Comprendere i colori: il ruolo della matematica e dei modelli nella rappresentazione visiva

La comprensione dei colori è essenziale nell’era digitale, influenzando l’acquisto di dispositivi e la qualità visiva, grazie a modelli e spazi colore specifici per diverse applicazioni.

Nell’era digitale, la comprensione dei colori è fondamentale non solo per i professionisti creativi, ma anche per i consumatori. Attraverso l’uso di modelli matematici complessi, noti come spazi colore, è possibile ottenere una rappresentazione precisa dei colori. Questa conoscenza è utile ad esempio nell’acquisto di dispositivi come telefoni, laptop e monitor, assicurando un’ottimale esperienza visiva. Scoprire i meccanismi alla base della rappresentazione dei colori aiuta a orientarsi nel mare di opzioni disponibili.

Differenza tra modelli, spazi e gamme di colore

La prima distinzione da comprendere riguarda i termini “modello di colore“, “spazio colore” e “gamma“. Un modello di colore rappresenta l’intero sistema per definire come un colore viene rappresentato. Tra i modelli più noti ci sono:

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CMYK

Il modello CMYK è basato su una teoria della mescolanza sottrattiva. Questa metodologia implica che i colori vengano creati sottraendo la luce, miscelando i colori complementari a quelli primari che si insegnano nelle lezioni di arte. Utilizzando questo modello, è possibile ottenere una gamma di colori visibili all’occhio umano, poiché si basa su differenze nella quantità di luce che può passare attraverso l’inchiostro, vernice o tinte. Questo sistema ha un vantaggio evidente nella stampa, poiché l’aggiunta di nero ottimizza la qualità senza impoverire l’immagine con l’eccesso di inchiostro.

RGB

Al contrario, il modello RGB adotta un approccio additivo, tipico nei dispositivi elettronici. Qui, i colori vengono creati aggiungendo luce a uno schermo nero. Questa tecnica ha presentato sfide nel generare neri puri, fino all’avvento della tecnologia OLED, che consente ad ogni pixel di illuminarsi individualmente.

HSL / HSB / HSV

Questi modelli sono più intuitivi per l’utente finale, poiché rientrano nelle interfacce di software di grafica e ritocco. Questi modelli rendono la regolazione del colore più accessibile, grazie alla possibilità di lavorare su toni, saturazione e luminosità in modo visivo e comprensibile.

Riflettendo sui modelli di colore citati, si nota che ciascuno di essi ha modalità specifiche di creazione dei colori. Alcuni sono più adatti per applicazioni come la stampa di tessuti, etichette o correzione colore in post-produzione video, tutti percorsi che convergono verso la medesima meta: la rappresentazione cromatica efficace.

Spazi colore: definizione e applicazione

Gli spazi colore si fondano sui modelli di colore e definiscono intervalli specifici di colori visualizzabili, limitati dalle caratteristiche delle applicazioni per cui sono progettati. La progettazione degli spazi colore è una diretta risposta alle complessità matematiche legate alla percezione umana. Un esempio di spazio colore fondamentale è il CIE 1931 XYZ, sviluppato per replicare colori in base alla percezione visiva umana, e che serve da base per quasi tutti gli spazi colore moderni.

Nonostante la possibilità di creare una soluzione universale per i colori, esistono spazi colore specializzati per vari scopi, influenzando la visualizzazione in differenti contesti, dal design di un sito web alla colorazione di un film. Eric Chan di Adobe sottolinea l’importanza delle specificità degli spazi colore, evidenziando che alcuni sono legati ai dispositivi , mentre altri sono indipendenti dall’hardware.

Esempi di spazi colore

Uno degli spazi più comuni è lo sRGB, creato nel 1996 da HP e Microsoft, che rappresenta lo standard per la più vasta parte del contenuto web. Per chi, ad esempio, intende stampare una fotografia, un’altra scelta potrebbe essere l’Adobe RGB, che offre una gamma di colori superiore, compatibile con la stampa CMYK. Spazi come CIELAB sono appositamente progettati per mantenere la coerenza del colore su diversi dispositivi, risultando essenziali per il lavoro di color grading.

Per le tecnologie video, spazi come Rec.709 e DCI-P3 sono ottimizzati per la qualità visiva, rispettivamente per i televisori ad alta definizione e per i cinema digitali. La varietà delle tecnologie utilizzate impone anche una differenziazione negli strumenti di gestione del colore per garantire una fruizione ottimale del colore nei vari ambiti.

Comprendere la gamma di colore

Il concetto di gamma entra in gioco quando si parla della capacità di un dispositivo di riprodurre un intervallo di colori di uno spazio specifico. La gamma rappresenta la porzione di uno spazio colore visualizzabile, espressa in percentuale. Desiderando acquistare un monitor, è probabile che si noti indicato quanto di vari spazi colore il dispositivo può coprire. Ad esempio, il monitor BenQ PD3225U può coprire il 98% di P3, mentre un modello più economico come il Dell S2425HS specifica la copertura del 99% di sRGB. Questi dati forniscono un’immediata idea della qualità del display per attività creative diverse, come progettazione grafica o video editing.

È importante notare che, sebbene un range più ampio sia preferibile, ci sono limiti al suo sfruttamento effettivo. Le differenze di qualità visiva tra le varie risoluzioni e gamme di colore tendono a ridursi a determinate soglie, similmente a ciò che accade con le frequenze dei frame.

Attraverso questi elementi e la comprensione di base dei colori, l’interesse e l’acquisizione di competenze specifiche nella gestione dei colori diventano più accessibili a chiunque, facendo sì che il mondo della rappresentazione cromatica possa risultare meno intimidatorio, anche per chi non è un professionista del settore.

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