Il 2015 è stato un anno intenso sotto il punto di vista tecnologico e siccome abbiamo iniziato da poco il nuovo anno, crediamo sia il momento di fare dei bilanci: questo articolo riguardante i flop del 2015 e insieme a quello sui successi dell'anno appena trascorso, che pubblicheremo nelle prossime ore, ha come scopo quello di identificare quali sono le aziende e gli eventi che più ci hanno colpito, in senso positivo e negativo, duranto l'arco dell'anno.
Ci teniamo a precisare che la definizione di top o flop non si basa su dati oggettivi come ad esempio fatturato o numero di dispositivi venduti ma vuole piuttosto evidenziare le nostre reazioni agli eventi che citeremo in questi due articoli: ovviamente siamo più che curiosi di sapere le vostre opinioni a riguardo e ci farebbe piacere sapere quali sono stati, secondo voi, i 5 maggiori flop del 2015.
I 5 flop del 2015 nell'ambito tecnologico secondo OutOfBit
Stonex
Il primo flop del 2015 è Stonex, colpevole a nostro giudizio di aver lasciato l'amaro in bocca a diversi utenti a causa di promesse non completamente mantenute. L'azienda, completamente italiana con sede a Monza, ha deciso di provare a creare uno smartphone proprio nel 2015: grazie anche a una campagna mediatica molto efficace, complice anche l'impegno in prima persona di Francesco Facchinetti, l'azienda lombarda è riuscita a ottenere le luci della ribalta, attirando l'attenzione di blogger e media nazionali.
Lo scopo dell'azienda è sempre stato quello di produrre un telefono dall'hardware di prim'ordine venduto a un prezzo assai inferiore dei top di gamma, Android e non: Facchinetti ha più volte dichiarato che il guadagno per ogni dispositivo si aggirava intorno ai 50 dollari, cifra considerata giusta da moltissime persone, noi compresi.
Sappiamo bene che il mondo hi-tech, specie il mercato smartphone, è assai competitivo e un nuovo "player" è costretto a scontrarsi sia con produttori dalla fama e dal budget stellare sia con produttori in grado di vendere moltissimi dispositivi a un prezzo inferiore al tuo grazie alla delocalizzazione della maggior parte della produzione: tutte queste difficoltà non giustificano però problemi importanti come il ritardo nella spedizione dei dispositivi (ci riferiamo in particolare a quanto accaduto per lo Stonex One) e l'utilizzo di una versione customizzata di Android che, nonostante alcune feature interessanti, sembra in una sorta di beta perenne.
Ci auguriamo vivamente, da appassionati di tecnologia e italiani, che il 2016 possa essere l'anno della svolta, in cui Stonex potrà quantomeno competere sul fronte della qualità software dei propri dispositivi con diversi produttori nella stessa fascia di prezzo (Xiaomi, OnePlus e Meizu su tutti).
Smartphone Android: tanti problemi e iPhone continua a crescere
Il secondo flop del 2015 spetta agli smartphone Android, in particolare ai top di gamma: nonostante potessero davvero provare a limitare la crescita di iPhone, complice una maggiore maturità del sistema operativo, hanno assolutamente fallito visto che iPhone ha stracciato ogni suo precedente record.
Piuttosto che provare ad attaccare le quote di mercato dello smartphone di Apple, i principali prodotti Android sono stati costretti a "difendersi" da una minaccia interna: dispositivi come Xiaomi, Huawei e OnePlus ormai sono conosciuti da un maggior numero di utenti e vengono preferiti soprattutto per via del loro prezzo considerato "corretto" per ciò che offrono.
Se aggiungiamo il fatto che molte aziende hanno deciso di affidarsi allo sciagurato Snapdragon 810, celebre soprattutto per i costanti problemi di surriscaldamento, è evidente che non sia stata un'annata fortunata: speriamo vivamente che nel 2016 ci siano più prodotti in grado di contendersi il titolo di smartphone dell'anno. Per evitare che il mercato fornisca nuovi prodotti che portino solamente un hardware migliore e un paio di sensori in più è necessario che Apple, Samsung, HTC, LG, Sony e Microsoft, olte a tener presente i vari produttori cinesi, creino una serie innovativa di dispositivi.
Smartwatch: neanche Apple riesce a sfondare in questo settore
Il terzo flop del 2015 a nostro giudizio sono stati gli smartwatch: questo settore sembra essere sempre sul punto di dover sfondare ma per un motivo o per l'altro rimane un settore di nicchia. Questi orologi intelligenti, idealmente, dovrebbero semplificarci la vita: la possibilità di effettuare numerose operazioni senza dover tirar dalle tasche il telefono, come ad esempio guardare le notifiche, rispondere ai messaggi ed effettuare i pagamenti, dovrebbe di per sè giustificare l'acquisto di questi dispositivi ma per un motivo o per l'altro il grande pubblico non sembra esserne entusiasta.
