Google porta l’intelligenza artificiale nel mondo reale: l’applicazione delle Tre Leggi di Asimov

Google integra l’intelligenza artificiale nel mondo fisico, ispirandosi alle Tre Leggi della Robotica di Asimov per garantire sicurezza e interazione responsabile tra robot ed esseri umani.

In un’epoca dove l’intelligenza artificiale accelera a ritmo sostenuto, Google si prepara a compiere un passo significativo nell’integrazione di questa tecnologia nel mondo fisico. Questo slancio non è slegato dalle fondamenta scritte nel 1942 da Isaac Asimov, autore che ha influenzato profondamente la letteratura di fantascienza. Le sue celebri Tre Leggi della Robotica riemergono ora come faro guida nell’ambito della sicurezza e dell’interazione tra esseri umani e robot. L’azienda di Mountain View si propone così di assicurarsi che l’AI operi sempre all’insegna della sicurezza semantica.

Google Robotics e l’evoluzione della ragione artificiale

Nell’ambito della sua ricerca, Google Robotics ha fatto importanti progressi. Sotto l’egida di Google DeepMind, i modelli Gemini stanno mutando l’approccio all’AI, aprendosi verso nuove applicazioni pratiche. L’idea centrale è che l’AI deve acquisire una forma di “ragionamento incarnato“, capacità che implica un’interazione più profonda e sicura con il mondo fisico. In pratica, i robot devono non solo completare compiti pratici, ma anche farlo con la consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni sugli esseri umani.

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Per perseguire questo obiettivo, Google ha sviluppato due modelli distintivi basati su Gemini 2.0. Il primo, noto come Gemini Robotics, si concentra su un’architettura che integra Visione, Linguaggio e Azione , permettendo ai robot di effettuare operazioni fisiche in modo controllato e sicuro. Il secondo, Gemini Robotics-ER, presenta avanzate capacità di comprensione spaziale, ampliando notevolmente il ventaglio di azioni che i robot possono eseguire, superando i limiti delle tecnologie passate.

Queste innovazioni stanno prendendo forma in collaborazione con Apptronik, mirate alla creazione di robot umanoidi sempre più capaci. Ma qual è il collegamento con le leggi scritte da Asimov? La risposta è intrinsecamente legata alla necessità di garantire la sicurezza e la protezione degli esseri umani.

Le Tre Leggi della Robotica di Asimov tra storia e attualità

Nel comunicato di Google, è stato messo in evidenza come le Tre Leggi della Robotica di Isaac Asimov abbiano influenzato lo sviluppo di questi modelli AI. Per richiamarle:

  1. Un robot non può recare danno a un essere umano né permettere che, a causa della sua inazione, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che non siano in contrasto con la Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, a meno che ciò non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

All’interno delle storie di Asimov, queste leggi venivano sviluppate e implementate da Dr. John Calvin e dall’azienda U.S. Robots and Mechanical Men, Inc. Oggi, Google ed Apptronik si trovano a riprendere quest’eredità per un utilizzo pratico nelle tecnologie moderne.

Recentemente, Google ha applicato parte di queste leggi anche in AutoRt, un sistema dedicato alla robotica autonoma che si occupa di riconoscere e seguire gli oggetti nei vari ambienti. Attraverso questo approccio, l’azienda sta puntando a migliorare le capacità dei robot nell’interagire con il mondo circostante in modo responsabile.

La costituzione robotica: la sicurezza al primo posto

Una delle innovazioni fondamentali introdotte da Google riguarda la “costituzione robotica“, un concetto che si integra perfettamente con le leggi di Asimov. Questo sistema definisce un insieme di regole comportamentali che i robot devono seguire, stabilendo come ordinare le loro azioni in modo da prevenire danni. La legge risulta fortemente ispirata alle norme di Asimov, in particolare la prima, che vieta ai robot di fare del male agli esseri umani.

Attraverso questo meccanismo, i machine learning model studiano e selezionano compiti che siano sicuri. Un’evoluzione ancora più significativa potrebbe avvenire quando si utilizzerà un framework in grado di generare automaticamente costituzioni basate su dati e linguaggio. La personalizzazione delle normative in base al contesto e al compito specifico da svolgere diventa così cruciale nel garantire un’interazione sicura tra umani e robot.

Il set di dati Asimov e la protezione semantica

Un altro aspetto innovativo è rappresentato dall’Asimov Benchmark, un set di dati sviluppato per migliorare la sicurezza semantica dei modelli AI. Questo sistema permette ai robot di apprendere a interagire con l’ambiente e con le persone, tenendo sempre a mente le leggi di Asimov. Attraverso l’analisi di scenari potenzialmente pericolosi, i robot possono imparare a rifiutare azioni che potrebbero mettere a rischio la vita umana.

Il set di dati include situazioni indesiderabili, come immagini provenienti da ospedali e campioni di situazioni reali che mostrano lesioni umane. Questa raccolta permette di testare e valutare la reazione dei robot di fronte a eventi critici. Ad oggi, si è registrato un tasso di allineamento dell’84,3% con i principi di sicurezza stabiliti.

È cruciale notare che ogni scenario implica una necessità di adeguamento alle specifiche esigenze di comportamento del robot. Non c’è una soluzione universale, e il dibattito sulla sicurezza dell’AI è ben lungi dall’essere risolto. È comunque importante ricordare che la Legge Zero di Asimov, introdotta nel 1986 e che stabilisce la salvaguardia dell’umanità come priorità assoluta, non è attualmente presa in considerazione nel processo decisionale della tecnologia in utilizzo.

Con il futuro dell’AI che si avvicina rapidamente, la creazione di un saldo equilibrio tra progresso tecnologico e salvaguardia umana rimane un tema fondamentale da esplorare. La strada da percorrere non è priva di sfide, ma offre opportunità senza precedenti all’intersezione tra umanità e tecnologia.

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