In un atteso tentativo di lancio, la Blue Origin ha dovuto annullare l’operazione del razzo New Glenn, prevista per il primo mattino di lunedì, a soli 45 minuti dall’apertura della finestra di lancio. Questa decisione solleva interrogativi e preoccupazioni riguardo ai progressi della compagnia nel settore spaziale, che continua a fare i conti con sfide tecniche.
Un lancio atteso e un imprevisto
L’operazione era programmata per le 1:00 ET, corrispondenti alle 06:00 UTC. Sin dall'inizio, i tecnici hanno dovuto affrontare una serie di problematiche che hanno portato a continui reset del conto alla rovescia. Sebbene le aspettative fossero alte, con il razzo New Glenn pronto per il decollo, la Blue Origin ha deciso di comunicare al pubblico soltanto informazioni nebulose circa le cause del rinvio. Sui canali ufficiali dell’azienda e durante la diretta streaming dell’evento, hanno dichiarato: “Ci prendiamo una pausa da oggi per sviscerare un problema a un sistema del veicolo che ci porterà oltre la nostra finestra di lancio. Stiamo esaminando le opportunità per il nostro prossimo tentativo di lancio.”
Seppure frasi come queste possano sembrare rassicuranti, i retroscena rivelano un quadro complesso. Fonti interne hanno suggerito che il problema primario riguardasse la presenza di ghiaccio che ostruiva una delle linee di sfiato del gas pressurizzato. Diversi tentativi di eliminare il ghiaccio non hanno prodotto i risultati sperati, costringendo l'azienda a interrompere il lancio.
Problemi con l'alimentazione e le modalità di atterraggio
Accanto all’ostruzione causata dal ghiaccio, ulteriore preoccupazione è emersa riguardo a uno o più unità ausiliarie di alimentazione , che forniscono energia al razzo dopo lo spegnimento dei motori. Queste unità giocano un ruolo cruciale nella preparazione per un eventuale atterraggio controllato delle gambe di supporto sul drone navale, chiamato Jacklyn, destinato a ricevere il razzo. Le informazioni al riguardo restano scarse, e non è chiaro se, in caso di attivazione dell’APU, la Blue Origin sarebbe stata in grado di procedere con un atterraggio controllato dopo il lancio, o se sarebbe stata costretta a un atterraggio in mare.
Questo evento segna un altro capitolo nella strada verso l'innovazione spaziale di Blue Origin, che, nonostante gli intoppi, continua a lavorare per affinare la sua tecnologia. L'industria aerospaziale è piena di incognite, e momenti come questi ricordano che ogni tentativo di lanciare un razzo comporta molti fattori che devono essere scrupolosamente considerati e monitorati per garantire la massima sicurezza.
Dal momento che il rinvio avrà ripercussioni significative sulle tempistiche future, gli appassionati di spazio e gli investitori seguiranno con attenzione gli aggiornamenti da parte di Blue Origin nei giorni a venire. Potrebbero riservare informazioni cruciali che potrebbero chiarire sia le problematiche riscontrate sia i prossimi passi dell’azienda.