Il primo problema è la batteria: ora come ora la durata standard è di un giorno circa, aspetto che non è di certo apprezzato. Fino a quando non si riuscirà ad avere dispositivi in grado di durare almeno un paio di giorni, crediamo che avere un dispositivo in più da ricaricare ogni sera basti a dissuadere la maggior parte dei compratori: perchè devo rinunciare al mio caro orologio, che necessita di zero attenzioni, in favore di un dispositivo che mi permette solamente di risparmiare un paio di secondi nella gestione delle notifiche? Inoltre avere il sensore Bluetooth del proprio smartphone costantemente acceso non ha un effetto positivo sulla durata di quest'ultimo.
Il secondo grande problema riguarda le funzionalità: a meno che non si viva negli USA/Canada (o in UK se ci si accontenta di usufruire solamente di alcune funzioni), lo smartwatch che si utilizza risulta utile solamente per pochissime attività! Perchè mai dovrei comprare un orologio intelligente che posso utilizzare al massimo delle sue potenzialità solamente se andrò in vacanza in uno di questi stati?
Neanche Apple è riuscita a dare uno slancio a questo settore: sebbene l'Apple Watch abbia superato le vendite annuali di tutti i dispositivi con Android Wear già nel periodo dei pre-order, il primo prodotto di Apple in questa categoria è risultato unicamente un bell'accessorio con molte limitazioni (il fatto di necessitare costantemente la presenza di iPhone nelle vicinanze è la più grave).
Ci auguriamo che nel 2016 le aziende assecondino le esigenze degli utenti e riescano a superare le principali problematiche che hanno condizionato i risultati di vendita.
Tablet: settore che è destinato a un declino?
Anche il quarto flop riguarda un intera gamma di prodotti: parliamo dei tablet, dispositivi che avrebbero dovuti rendere obsoleto l'uso del PC. Come vi avevamo accennato nella nostra raccolta dei 9 tablet con la maggiore durata di batteria, l'intero settore è ormai maturo e inizia a soffrire dei problemi che caratterizzano i PC: pochissimi utenti che desiderano un tablet non lo posseggono, i nuovi dispositivi sono semplici miglioramenti sotto il punto di vista hardware delle versioni precedenti e la maggior parte degli utenti non sente il bisogno di sostituire il proprio dispositivo di un paio di anni fa, perfettamente funzionante, con un prodotto appena arrivato sui mercati.
Il prodotto che più rappresenta lo stato del settore è senz'altro l'iPad: da mesi le vendite calano e la soluzione di Apple è stata quella di presentare un nuovo prodotto con scopi e clientela diversi come iPad Pro piuttosto che dare una "rinfrescata" agli altri suoi prodotti.
La speranza per il 2016? Windows 10: il sistema di Microsoft potrebbe far contenti tutti quegli utenti che vogliono avere un dispositivo più facile da trasportare ed usare senza dover scendere a compromessi per quanto riguarda diverse attività.
Sicurezza informatica: tanti attacchi e ancora pochi rimedi
Il quinto flop del 2015 riguarda la sicurezza informatica: l'anno appena trascorso è stato un anno nero per quanto riguarda gli attacchi informatici. Gli attacchi più famosi sono stati senz'altro quelli ai danni di Hacking Team, società italiana che forniva strumenti per hackerare dispositivi (notare quanto beffardo può essere il destino) alle forze governative del mondo intero, e Ashley Madison, celebre sito di incontri extra coniugali: nel primo caso tutte le comunicazioni e operazioni della compagnia sono stati resi pubblici (compromettendone per sempre il lavoro e la reputazione) mentre nel secondo caso a farne le spese sono stati 40 milioni di utenti, che hanno visto tutti i propri dati personali (compresi indirizzo e carta di credito) messi alla pubblica gogna, causando inevitabili problemi.
I casi da citare sarebbero moltissimi ma il filo comune è uno solo: in questa epoca compromettere l'integrità dei server di aziende private o di enti governativi non è un'impresa di certo impossibile, complice anche la presenza di centinaia di vulnerabilità attualmente presenti.
Nel 2016 ci auguriamo fondamentalmente che accadano due eventi: il primo, più urgente ed immediato, è la presa di coscienza da parte delle aziende che la sicurezza dei propri dati e dei propri clienti non è un'attività su cui si può risparmiare. Sebbene spendere denaro per migliorare la sicurezza dell'infrastruttura informatica possa sembrare solamente una spesa e non un investimento con ritorno nel breve, medio o lungo termine, i danni che un'assenza di provvedimenti può causare sono pressochè incalcolabili: nel giro di pochi minuti possono essere compromessi il futuro e gli sforzi di un'intera vita di moltissime persone. La sicurezza si migliora non solo risolvendo il maggior numero di bugfix possibile ma anche investendo sulla formazione delle persone: una maggiore consapevolezza delle conseguenze di un semplice gesto può aiutare a ridurre i casi di hacking di diversi ordini di grandezza.
Il secondo evento riguarda un ripensamento profondo dei sistemi informatici: pensati in un'epoca nella quale la interconnessione di dispositivi era un'esclusiva dell'esercito, gli attuali sistemi non differiscono di molto dal punto di vista teorico da quelli di 30-4o anni fa. E' necessario che le principali aziende nel settore si possano incontrare e mettere a punto degli standard di sicurezza che staranno alla base di sistemi operativi e protocolli di rete che rappresenterrano il cuore pulsante della nostra società.