Come ormai saprai da tempo, alcuni PC con Windows 10 installato non possono passare a Windows 11 a causa di limiti hardware.
Non solo: il 14 ottobre 2025 terminerà ufficialmente il supporto di Microsoft per il suo sistema operativo più datato. Tutto ciò però, in barba all’ecologia, potrebbe portare in discarica oltre 240 milioni di PC (dati proposti da Canalys Insights).
Non solo, secondo altri dati il 40% dei PC aziendali a livello mondiale non può permettersi il passaggio a Windows 11, con numeri di PC destinati alla spazzatura ancora più impressionanti.
Ma è davvero necessario eliminare il computer dopo quella fatidica data o è comunque possibile trovare una via per continuare ad utilizzarlo?
In questo articolo andremo ad analizzare le vie percorribili per aggirare il termine del ciclo vitale dei PC imposto da Microsoft e continuare ad utilizzare la macchina (in tutta sicurezza) anche dopo il suddetto giorno.
Windows 10 a fine ciclo vitale nel 2025: ecco perché
Molte macchine Windows 10 meno recenti non dispongono della CPU o del Trusted Platform Module (TPM) necessario a Windows 11 per un corretto funzionamento. Il TPM di solito non è un problema, ma se hai un PC del 2019 o precedente, la CPU potrebbe non essere adeguata al passaggio.
Cosa deve fare un utente quando il suo computer Windows non riesce ad aggiornare il proprio hardware?
In primis devi capire che, dopo l’autunno del 2025, sarà molto pericoloso utilizzare ancora Windows 10. Senza patch correttive di sicurezza, il dispositivo sarà facilmente preda di hacker e cybercriminali, dunque quasi inutilizzabile.
L’intenzione di Microsoft (e dei produttori di hardware) sono semplici: spingerti a mettere mano al portafoglio e comprare un nuovo computer. D’altro canto, se hai un PC che funziona bene e che non ha grandi problemi di rallentamenti o simili, perché dovresti essere forzato a un acquisto non necessario?
Un’opzione potrebbe essere quella di aggirare l’impossibilità di installare Windows 11 sul tuo PC.
Esiste anche un software open source, noto come Rufus, che semplifica l'esclusione del controllo del sistema Windows 11. Questo programma ha come funzione principal quella di creare unità USB avviabili. Tra le tante opzioni interesanti Rufus ti offre la possibilità di ignorare i requisiti di sistema di Windows 11 quando tenti di eseguire un aggiornamento.
Questo metodo ha un unico grande limite, ovvero quello hardware. L’ultima versione di Windows ha effettivamente dei requisiti più esosi rispetto all’OS precedente e, su alcuni PC, questo potrebbe presentare rallentamenti o problematiche simili.
L’alternativa più logica? Cambia sistema operativo
La soluzione più logica è abbandonare Windows, optando per una delle tante distro Linux disponibili al giorno d’oggi.
Il sistema operativo del pinguino è ben distante dalle sue origini, quando per poterlo gestire dovevi essere un mago dell’informatica. Oggi, scegliendo la distro giusta, il passaggio da Windows non è poi così complicato.
Il vantaggio legato a Linux è che non sarai mai lasciato indietro e, potenzialmente, puoi utilizzare un PC con requisiti hardware accettati solo da Windows XP ancora al giorno d’oggi.
Potresti poi anche passare a ChromeOS. Grazie a ChromeOS Flex, puoi prendere praticamente qualsiasi PC dell'ultimo decennio e utilizzare il sistema operativo di Google. La leggerezza di questo OS permette di funzionare bene anche su macchine poco performanti.
Puoi installare ed eseguire ChromeOS Flex su qualsiasi PC con processore a 64 bit, 4 GB di RAM, 16 GB di spazio di archiviazione e può essere avviato tramite un'unità USB.
Linux e ChromeOS Flex sono gratis
Se c'è qualche applicazione Windows a cui non vuoi o puoi rinunciare, non dovresti preoccuparti più di tanto. Tralasciando il fatto che tutte le società di software stanno abbandonando software autonomi a favore di applicazioni Software-as-a-service (SaaS) come Microsoft 365, ora puoi eseguire essenzialmente qualsiasi app Windows sui Chromebook.
Cameyo e il nuovo servizio Virtual App Delivery di Google ti consentono di eseguire "app legacy" su qualsiasi Chromebook. Microsoft utilizza essa stessa questo approccio basato sul cloud per fornire applicazioni.
Del resto, il discorso è simile se hai ancora un Mac con tecnologia Intel e stai iniziando a innervosirti per quando Apple taglierà il suo supporto (a differenza di Microsoft, il colosso di Cupertino non ti dice quando finirà il supporto) puoi anche in questo caso abbracciare ChromeOS Flex.
A proposito, né Linux né ChromeOS Flex ti costeranno un solo centesimo. Si tratta di sistemi operativi del tutto gratuiti.
Windows 10 sarà ancora supportato… ma a pagamento
Ovviamente potresti semplicemente acquistare il supporto per il tuo computer Windows 10. Microsoft ha promesso di offrire ancora aggiornamenti di sicurezza estesi (ESU) per Windows 10. Quanto ti costerà? Non lo sappiamo e Microsoft, al momento, non si è ancora sbilanciata a riguardo.
In passato, Microsoft non offriva alcun ESU per Windows 8.x. Per Windows 7, con un prezzo che partiva da 25 dollari per computer all'anno per poi salire fino a 200 dollari per dispositivo nel terzo anno. C’è poco da fare: di fatto, Microsoft cerca comunque di spingerti verso un nuovo PC o comunque di farti pagare a caro prezzo quello che hai già tra le mani.
Infine, una società chiamata OPatch offre patch personalizzate per sistemi operativi fuori servizio. Per esempio, questa piattaforma offre supporto per Windows Server 2012 fino al 2026, mentre Microsoft ha interrotto il supporto nell'ottobre 2023. Si prevede che la società offrirà anche supporto per Windows 10 per circa 25 dollari all'anno.
Conclusioni
Nonostante si parli poco del ciclo vitale di PC e smartphone, si tratta di un aspetto oscuro di questo mercato. Per molti utenti, già alle prese con la crisi dilagante, questa forzatura rappresenta un danno economico non da poco.
D’altro canto, dover di fatto buttare via PC funzionanti nel contesto dell’obsolescenza programmata è un delitto anche sotto il punto di vista dell’ecosostenibilità. A tal proposito, le soluzioni proposte dovrebbero permetterti di prolungare di qualche anno l’esistenza del tuo computer senza dover per forza correre ad acquistare un modello nuovo.