Doc Searls invita a ridefinire la privacy online: MyTerms per una nuova era digitale

Doc Searls propone “MyTerms”, un nuovo standard per la privacy online che responsabilizza gli utenti nel definire le condizioni di utilizzo dei propri dati, promuovendo trasparenza e flessibilità nei servizi digitali.

Nell’epoca della digitalizzazione, il dibattito sulla privacy online continua a guadagnare terreno. Doc Searls, noto autore e difensore della libertà in rete, propone un cambio di paradigma: smettere di chiedere il rispetto della privacy da parte di siti web, servizi e intelligenze artificiali, e passare a stabilire chiaramente quali siano le condizioni che riteniamo accettabili per la nostra privacy. Con l’iniziativa “MyTerms“, Searls intende fornire una soluzione rivoluzionaria alla gestione della privacy.

MyTerms: Un nuovo standard per la privacy personale

Il draft standard IEEE P7012, soprannominato “MyTerms” da Searls, si propone come una guida per stabilire termini di privacy leggibili da macchina. Questo standard è in fase di sviluppo dal 2017 e promette di fornire un approccio pratico e innovativo alla privacy online. Entro la fine dell’anno, è prevista una versione completamente leggibile, che seguirà delle presentazioni in conferenze dedicate come VRM Day e l’Internet Identity Workshop .

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L’idea centrale di MyTerms è quella di riconoscere l’utente come la prima parte in ogni contratto con i servizi digitali. Le piattaforme web e le applicazioni, che fungono da seconda parte, dovranno adattarsi alle condizioni stabilite dall’utente. Attraverso un contratto pre-impostato sul dispositivo o scelto al momento dell’accesso, l’utente comunica esplicitamente quali informazioni è disposto a condividere e in che modo. Questo approccio non solo responsabilizza l’utente, ma mira anche a rendere i servizi più flessibili e rispettosi delle preferenze personali.

Implicazioni di MyTerms per gli utenti e i servizi online

La modalità di impostazione dei propri standard di privacy risulta essere piuttosto intuitiva e potrebbe iniziare con proposte della Customer Commons, organizzazione che trae ispirazione dai principi del copyleft di Creative Commons. Attualmente, è presente un solo esempio pratico: #NoStalking, che permette la visualizzazione di pubblicità, ma non permette l’utilizzo dei dati per pubblicità mirata o per il tracciamento oltre il servizio principale per cui sono stati forniti.

Anche se la questione dell’ad blocking non viene affrontata nei dettagli nel post di Searls o nel riassunto dell’IEEE, si presume che le tecniche di blocco delle pubblicità possano esistere al di fuori di MyTerms. Tuttavia, è interessante notare come MyTerms dichiari come obiettivo la riduzione della necessità di tali strumenti di blocco, creando un ambiente in cui le condizioni di utilizzo siano trasparenti e accettate dall’utente stesso.

Il futuro della privacy digitale secondo Doc Searls

La visione proposta da Doc Searls attraverso MyTerms rappresenta una risposta innovativa alle sfide contemporanee legate alla privacy online. In un contesto dove gli utenti sono sempre più attenti alla gestione dei propri dati personali, l’iniziativa di Searls incoraggia un cambiamento culturale significativo. L’idea di stabilire le regole per l’utilizzo dei propri dati non solo passa attraverso la richiesta di trasparenza da parte delle piattaforme, ma promuove anche una responsabilizzazione degli utenti.

In un futuro non troppo lontano, MyTerms potrebbe diventare un punto di riferimento per chi desidera navigare in un ambiente digitale più sicuro e rispettoso. Questo ambizioso progetto ha il potenziale di trasformare la natura delle interazioni online, trasformando utenti passivi in attori attivi e consapevoli nel definire i propri confini di privacy. Searls, con questa iniziativa, non solo propone uno strumento, ma lancia un’importante discussione su come dovrebbero evolversi le relazioni tra individui e servizi digitali, gettando un ponte verso un nuovo paradigma di rispetto della privacy.

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