Provando un videogame, montando un video o navigando online, ti sarai sicuramente trovato davanti a due formati: NTSC e PAL. In questo articolo scopriremo qual è la differenza e scopriremo se oggi, nel 2019, ha ancora senso parlare di questo argomento.
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NTSC e PAL: dove vengono utilizzati
Prima di tutto, è importante sapere le aree geografiche che utilizzano il primo metodo e quelle che, invece, preferiscono il secondo.
- Il sistema di colori TV analogici NTSC è diffuso in Nord America, America Centrale e Sud America.
- PAL, invece, è utilizzato in Europa, Australia, Asia, Africa e alcune zone del Sud America.
Entrambi i sistemi sono molto simili dal punto di vista tecnico, ma esiste una sostanziale differenza. In Nord America troviamo l’energia elettrica prodotta a 60 Hz, a differenza di altri luoghi in cui essa è a 50 Hz. Che impatto ha avuto questo fattore durante la scelta da NTSC e PAL?
L’energia elettrica: il tassello fondamentale per la scelta
Il frame rate, ovvero la frequenza degli aggiornamenti, delle televisioni analogiche è collegato strettamente al consumo energetico. Questo però non significa che se una TV è alimentata a 60 Hz troveremo 60 frame al secondo.
I televisori a tubo catodico, un pezzo di storia oramai in disuso, utilizzano dei raggi di luce che illuminano la parte posteriore dello schermo, ma non come se fossero dei moderni proiettori, dato che non riescono a colmare tutto lo schermo immediatamente. La luce viene diffusa dall'alto verso il basso. Questa caratteristica creerebbe inevitabilmente una minore qualità della parte superiore quando i raggi arrivano in quella inferiore.
I tecnici hanno per molto tempo cercato una soluzione, arrivando a creare delle immagini formate da vere e proprie linee. A occhio nudo, però, gli spettatori non si accorgono di tutto ciò: l’immagine sembra perfettamente uniforme. Quindi:
- Le TV NTSC a 60 Hz reggono i 29,97 FPS (frame al secondo);
- I televisori PAL a 50 Hz, invece, offrono 25 FPS.
Qual è superiore?
Giunti a questo punto, una domanda sorge spontanea: qual è migliore tra PAL e NTSC? La risposta è abbastanza semplice, anche se la spiegazione non è altrettanto rapida: il primo formato citato è tecnicamente superiore rispetto al secondo.
Erano gli anni ’50 e gli Stati Uniti d’America si apprestavano a proporre ai numerosi telespettatori i primi programmi a colori, iniziando il pensionamento del bianco e nero (anche se oggi esso torna spesso alla ribalta). Per permettere a un po’ tutti di gustare le nuova trasmissioni ricche di colori, si preferì portare avanti una sorta di “retro compatibilità”, portando la novità anche nelle vecchie TV. NTSC era però ancora pensato esclusivamente per il bianco e nero: con 525 linee, operava su frequenze a bassa larghezza di banda ed era spesso poco affidabile. Gli USA continuarono, però, a utilizzare ugualmente questa soluzione.
I tecnici europei preferirono non inseguire i colleghi statunitensi e preferirono attendere che la qualità della tecnologia che permetteva di offrire programmi a colori fosse abbastanza matura. Fu necessario appena un decennio: nel 1966, BBC lavorò e consolidò ufficialmente PAL. Esso era pensato per risolvere quasi tutti i problemi legati a NTSC, grazie a una risoluzione nettamente maggiore (ovvero 625 linee) e il funzionamento su frequenze ad alta larghezza di banda. PAL, quindi, venne vista come una soluzione più affidabile rispetto a NTSC, e lo è ancora adesso.
Ha senso parlare di PAL e NTSC oggi?
Fino a questo momento ci siamo limitati a parlare di questi formati in riferimento alle televisioni “del passato”, ovvero quelle che oggi sono in disuso. Eppure, anche tuttora continuiamo a leggere queste due parole, anche se sono strettamente collegate alle TV analogiche. I moderni prodotti che ornano i salotti delle nostre abitazioni non hanno più i problemi che affliggevano i possessori di televisori PAL e NTSC, come i frame rate. Perché, quindi, ha ancora senso parlare di questo discorso?
Il primo motivo, forse secondario, è per una conoscenza storica dell’evoluzione della tecnologia e dell’intrattenimento casalingo. La principale ragione è per i comuni problemi di compatibilità. Quando si trasmettono informazioni con un cavo definito “analogico”, come RCA, coassiale, SCART, s-video etc, il televisore deve effettuare una rapida codifica. Molte TV sono compatibili sia con NTSC che con PAL. Alcuni modelli, invece, permettono di interfacciarsi solo con uno dei due. Se tu dovessi provare a collegare una console americana in un televisore italiano, sfruttando un cavo RCA, molto probabilmente potresti riscontrare dei problemi.
Anche chi guarda la TV via cavo potrebbe essere interessato da questa differenza. Anche se i formati sono oramai digitali, funzionano ancora a 30 e 60 FPS, in modo da supportare anche i vecchi televisori CRT. Utilizzando cavi analogici, quindi, potrebbe risultare impossibile decifrare alcuni segnali, in base ovviamente alla zona geografica di riferimento.
La fine dell'analogico?
L’analogico sta oramai svanendo, soppiantato dal digitale. Quasi tutti i nuovi modelli di televisori non offrono più le porte per cavi analogici, come RCA. Questo comporta:
- Una riduzione dell’importanza della distinzione tra NTSC e PAL.
- L’impossibilità di collegare i vecchi dispositivi, come la Sony PlayStation 2, nelle nuove TV. L'unico modo per apprezzare i videogiochi della propria infanzia potrebbe essere sfruttare uno dei numerosi emulatori disponibili, come quelli elencati nel pezzo "Migliori emulatori per PlayStation 1, PlayStation 2 e PlayStation 3".
La tecnologia, infatti, continua ad andare avanti e questi contesti potrebbero presto diventare un pezzo di storia. Stai cercando una nuova televisione, magari compatibile con il meraviglioso 4K? Allora non perdere l'articolo "Le 4 migliori TV 4K | Guida all’acquisto della tv perfetta".