Controversie su DeepSeek: il chatbot cinese a rischio bando negli Stati Uniti

Il chatbot cinese DeepSeek suscita preoccupazioni negli Stati Uniti, dove un disegno di legge mira a vietarne l’uso per motivi di sicurezza e privacy, con sanzioni severe per i trasgressori.

Negli ultimi giorni il chatbot cinese DeepSeek ha scatenato un acceso dibattito, attirando l’attenzione non solo del pubblico ma anche dei legislatori americani. Lanciato nel 2023, DeepSeek ha conquistato il mercato grazie al suo modello R1, capace di competere con i migliori chatbot presenti sul mercato, ma con un minor utilizzo di risorse. Tuttavia, le sue potenzialità potrebbero costargli molto care, visto che negli Stati Uniti si profila la possibilità di un bando.

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Un progetto di legge contro DeepSeek

Il senatore repubblicano Josh Hawley ha presentato un nuovo disegno di legge finalizzato a vietare l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale cinesi negli Stati Uniti. Questo provvedimento, depositato nei giorni scorsi, prevede la proibizione per i cittadini americani di contribuire allo sviluppo delle capacità di intelligenza artificiale all’interno della Repubblica Popolare Cinese. Le sanzioni per chi non rispetterà tale divieto potrebbero essere pesantissime, con multe fino a 1 milione di dollari e pene detentive fino a 20 anni.

Le aziende che verranno sorprese a utilizzare software di origine cinese potrebbero fronteggiare multe astronomiche fino a 100 milioni di dollari. Anche se il nome DeepSeek non appare esplicitamente nel testo del disegno di legge, il tempismo della proposta è sospetto, giacché coincide con il suo recente successo nella classifica dell’App Store americano.

Le motivazioni dietro le restrizioni

Uno dei principali argomenti a favore del bando delle intelligenze artificiali cinesi riguarderebbe preoccupazioni relative alla sicurezza, alla privacy e all’etica. Inoltre, DeepSeek è già sotto accusa perché non fornisce risposte a domande riguardanti il Partito Comunista Cinese, un aspetto che suscita critiche tra i detrattori del chatbot. L’Italia è stata la prima nazione a imporre un divieto su DeepSeek per motivi di privacy, e si ipotizza che altri Stati possano seguire l’esempio.

In Texas, ad esempio, il chatbot è già stato escluso dai dispositivi governativi. Anche l’ex presidente Donald Trump ha recentemente evidenziato come DeepSeek rappresenti un “campanello d’allarme” per l’industria tecnologica americana e ha avviato indagini sui potenziali impatti di questo software sulla sicurezza nazionale.

L’impatto economico e l’industria tech

La rapida ascesa di DeepSeek ha influenzato negativamente i titoli di molte aziende tecnologiche, in particolare di Nvidia, il cui valore di mercato è diminuito significativamente. Tuttavia, nonostante le tempeste legislative, l’efficacia del chatbot rimane indiscutibile. Tim Cook, CEO di Apple, ha recentemente commentato che “l’innovazione che porta efficienza è una cosa positiva” in merito alle intelligenze artificiali cinesi, suggerendo una visione più aperta verso il progresso tecnologico.

In un contesto di forte polarizzazione come quello attuale, le vicende legate a DeepSeek non fanno che evidenziare le tensioni tra le aspirazioni tecnologiche della Cina e le preoccupazioni degli Stati Uniti riguardo a sicurezza e privacy. La vicenda continua a evolversi e rimane da vedere come si risolveranno queste problematiche e quali sarà il destino del controverso chatbot.

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