI è finita, e i marchi di telefonia non possono continuare a coprire tutti i costi. Probabilmente, l’uso di quote diventerà una pratica comune nel tentativo di generare ulteriori profitti. Questo richiamo alle vendite incentivato dal freemium potrebbe diventare un’esperienza abituale per gli utenti.

Implicazioni per l'editing multimediale

Le limitazioni di utilizzo colpiscono in particolare le funzionalità legate all'editing multimediale, che richiedono molta più potenza computazionale rispetto ai testi. Questa particolare esigenza potrebbe portare a una maggiore frequenza delle restrizioni. Ad esempio, i servizi come Google Video Boost già presentano code di attesa che, con l'aumento della domanda, potrebbero diventare insostenibili. Potremmo anche ritrovarci a pagare per saltare la coda, un’ipotesi che suscita non poche preoccupazioni.

Questa situazione rende ancora più importante il ricorso a opzioni di AI locali. Se i servizi non risiedono nei server delle aziende, non sarà possibile limitarci l'accesso a strumenti che riteniamo fondamentali. Tuttavia, attualmente le capacità di elaborazione locale sui smartphone non sono ancora al massimo potenziale. A tal proposito, l’esempio del sistema Audio Eraser di Samsung mostra le difficoltà di realizzazione. La speranza è che i dispositivi più avanzati possano presto gestire modelli AI più complessi, sfruttando le proprie unità di elaborazione. La soluzione ideale sarebbe quella di focalizzarsi su strumenti di intelligenza artificiale offline, più affidabili e sostenibili rispetto all'infrastruttura cloud.

Prospettive future delineano una tensione crescente tra la domanda di servizi di intelligenza artificiale gratuiti e l’emergere di modelli monetizzati. La competizione tra i marchi di smartphone e la necessità di trovare un equilibrio tra costi e servizi di alta qualità resteranno al centro delle discussioni tra gli utenti e i produttori.

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