Il 14 febbraio 2025, il Garante per la protezione dei dati personali ha lanciato un forte richiamo riguardo l’uso illegale di software di spionaggio, in particolare del programma Graphite di Paragon. Quest'intervento arriva a seguito di crescenti preoccupazioni sull'impiego di strumenti tecnologici per monitorare cittadini, violando così il Codice della Privacy. È un momento critico, che solleva interrogativi sulla sicurezza dei dati personali e sull'operato delle istituzioni.
Indice dei contenuti
Avvertimenti e sanzioni
In un comunicato stampa, l'Autorità ha evidenziato che l'uso di questi software al di fuori delle normative stabilite può comportare sanzioni amministrative significative, fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuale di chi dovesse violare queste regole. Questo avvertimento si rivolge a chiunque utilizzi spyware per l’intercettazione illecita delle comunicazioni, in particolar modo per quanto riguarda le intercettazioni effettuate tramite WhatsApp. Il Garante ha messo in chiaro che tali attività non sono ammissibili e che intendono avviare accertamenti per scoprire le responsabilità di chi ha partecipato a tali pratiche.
Controversie su Graphite e Paragon
L'attenzione sul software Graphite, sviluppato dall'azienda israeliana Paragon Solutions, ha riacceso il dibattito sull'uso di strumenti di sorveglianza. I rumors di una possibile interruzione dei contratti tra Paragon e il governo italiano sono stati smentiti dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che ha garantito che le operazioni dell’agenzia siano proseguite in maniera regolare contro chiunque minacci sicurezza e interessi nazionali. Tuttavia, resta ancora da chiarire la situazione riguardante altre forze armate italiane e l'uso inappropriato del software, evidenziando una mancanza di trasparenza che lascia aperti molti interrogativi.
Intercettazioni illecite: il caso di giornalisti e attivisti
L’attenzione si concentra anche sulla vicenda di circa novanta persone, tra cui attivisti e giornalisti, che sarebbero stati spiati tramite WhatsApp. Questi includono nomi noti come Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, e Luca Cesarini, attivista e fondatore della ONG Mediterranea Saving Humans. L’indagine ha rivelato che WhatsApp stesso aveva avvertito le vittime riguardo la vulnerabilità dei loro dispositivi, avvertendoli che la loro sicurezza era stata compromessa da software dannosi.
Il messaggio recapitato lo scorso 31 gennaio avvertiva gli utenti colpiti dell'attacco subito e delle possibili conseguenze, enfatizzando la serietà della situazione. Utilizzando metodi sofisticati, questi programmi possono accedere a informazioni riservate senza che l’utente abbia necessità di interagire in alcun modo, il che rende queste violazioni della privacy particolarmente insidiose.
L'uso dei software di sorveglianza nelle istituzioni
Le dinamiche di utilizzo di strumenti come Graphite non sono una novità per forze dell'ordine e servizi segreti, poiché generalmente impiegano software di sorveglianza per mantenere la sicurezza nazionale. Tuttavia, l'operato illecito ha messo in discussione l'operato del governo italiano, specialmente in un contesto in cui attori considerati "scomodi" sono coinvolti. È fondamentale definire chiaramente le responsabilità e garantire che gli strumenti non vengano utilizzati per scopi impropri.
Prospettive future e indagini
Il Garante della Privacy ha assicurato di voler sviluppare ulteriori indagini per identificare gli autori delle violazioni legate all'uso degli spyware. È un tema di grande rilevanza che necessiterà di scrupolose verifiche per garantire che non vi siano abusi nella sorveglianza delle comunicazioni. Questo episodio solleva questioni importanti riguardo i diritti civili e la protezione dei dati personali in un contesto moderno e altamente digitalizzato. Gli sviluppi futuri saranno fondamentali per comprendere quanto le istituzioni possano essere trasparenti e responsabili nel gestire la sorveglianza e la privacy dei cittadini.