Ha senso creare contenuti al tempo dell'AI?

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Il 2023 è stato senza ombra di dubbio l'anno dell'intelligenza artificiale e questo 2024 sta proseguendo sulla stessa lunghezza d'onda. Tra i successi in borsa del titolo di Nvidia, dovuto alla supremazia delle sue schede video per la realizzazione e l'utilizzo dei modelli predittivi, e le crescenti capacità di ChatGPT e dei suoi concorrenti (Claude 3.5 Sonnet risulta migliore di GPT 4o ), l'AI è entrata prepontemente nella nostra vita quotidiana.

Se ci guardiamo indietro nel tempo, i progressi degli ultimi anni sono davvero impressionati. Pertanto, sorge spontanea una domanda: visto il continuo miglioramento dell'intelligenza artificiale, ha senso creare contenuti quando gli utenti a cui ci si rivolge hanno uno strumento in grado di rispondere a qualsiasi domanda utilizzando le modalità più congeniali all'utente?

Proverò nella prossima sezione a rispondere a questa domanda, basandomi principalmente sulla mia esperienza di lavoratore nel mondo dell'intelligenza artificiale e cofondatore di OutOfBit dal lontano Maggio 2013.

Tempi bui in arrivo per i content creator?

La breve risposta al titolo della domanda è un "sì, se non ci si adatta". Questo perchè, se il nostro contributo al lettore è una risposta puntuale a una domanda del tipo "il nuovo iPhone è compatibile con questo Apple Watch?" oppure "il mio computer non riesce a fare X. Come posso risolvere?", per i vari sistemi di intelligenza artificiale sarà molto facile rispondere. La facilità nel rispondere a questa tipologia di domanda è spiegabile da questi fattori:

  • Chiarezza del problema da risolvere: non c'è grande ambiguità nel linguaggio di norma utilizzato per formulare queste domande. Inoltre, abbiamo visto che con il passare degli anni l'AI diventa sempre più brava a ridurre l'ambiguità, grazie a una migliore comprensione del contesto in cui determinati termini sono utilizzati dovuto
  • Fonti contenenti la risposta: le aziende di prodotto hanno già sezioni FAQ (Frequently Asked Questions, ovvero le domande più gettonate) e intere pagine di supporto con procedure descritte nel dettaglio. Senza considerare le migliaia di pagine scritte in forum e blog, scansionati (quasi sempre) senza consenso esplicito. Pertanto l'AI può limitarsi a memorizzare questo contenuto per rispondere alle domande dell'utente, oppure a fare una ricerca su un motore di ricerca ed estrarre le informazioni principali.
  • Valutazione della qualità della predizione: è facile valutare se il risultato è corretto o meno, sia in maniera diretta, chiedendo un feedback esplicito all'utente, sia in maniera indiretta valutando le azioni successive al dialogo: ad esempio, se l'utente riformula la domanda vuol dire che la prima risposta non era esaustiva, idem se inizia ad affidarsi ad altri strumenti.

Pertanto penso che contenuti come guide di risoluzione ai problemi o quelli relativi alla compatibilità di due tecnologie saranno destinati all'estinzione nel corso degli anni, così come i loro equivalenti nel mondo dei motori, della moda o della ristorazione.

Dobbiamo mollare tutto e arrenderci alla supremazia dell'intelligenza artificiale?

Bionic hand and human hand finger pointing

La risposta in questo caso è un chiaro e netto "no, per favore!". Da utente del web, prima ancora che blogger e creatore di modelli di intelligenza artificiale, mi appello a tutte le fantastiche persone che hanno creato e/o vogliono creare dei contenuti informativi in futuro: per favore, non arrendetevi!

Si può e si deve senz'altro dibattere dell'aspetto etico di questi strumenti, che stanno avendo un evidente impatto negativo sulla vita professionale di moltissime persone senza che la politica e la nostra società in generale abbiano preso misure. Nel nostro piccolo, però, penso che dobbiamo prendere atto che non si può competere contro strumenti in continuo miglioramento nel loro campo di battaglia ideale. Questo è senz'altro poco corretto, perchè in ogni professione ci sono diversi gradi di competenza, talento e dedizione, in quanto ognuno di noi dà un peso diverso al lavoro e fornisce un contributo unico, complice un insieme di fattori personali come i propri interessi personali, le possibilità avute fino ad ora e l'attuale situazione personale. Vedere spazzato via, nel giro di pochi mesi, il lavoro di anni di sacrifici, notti insonni ed investimenti economici è un duro colpo al cuore, a maggior ragione se strumenti dall'impatto così dirompente non sono affatto nè regolati nè oggetto di una riflessione globale sulle loro conseguenze. Soprattutto se aziende come OpenAI affermano, con una discreta arroganza, che se tanti lavori spariscono dall'oggi al domani forse non avevano ragione d'esistere in primo luogo. Come se per le persone colpite trovare un'altra fonte di reddito fosse una questione di un paio di click.

Detto ciò, mi sento tutto sommato ottimista. L'intelligenza artificiale fa fatica e continuerà a far fatica in tutte quelle aree in cui è necessaria creatività, story telling e trasmissione di emozioni. Un editoriale difficilmente sarà ricreabile con la stessa qualità: la parte "analitica" sì, ma la lettura soggettiva difficilmente sarà ricreabile in quanto è molto più della somma degli articoli e libri letti in precedenza dall'autore, dal numero e dal contenuto dei vari corsi a cui si è preso parte e dal numero di persone con cui si è interagito.

Per questo, voglio chiudere questo articolo con un appello a tutti i creatori di contenuti. Per favore, tenete duro e continuate a tener vive tutte quelle piattaforme che rendono Internet la meraviglia di cui tutti noi appassioniati ci siamo innamorati fin da piccoli.

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Chi siamo?

OutOfBit è un progetto nato nel Maggio 2013 da un’idea di Vittorio Tiso e Khaled Hechmi. Il progetto nasce per creare un sito di blogging che sappia differenziarsi ed appagare il lettore al fine di renderlo parte fondamentale del blog stesso.
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