Le autorità cinesi hanno intensificato i controlli sulle esportazioni riguardanti Apple, in quello che viene interpretato come un tentativo di limitare la tecnologia con potenziali applicazioni militari. Pur dichiarando che l'inasprimento dei controlli sia basato su motivi di sicurezza, crescono i sospetti che le reali ragioni possano essere di natura economica e politica alla luce delle tensioni internazionali.
La necessità di diversificare la produzione
Nell’ultimo decennio, Apple ha compreso l’importanza di ridurre la propria dipendenza dalla Cina come centro di produzione. La diversificazione è diventata una priorità strategica, con la compagnia che ha gradualmente aumentato la produzione in paesi come India e Vietnam. Questi cambiamenti non sono solo reazioni alle pressioni economiche, ma anche strategie per mitigare i rischi associati a un’eccessiva concentrazione di risorse in un’unica nazione.
L’India è stata identificata come il principale candidato per diventare il secondo hub produttivo di Apple, con obiettivi ambiziosi: si stima che entro il 2025 possa produrre il 25% di tutti gli iPhone, con la previsione che questa percentuale possa arrivare al 50% entro il 2027. Sebbene il progresso sia stato relativamente lento, l'anno scorso è stata raggiunta una pietra miliare significativa quando la produzione dell’iPhone 16 è iniziata in India, solo poche settimane dopo il lancio ufficiale. Questo evento ha segnato un momento importante, poiché è la prima volta che un telefono di punta è stato fabbricato in India così presto nel ciclo di vita del prodotto. Le ambizioni di Apple includono l'avvio della produzione dell'iPhone 17 sia in Cina sia in India simultaneamente.
Il presunto inasprimento sulle tecnologie militari
Molti componenti critici degli iPhone sono ancora prodotti in Cina, il che rende necessaria l'esportazione di queste parti nel resto del mondo, inclusa l'India. Tuttavia, l’entrata in