Arrivato in Italia da poche settimane, rispondiamo a tutti i dubbi, le domande e le curiosità su Apple Pay, il nuovo metodo di pagamento contactless di Cupertino
Apple Pay è fondamentalmente un nuovo metodo di pagamento che sta prendendo sempre più piede perché permette di effettuare transazioni senza dover aprire il portafogli. Niente più contanti, ma anche niente più carte di credito o bancomat. Le microtransazioni utilizzano un circuito a parte che permette di pagare con lo smartphone o con lo smartwatch. Scopriamo tutti i dettagli.
Come funziona Apple Pay
Da alcune settimane Apple Pay è arrivato in Italia, ecco tutto ciò che c’è da sapere su questo sistema di pagamento.
Dove usare Apple Pay
I POS che accettano i pagamenti tramite Apple Pay sono la maggioranza, ovvero tutti quelli che hanno il sistema ‘contactless’. In Italia il numero di questi dispositivi è il 50% di tutti quelli presenti sul territorio nazionale, ma il numero è in aumento ed è destinato a crescere ancora.
Molti negozi e punti vendita (come Ikea o Esselunga in Italia) hanno l’adesivo dei pagamenti Apple Pay. Chiaramente questi indicano che quel centro accetta anche questa modalità di pagamento, ma tale adesivo può essere richiesto gratuitamente da tutti i negozianti che vogliono apporlo sulla vetrina della propria attività.
Come usare Apple Pay
A differenza di altri dispositivi (come quelli di prima generazione), negli iPhone l’antenna NFC è posta sula parte alta del dispositivo (e non sul retro). Per utilizzare Apple Pay, quindi, non è necessario far toccare lo smartphone con il POS, ma è sufficiente rivolgerlo verso quella direzione, a una distanza di circa 10cm.
La volontà di Apple è quella di puntare su Apple Pay per i pagamenti di importi piccoli, come può essere il giornale, la colazione al bar, un pezzo di pizza, eccetera. Questi micropagamenti, però, non convengono agli esercenti italiani, in quanto il costo delle commissioni è così elevato che non giustifica questo tipo di operazione. Per il futuro, e il successo del sistema, molto dipenderà dalla volontà, e forse anche la capacità, di Apple di superare gli atavici problemi del settore nel nostro Paese.
Le domande su Apple Pay
Per utilizzare Apple Pay in Italia bisogna possedere una carta di uno degli istituti bancari che sono convenzionati, che sono Unicredit, Boon e Carrefour. A questi nei prossimi mesi si aggiungeranno anche American Express, Fineco, Banca Mediolanum, Widiba, Hype, CartaBBC, ExpendiaSmart e N26. La scelta ‘limitante’ è dovuta alla volontà e necessità di Apple di passare tramite le banche, motivo per cui saranno loto a gestire tempi e modi del funzionamento del servizio.
Rimanendo nel tema carte di credito bisogna specificare che quella associata all’account Apple Pay deve essere diversa da quella PayPal o iTunes, in quanto queste ultime funzionano solamente con connessione internet, mentre le altre devono funzionare con linea telefonica. Inoltre c’è anche un discorso di sicurezza: gli smartphone non registrano il numero delle carte durante le transazioni.
La sicurezza e le (presunte) frodi
L’abbiamo citata e allora fughiamo tutti i dubbi sulla sicurezza di questo sistema di pagamento. Il proprio, reale, numero di carta di credito non viene propriamente aggiunto, in quanto esso viene associato ad un numero virtuale e al dispositivo, non all’account.
Come spesso capita ogni novità porta con sé il suo numero di leggende metropolitane e bufale. Una di queste sostiene che con questi pagamenti contactless è possibile rubare soldi alla gente, in metropolitana, in giro per negozi o comunque in posti affollati, semplicemente stando vicini a queste persone. Al di là del fatto che bisogna attivare il sensore NFC e iniziare la procedura (tramite click sull’Apple Watch e tramite verifica del TouchID su iPhone) per portare a termine il pagamento, ogni POS è associato ad una persona con tanto di nome, cognome e dati anagrafici, fiscali e di residenza; qualora commettesse una frode lascerebbe la sua firma sul corpo del reato.
Una carta più account
Si può utilizzare la stessa carta di credito su diversi account Apple Pay (come nel caso di due coniugi) proprio perché la carta è associata all’iPhone o all’Apple Watch e non all’account.
Limiti e costi delle transazioni
Apple non stabilisce limiti per i pagamenti con il proprio circuito, perché questi sono regolati dagli istituti di credito in base al tipo di carta e di contratto che si è sottoscritto. Per pagamenti superiori ai 25€ potrebbe essere richiesta una firma di uno scontrino o il codice PIN. Apple, per ogni transazione, guadagna circa il 2% (è una percentuale variabile), ma tutto dipende dagli accordi che l’azienda di Cupertino ha sottoscritto con il singolo istituto di credito. Probabilmente c’è da pensare che se molte banche ancora non hanno raggiunto l’accordo per autorizzare i pagamenti con Apple Pay sia proprio per una divergenza sulla cifra della percentuale di quanto debba guadagnare Apple su ogni transazione.