Cresce la fame di formazione sull’intelligenza artificiale tra i lavoratori italiani

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Nel contesto di un mercato del lavoro in costante evoluzione, la formazione specifica sull'intelligenza artificiale è diventata una necessità sempre più sentita tra i lavoratori italiani. Secondo un’indagine recente, il bisogno di aggiornamento in questo ambito si rivela essenziale per le nuove generazioni professionali e per quelle già affermate. L'ultimo report del Randstad Workmonitor, che analizza le dinamiche lavorative in 35 Paesi, conferma questa crescente richiesta e mette in luce le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro.

Un dato in crescita: il quarantatre percento dei lavoratori italiani desidera formazione sull’AI

La ricerca ha evidenziato che il 43% dei lavoratori italiani considera la formazione sull'intelligenza artificiale la priorità assoluta per il proprio sviluppo professionale, superando altre aree di interesse come la gestione di progetti software , l'analisi dei dati e l'alfabetizzazione informatica . Questo dato non solo supera la media europea e globale , ma ha anche registrato un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Tale crescita riflette una più profonda consapevolezza dell'impatto trasformatore dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro, rendendo evidente come i professionisti aspirino a essere equipaggiati per le sfide future.

La richiesta di formazione sull’intelligenza artificiale abbraccia tutte le fasce d'età lavorative, con il picco di interesse che si registra tra gli over 55 e la generazione Z . Seguono la generazione X con il 42% e i millennials con il 36%. Queste statistiche dimostrano che l'interesse per l'intelligenza artificiale non è limitato ai più giovani, ma coinvolge una vasta gamma di professionisti, tutti motivati a sviluppare competenze che oggi sono sempre più essenziali nel proprio lavoro.

Le competenze necessarie per affrontare le sfide dell’AI

Per capitalizzare sulle opportunità offerte dall'intelligenza artificiale, i lavoratori italiani devono mappare un arsenale di competenze adeguate. Fabio Costantini, amministratore delegato di Randstad HR Solutions, spiega che l’uso efficace dei sistemi di intelligenza artificiale richiede una combinazione di competenze tecnico-analitiche e umanistiche. Queste ultime includono non solo capacità comunicative e creative, ma anche un approccio etico nell’utilizzo di strumenti avanzati.

La padronanza di sistemi di AI, specialmente quelli basati su Large Language Model, richiede una solida base nella comprensione dei dati e nella loro analisi. Tuttavia, la dimensione umanistica è altrettanto cruciale. Competenze come la "learning agility", ovvero la propensione all’apprendimento continuo, si rivelano indispensabili in un contesto di evoluzione rapida come quello attuale, poiché i professionisti devono rimanere aggiornati e pronti a integrare nuove tecnologie nei loro flussi di lavoro quotidiani.

La formazione sull’AI come strumento per la retention dei talenti

Il Randstad Workmonitor non mette in luce solo i desideri dei lavoratori, ma anche le strategie per le aziende che intendono attrarre e mantenere i talenti. Un significativo 38% dei lavoratori italiani afferma che lascerebbe il proprio attuale impiego in assenza di opportunità di aggiornamento professionale, soprattutto legate all'intelligenza artificiale. Aggiungendo a questo dato, il 40% dei dipendenti dichiara che rifiuterebbe una nuova proposta di lavoro se non vi fosse la possibilità di formazione sull’AI.

Questi dati accentuano l’importanza della formazione sull’intelligenza artificiale non solo come opportunità per i lavoratori ma anche come strategia imprescindibile per le aziende, che devono rimanere competitive in un mercato sempre più influenzato dalla tecnologia. Investire in percorsi formativi specifici non è più una scelta, ma una necessità strategica per le imprese, che desiderano non solo crescere, ma anche contribuire a ridurre il divario esistente nelle competenze digitali.

La situazione dell’Italia nel contesto europeo

Se da un lato emerge una crescente consapevolezza dell'importanza dell’intelligenza artificiale in Italia, dall’altro la nazione manifesta ancora un certo ritardo nell’adozione e nella diffusione delle tecnologie AI rispetto ad altri Paesi europei. La mancanza di competenze specifiche è uno dei principali ostacoli da superare per una piena implementazione dell’intelligenza artificiale nel panorama produttivo italiano.

È fondamentale che ci sia una collaborazione attiva tra aziende, istituzioni e sistema educativo, per promuovere la formazione sull'AI a tutti i livelli, dalle scuole superiori fino alle università e ai programmi di aggiornamento professionale. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile per l'Italia cogliere le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e affrontare con successo le sfide del futuro.

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